[16/04/2012] News

Porto Marghera: siglato l'accordo per la bonifica dell'area

Come annunciato il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, ha firmato oggi a Venezia l'"Accordo di programma per la bonifica e la riqualificazione ambientale del sito di interesse nazionale di Venezia-Porto Marghera e aree limitrofe". Il testo è stato sottoscritto anche dal sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e dal magistrato alle acque di Venezia, Ciriaco D'Alessio, in rappresentanza del ministero delle Infrastrutture.

L'intesa, articolata su 12 articoli, si basa sulla volontà di semplificare e sburocratizzare le procedure di risanamento e favorire il recupero dell'area con il reinserimento di industrie green. «L' esempio della Regione Veneto- ha dichiarato Clini- diventa propedeutico per altri 57 siti industriali altamente inquinati di interesse nazionale».

Nell'intenzione del ministero la reindustrializzazione di Porto Marghera dovrebbe essere ambientalmente sostenibile ed aprire prospettive per un nuovo sviluppo industriale. L'obiettivo, è scritto nell'articolo 1 dell'accordo è "promuovere un processo di riconversione industriale e riqualificazione economica del Sito di interesse nazionale di Venezia-Porto Marghera mediante procedimenti di bonifica e ripristino ambientale che consentano e favoriscono lo sviluppo di attività produttive sostenibili dal punto di vista ambientale e coerenti con l'esigenza di assicurare il rilancio dell'occupazione attraverso la valorizzazione delle forze lavorative dell'area".

L'intesa ha lo scopo di semplificare e accelerare l'approvazione dei Piani di Caratterizzazione e dei progetti di bonifica delle aree contaminate e porterà nell'area di bonifica investimenti per oltre 5 miliardi tra fondi pubblici e privati, con già un centinaio di imprese pronte a insediarsi, ha annunciato la Regione Veneto.

«E' una firma che riteniamo epocale, perché dopo tanto lavoro poniamo una pietra miliare- ha dichiarato il presidente Luca Zaia- Fino ad oggi si parlava della sfida di Porto Marghera, mentre da oggi parliamo di quello che sarà il futuro, ma di un futuro certo. In una fase di crisi agevoleremo 3 miliardi di finanziamenti pubblici e investimenti privati per circa 2,7 miliardi, dando avvio a procedure semplificate perché non si attenda più 2-3 anni ma 4 mesi per ampliare un capannone o aprire un'azienda nuova».

I 3 miliardi di fondi pubblici, vengono in parte dalla Legge Speciale per Venezia. «Voglio anche ricordare che la Regione ha messo una 'fee' di 20 milioni di euro come fondo di rotazione per tutte le pmi che vogliono andare a insediarsi a Porto Marghera» ha concluso Zaia. «Abbiamo cominciato a lavorare su questo accordo quando Zaia mi ha presentato il piano che la Regione aveva già preparato con due obiettivi- ha aggiunto il ministro- riportare a livello regionale una competenza presa dallo Stato e identificare le procedure per rendere fattibile l'utilizzo di Marghera nel rispetto delle norme ambientali. Ricondurre la competenza alla Regione non è stato possibile, ma abbiamo messo assieme le nostre competenze e la volontà politica per ottenere un risultato molto concreto, che è quello dell'accordo odierno e che ricalibra sulle decisioni d'uso del territorio di competenza di Regione, Provincia e Comune il risanamento ambientale» ha concluso Clini. 

La durata dell'accordo, secondo quanto previsto all'articolo 12, è fissata in 10 anni ed eventualmente potrà essere prorogata. Parte così da Marghera l'attesa riqualificazione delle aree industriali italiane. Sul territorio nazionale sono 57 i Siti di interesse nazionale che attendono la bonifica.

Tra le principali aree da risanare: Napoli orientale: ex raffineria Mobil; Gela: petrolchimico Eni; Priolo: petrolchimico Eni-ex Esso-Isab-Lukoil; Manfredonia: polo chimico; Brindisi: petrolchimico e 2 centrali elettriche a carbone; Taranto: acciaieria Ilva e raffineria Eni; Cengio (Savona): ex Acna (industrie chimiche); Piombino: siderugia; Massa e Carrara: siderurgia e amianto; Casale Monferrato: amianto; Litorale Domizio Flegreo e Agro Aversano: cimitero di rifiuti della camorra; Pitelli (La Spezia): discarica rifiuti a ridosso dell'arsenale della marina militare; Balangero (Torino): miniera di amianto e discarica di altri tossici nocivi; Pieve Vergonte (Val d'Ossola): vecchia chimica; Sesto San Giovanni: siderurgia; Pioltello Rodano: ex Sisas (acetilene e derivati; Napoli Bagnoli: acciaieria dismessa e stabilimento Eternit;Trieste: raffineria Aquila (primi del Novecento); Cogoleto: stabilimento Stoppani (cromo esavalente per la concia delle pelli); Cerro al Lambro: impianto abbandonato di chimica militare (gas nervini); Milano Bovisa: gasometri di carbon coke; Sulcis: polo di alluminio a Portovesme; Livorno: raffineria Eni; Trento nord: piombo tetraetile per benzina rossa (cancerogeno); Brescia: industrie Caffaro (diossina); Falconara marittima: raffineria Api; Laghi di Mantova: polo chimico Eni ex Montedison; Porto Torres: polo chimico (Eni e altri); Bacino del fiume Sarno: inquinamento da concerie; Milazzo: raffinerie Q8; Pianura (Napoli): discarica; La Maddalena: base Usa con sommergibili atomici; Bari: amianto Fibronit (concorrente Eternit);Broni (Pavia): amianto.

 

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