[13/04/2012] News

Nuovo golpe in Guinea Bissau. I militari (ri)controllano il narco-Stato africano

Con un annuncio dato alla radio nazionale, i militari hanno annunciato di aver preso il potere in Guinea Bissau. Una radio locale, Rdp, ha annunciato l'arresto del Presidente ad interim Raimundo Pereira.
I golpisti hanno arrestato Carlos Gomes Junior, ex primo ministro e rimasto candidato unico al secondo turno delle elezioni presidenziali che era previsto per il 19 aprile (e poi spostato due volte dalla Commissione nazionale elettorale: prima al 22 aprile e poi al 29) per trovare il successore di Malam Bacai Sanha, deceduto il 9 gennaio 2012. Al primo turno del 18 marzo Gomes aveva ottenuto il 48,97 % dei voti e Yala il 23,26%.

I militari hanno occupato la capitale Bissau e testimoni sentiti per telefono dall'agenzia ufficiale cinese Xinhua riferiscono di spari ed esplosioni in città, mentre i soldati hanno bloccato tutte le vie principali.
Mentre scriviamo non si conosce ancora chi sia il vero autore dell'ennesimo colpo di Stato in questo piccolo Paese africano, trasformatosi ormai in un narco-Stato utilizzato per il traffico di cocaina (e non solo) dai cartelli della droga sudamericani. Xinhua riferisce di una fonte diplomatica di Bissau che indica nel Capo di Stato maggiore dell'esercito, il generale Antonio Injai, il capo dei golpisti.
Quello che è certo è che la radio nazionale è in mano ai militari che sosterrebbero Kumba Yala, l'ex presidente che si è ritirato dal secondo turno delle presidenziali dopo aver accusato Gomes di brogli.
Il golpe era stato praticamente annunciate da Koumba Yala che, insieme ad altri 4 candidati al primo turno, aveva respinto «Non solamente la totalità del processo elettorale, ma esigono l'annullamento delle elezioni presidenziale anticipate del 18 marzo al fine di facilitare il censimento biometrico degli elettori a livello nazionale». Il collettivo del 5 candidati aveva invitato tutti a disertare le urne il 29 aprile e avvisato la Commissione nazionale elettorale di ritenerla responsabile «Di ogni conseguenza che potrà verificarsi per una campagna elettorale senza il consenso di Koumba Yala a disputare il secondo turno dello scrutinio».
Conseguenze che si sono materializzate con l'intervento armato dei golpisti che hanno ignorato anche la mediazione della Commission économique des Etats de l'Afrique de l'Ouest (Cedeao) dell'Unione Africana e dell'Onu, che avevano designato il presidente della Guinea (Conakry) Alpha Condé come mediatore tra le due parti, ma Kumba Yala ha rifiutato di incontrarlo.
Il golpe è abbastanza paradossale, visto che l'ex primo ministro Gomes era il candidato del Partido africano da independência da Guiné e Cabo Verde (Piagc), che ha condotto la lotta di liberazione armata dai portoghesi e dalle cui fila provengono praticamente tutti gli alti ufficiali della Guinea Bissau. Ma ormai di questo glorioso partito e del suo ripudiato marxismo-leninismo rimangono solo le spoglie e da più di un decennio nessun capo di Stato del Paese è riuscito a terminare il suo mandato a causa dei colpi di Stato a ripetizione.
E i golpe non servono nemmeno a riportare "l'ordine", visto che l'instabilità cronica della Guinea Bissau è funzionale al traffico di droga alò quale partecipano gli alti papaveri dell'esercito e molti politici.
Le elezioni che avrebbero dovuto far uscire la poverissima e disperata Guinea Bissau dal tunnel la hanno sprofondata in un nuovo misterioso golpe.
La vigilia delle elezioni era stata funestata dall'assassinio del colonnello Samba Djalo, arrestato nel 2009 dopo l'omicidio del capo dell'esercito Batista Na Waïe e coinvolto negli omicidi di due personalità politiche.
In molti pensano che esecuzione di Djalo fosse un avvertimento "elettorale" a chi sa troppo sugli indecenti intrecci tra militari, politici e cartelli della droga sudamericani. Il golpe si inserisce in questo quadro e probabilmente punta a controllare il narco-Stato mantenendo il "caos calmo" con il terrore e i fucili.

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