[19/04/2012] News

I cambiamenti climatici faranno raddoppiare i costi della salvaguardia della natura

Un team di scienziati messo in piedi da Conservation International e che ha coinvolto ricercatori di Environmental Defense Fund e Council for Scientific and Industrial Research (Csrir) ha presentato le prime stime in assoluto dei costi necessari per adeguare la salvaguardia della natura ai cambiamenti climatici: «Il cambiamento climatico renderà la conservazione della biodiversità, e tutti i benefici associati per gli esseri umani, come l'acqua pulita e l'aria pulita, più impegnativi e costosi, con un aumento dei costi di oltre il 100% in alcuni casi». 

I ricercatori si sono concentrati sulle specie e gli ecosistemi di Sud Africa, Madagascar e California, e i risultati sono stati presentati in tre articoli pubblicati su Conservation Biology con il titolo "Conservation Focus: Costs of Adapting Conservation to Climate Change".  Le stime si basano su tre diversi studi "wake-up call" per il costo-efficacia della salvaguardia della biodiversità e la stabilizzazione climatica.  Le tre ricerche sono state condotte in collaborazione con Missouri Botanical Garden, Queen's University di Belfast, South African National Biodiversity Institute, The Nature Conservancy, University of California Berkeley e University of California Santa Barbara. Gli studi sono stati finanziati da US National Science Foundation e sono stati pubblicati in previsione della conferenza Onu  Rio+20 di giugno a Rio de Janeiro sullo  sviluppo sostenibile e della Convention on biological diversity che si terrà a Hyderabad, in India, ad ottobre, dove si discuterà degli obiettivi per fermare la crisi di estinzione delle specie.

Lee Hannah, senior scientist for climate change biology di Conservation International, ha spiegato che «Gli effetti specifici del cambiamento climatico sulle specie in Sudafrica, Madagascar e California sono molto diversi, ma i costi della loro conservazione, nel quadro del cambiamento climatico, certamente aumenteranno considerevolmente in tutte e tre le regioni. Possiamo avere un pianeta sano e mantenere i costi aggiuntivi al minimo agendo velocemente per ridurre le emissioni ed integrare i cambiamenti climatici nei piani di conservazione. Se i leader mondiali vogliono essere efficaci sia nel rallentare il tasso di degrado ambientale che nell'aiutare i poveri a prosperare ora e in futuro, dovrebbero mettere la conservazione della biodiversità in cima alla loro agenda».

Secondo Rebecca Shaw, una scienziata del clima e vice presidente dell'Environmental Defense Fund «Questo insieme di studi provenienti da tutto il mondo è un campanello d'allarme. La verità è che abbiamo lottato per conservare la natura da cui dipendiamo per l'aria pulita e acqua pulita, senza il cambiamento climatico. Questi studi mostrano che sta per arrivare un futuro più difficile e più costoso per conservare la natura.  E' tempo di avere un'ispirazione molto più creativa ed incentivi privati innovativi e convenienti  per la conservazione, per sostenere in modo più efficiente la vita del nostro pianeta, i sistemi che sostengono il nostro benessere e che vanno a beneficio dei nostri figli».

In Madagascar, uno dei paesi biologicamente più ricchi del mondo, dove la stragrande maggioranza delle foreste autoctone andate perdute, i ricercatori dicono che 74 specie vegetali endemiche potrebbero sopravvivere, con diversi periodi di estinzione, tra il 2000 e il 2080 ed hanno scoperto che i cambiamenti climatici con il passare del tempo potrebbero spingere le specie protette presenti nelle foreste esistenti oggi in  aree dove le foreste non sono protette o sono scomparse, come potrebbe essere il caso del Rhopalocarpus coriaceus, un albero originario del Madagascar. «Il ripristino dei boschi per evitare l'estinzione di specie come questa - dicono i ricercatori -  è più difficile e più costoso  del mantenimento delle foreste esistenti, ove è possibile. Il mantenimento di foreste esistenti in aree gestite dalle comunità  ha costi per circa 160 - 576  dollari per ettaro, mentre il ripristino delle foreste nelle stesse zone costerebbe 6  volte tanto».

Jonah Busch, economist climatic e forestale di Conservation International, che ha diretto lo studio "Climate Change and the Cost of Conserving Species in Madagascar", dice che «Per proteggere le piante e gli animali dei suoi boschi, il Madagascar sta salvaguardando le fonti dei medicinali salva-vita, l'acqua pulita per l'agricoltura, per le persone e posti di lavoro nel settore del turismo. La massima priorità della conservazione  è fermare la deforestazione in corso delle ultime foreste rimaste dell'isola e di proteggere le sue molte specie uniche dal cambiamento climatico». 

In California, i ricercatori hanno raccolto 11 specie che si trovano all'interno di un'area protetta della Central Coast e previsto i costi della loro salvaguardia fino al 2050 e al 2100 nell'ambito di scenari realistici del cambiamento climatico. I risultati dimostrano che i confini della zona protetta dovrebbero essere notevolmente ampliati e che molte specie avranno bisogno di interventi, come la coltivazione e l'allevamento in cattività e il trasferimento per raggiungere gli obiettivi di conservazione odierni. I costi per raggiungere questi obiettivi sono stati stimati in quasi il 150% del costo per raggiungere entro il 2050 gli stessi obiettivi senza il cambiamento climatico, e fino al 220% entro il 2100: 2,63 miliardi dollari. Ma anche così, alcune specie non saranno in grado di sopravvivere al cambiamento. Kirk Klausmeyer, un pianificatore della conservazione di The Nature Conservancy of California, evidenzia che «Diverse strategie di conservazione che mantengono le terre lavorate aperte per permettere alla fauna selvatica di muoversi sono importanti oggi e saranno fondamentali in futuro per il costo-efficacia della conservazione». 

In Sud Africa, i ricercatori hanno analizzato i costi insieme alla possibilità di ampliare le aree protette nell'hotspot della biodiversità floristica del Capo, per salvaguardare 316 specie della famiglia unica delle piante da fiore delle Proteaceae. La regione del Capo è uno scrigno unico al mondo di biodiversità: piante, mammiferi, uccelli e altri vertebrati ed invertebrati che non sono presenti in nessun'altra parte del pianeta, una regione che ha una lunga e gloriosa storia di salvaguardia della natura ma che ora è sotto la minaccia dei cambiamenti ambientali. Lo studio ha rilevato che una tutela sufficiente degli habitat della  regione del Capo, per salvare le sue piante endemiche, potrebbe costare oltre 1 miliardo di dollari, ma bisogna subito fare contratti con i proprietari terrieri ed esplorare le possibilità più convenienti di gestione degli habitat, solo così questi costi potrebbero essere ridotti significativamente 

Per Russell Wise, climate and sustainability economist del Cisiro australiano, che ha lavorato per il Csir Sudafrica ed autore dello studio "Costs of Expanding the Network of Protected Areas as a Response to Climate Change in the Cape Floristic Region", «Devono essere compiute scelte urgenti per quanto riguarda l'equilibrio tra sviluppo e natura che le future generazioni erediteranno. Per migliorare la probabilità di sopravvivenza della specie nella regione floristica del Capo nel corso dei prossimi decenni, saranno necessari meccanismi costo-efficacia innovativi partenariati pubblico-privato e di comunità in grado di garantire non solo la conservazione della incredibile ricchezza della biodiversità di questa regione,  ma anche la fornitura di beni e servizi ecosistemici che si basa sulla biodiversità nelle aree protette».

Belinda Reyers, Chief Scientist per la biodiversità e i servizi ecosistemici del  Csrir in Sud Africa, conclude: «La conservazione è costosa e probabilmente lo diventerà tanto di più con il cambiamento climatico,  ma considerando gli investimenti esistenti e già realizzati nella salvaguardia  ed i costi dell'inazione,  la cosa primaria è andare avanti meglio. I nostri messaggi non sono però del tutto negativi, infatti il caso di studio del Sudafrica ha evidenziato il ruolo importante che i nuovi approcci alla conservazione e le nuove partenership possono svolgere nel contribuire a ridurre questi costi».

 

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