[10/04/2012] News

Bracconaggio contro i lupi nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese

Legambiente all’Ente Parco: «Aderite al progetto Life Wolfnet»

Dopo il gravissimo episodio di bracconaggio, consumatosi qualche giorno fa sul territorio del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano Val d'Agri Lagonegrese ai danni di una femmina di lupo di circa 3-4 anni la cui carcassa, con evidenti segni di arma da fuoco, è stata rinvenuta dagli uomini della Forestale della stazione di Abriola nel territorio del comune di Sasso di Castalda, giungono in queste ore notizie del ritrovamento di un altro esemplare ucciso a ridosso dell'area protetta, ancora una volta probabile vittima di episodi di bracconaggio. 

In una dichiarazione, Legambiente «Esprime tutto il suo sdegno di fronte ad atti di questo tipo, deplorando in maniera netta gesti che non trovano giustificazione alcuna nella speranza che, coloro che si sono resi protagonisti di simili azioni, vengano assicurati alla giustizia in tempi rapidi e che il loro comportamento criminoso possa ricevere la giusta condanna sociale da parte di tutta la cittadinanza».

Secondo  Marco De Biasi, presidente di Legambiente Basilicata, «Gli episodi di questi giorni ai danni di lupi e il ritrovamento, risalente a qualche settimana fa, di una lontra uccisa sempre nel Parco denotano l'esistenza di un problema di controllo del territorio. Auspichiamo una più stretta collaborazione fra tutti gli enti territoriali preposti alla vigilanza e alla sorveglianza, auspicando la stretta di un vero e proprio patto per contrastare chi non vuole una reale collaborazione tra tutte le parti impegnate a superare i conflitti tra lupo e zootecnia; Legambiente farà la sua parte rendendosi disponibile a fornire ogni tipo di supporto possa rientrare nelle proprie possibilità».

Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità del Cigno Verde, sottolinea che «Atti come quelli cui assistiamo in questi giorni denotano una certa recrudescenza di episodi violenti perpetrati ai danni di un'importante specie dall'alto valore conservazionistico qual è il lupo. Va ricordato che esistono in realtà già buone pratiche tese a mitigare il conflitto tra l'uomo e la fauna selvatica e, tra queste è in particolare il Progetto Life Wolfnet ad avere come obiettivo quello di ridurre i fattori di rischio per il lupo dimostrando, attraverso le azioni già intraprese nelle aree partner del progetto, come sia possibile sviluppare ed implementare modelli standard per la protezione e la gestione della specie nel contesto appenninico creando, contemporaneamente, un favorevole clima di accettazione tra i vari portatori di interessi locali. Per questo motivo - conclude il rappresentante dell'associazione ambientalista - invitiamo il Parco Nazionale dell'Appennino Lucano Val d'Agri Lagonegrese ad aderire al Progetto Wolfnet entrando così all'interno del previsto network istituzionale creato per uniformare le procedure riguardanti la gestione del lupo».

Gli ambientalisti, con una punta polemica, ricordano che «In quest'ottica, in caso di rinvenimento e successivo recupero di carcasse di lupo, l'Ente Parco dovrebbe pertanto attenersi a delle ben specifiche procedure, attraverso appositi protocolli operativi e diagnostici la cui validità è stata già testata sul campo da progetti come il Life Wolfnet, che dovrebbero prevedere: il rispetto della normativa sanitaria ed ambientale vigente; l'esecuzione di corrette metodiche di gestione e trasporto delle carcasse in grado di non alterare o peggiorarne lo stato di conservazione e rendere eseguibili pertanto le indagini del caso; la tutela dell'area di ritrovamento della carcassa, soprattutto in casi di pertinenza giudiziaria; la formulazione di indirizzi diagnostici preliminari e la predisposizione di indagini necroscopiche e di laboratorio».

 

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