[04/04/2012] News toscana

Via le amministrazioni provinciali: per i sindaci fiorentini riforma inapplicabile

I sindaci fiorentini "non vogliono" gestire le funzioni svolte finora dalle province. O meglio, ritengono che la decisione del Governo di trasferire entro il 31 dicembre 2012 le funzioni provinciali alla Regione e ai comuni sia "inapplicabile" e "irrealistica". Per questo ventisette sindaci della provincia di Firenze hanno scritto al presidente del Consiglio Mario Monti, per esprimere la loro profonda perplessità «sulla decisione del Governo di cancellare le Amministrazioni provinciali, trasformandole in un inutile ente di indirizzo e di coordinamento senza funzioni amministrative».

Sul piano operativo i sindaci dei comuni di Bagno a Ripoli, Barberino Valdelsa, Calenzano, Campi Bisenzio, Dicomano, Fiesole, Figline Valdarno, Firenzuola, Impruneta, Incisa Valdarno, Lastra a Signa, Londa, Marradi, Palazzuolo sul Senio, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano, Rufina, San Casciano, San Godenzo, San Piero a Sieve, Scarperia, Sesto Fiorentino, Signa, Tavarnelle e Vaglia, considerano irrealistico che i comuni del territorio provinciale possano gestire singolarmente «la manutenzione, la progettazione e la realizzazione delle strade, la gestione degli edifici scolastici per la scuola media superiore, la gestione degli sportelli dei Centri per l'impiego, i bandi per la formazione professionale, le competenze ambientali, il piano dei rifiuti con l'individuazione degli impianti, la progettazione e realizzazione di grandi infrastrutture, la gestione del rischio idraulico e molto altro». Ma i sindaci avanzano perplessità anche sulla legittimità Costituzionale e sull'efficienza dal punto di vista dei costi che una simile operazione comporterebbe.

In particolare per gli amministratori locali anche l'eventuale aggregazione per macro funzioni sotto la responsabilità delle Regioni «pare contrastare con il principio di sussidiarietà sancito dall'art. 118 della Costituzione e sarebbe da verificare sul piano dei costi e dell'efficienza in un ente che a nostro avviso dovrebbe occuparsi di legislazione e di indirizzo e sempre meno di amministrazione. Tutto ciò avrebbe solo degli effetti negativi, come la riduzione dei servizi forniti a cittadini e imprese e l'aumento dei costi, perché sarebbero cancellate le economie di scala determinate da una gestione unitaria a livello provinciale, rendendo la provincia più debole e priva di una struttura politica di indirizzo che possa chieder conto dei risultati».

I sindaci spiegano che non sono riluttanti al cambiamento e condividono la necessità di ridurre i costi amministrativi razionalizzando le funzioni ma indicano una strada diversa. «Anche per le province - continuano nella lettera inviata a Monti - vale l'antico problema del nostro ordinamento che soffre di sovrapposizioni e di parcellizzazione delle competenze. È lì che si dovrebbe concentrare la giusta ansia riformista per ridurre sprechi e razionalizzare funzioni, senza mortificare partecipazione e rappresentanza democratica. In particolare, per quanto riguarda direttamente il nostro territorio, stiamo lavorando da più di due anni con il presidente della provincia Andrea Barducci ad un piano di riorganizzazione in termini di area vasta della Toscana centrale, anche sfruttando le potenzialità offerte dall'istituzione della Città Metropolitana, che comprenda le province di Prato e Pistoia e potrebbe portare alla riduzione delle province toscane da 10 a 3 con relativa riduzione degli enti periferici dello stato».

Nella conclusione della lettera i sindaci ricordano a Monti la proficua collaborazione tra livelli istituzionali che a dire il vero non sempre si è verificata. «Tali e tanti sono stati in questi anni gli impegni sottoscritti tra Provincia e comuni sulle materie di nostra competenza, spesso con il coinvolgimento delle rappresentanze sociali ed economiche del nostro territorio, da confermare un quadro di ampia e proficua collaborazione. Vorremmo quindi che il Governo lavorasse a un progetto vero di riforma di tutta la filiera istituzionale che permetterebbe maggiore efficienza e risparmio nel rispetto però delle necessità dei territori e dei cittadini che noi rappresentiamo», hanno concluso gli amministratori.

 

Torna all'archivio