[03/04/2012] News

Global warming, salute mentale e "solastalgia": gli Usa verso una nuova emergenza?

Uragani, inondazioni, siccità e incendi, sono da sempre causa di preoccupazione e angoscia per gli esseri umani, ma se il cambiamento climatico in corso renderà i fenomeni meteorologici estremi ancora più frequenti e potenti, alterando e distruggendo i modelli climatici ai quali ci siamo abituati da millenni, quanto inciderà questo sulla salute mentale delle persone? 

A questa domanda prova a rispondere il rapporto "The Psychological Effects of Global Warming on  the United States: And Why the U.S. Mental Health Care System Is Not Adequately Prepared" pubblicato a febbraio dalla National wildlife federation (Nwf), che indaga su come l'incertezza e lo sconvolgimento causato dall'instabilità del tempo potrebbe portare gli statunitensi ad essere più depressi ed ansiosi, arrivando perfino al suicidio, ma soprattutto spiega cosa si potrebbe fare per prepararci.

Gli Usa, anche se le opinioni sul fenomeno sono diverse, sono stati colpiti recentemente da una impressionante sequenza di catastrofi naturali e il rapporto analizza alcune situazioni a partire dal 2011, compresa la siccità record e gli incendi in Texas, le ondate di calore nell'East Coast, le inondazioni nell'East e nel Midwest e quella che è stata definita la stagione dei "crazy tornado". 

Secondo i due autori dello studio, la psichiatra forense Lise Van Susteren e Kevin  J. Coyle, vice presidente responsabile education and training della Nfw, «La minaccia del cambiamento climatico globale per il benessere psicologico degli americani deve ancora diventare una preoccupazione prioritaria della salute mentale per la comunità degli Stati Uniti, ma sicuramente diventerà uno dei danni collaterali del cambiamento climatico nelle sue molteplici, interessanti e disastrose  forme. Gli operatori della salute mentale e le loro associazioni professionali stanno prendendo nota del problema e rispondendo con linee guida e politiche nuove, ma occorre fare di più. La catastrofe incombente che è il global warming richiede una maggiore attenzione professionale e da parte del grande pubblico. La vastità degli effetti sulla salute mentale del  maltempo estremo, dei cattivi raccolti, della scarsità d'acqua metterà più sotto pressione i sistemi nazionali di cura della salute mentale come mai prima d'ora. I costi economici dell'ignorare l'impatto reale che i disastri legati al clima avranno sulla nostra psiche nazionale e lo spirito americano sono potenzialmente immensi. Le sofferenze umane associate a questi disastri saranno diffuse e andranno molto in profondità. Le implicazioni sulla sicurezza nazionale sono altresì ancora inconcepibili. L'American mental health care deve essere pronta alle prossime pressioni legate al clima che dovrà affrontare. Può iniziare con una migliore formazione e preparazione e può aggiungere la sua voce credibile e importante per bloccare il problema alla fonte sostenendo il taglio delle emissioni di gas serra. La comunità della salute, circa 30 anni fa, si sollevò contro la minaccia di una guerra nucleare ed ebbe un effetto enorme sul rendere il mondo più sicuro dal male fisico e mentale».

Il rapporto in realtà si basa sulle conclusioni di un potente gruppo di psichiatri, psicologi, esperti della sanità pubblica e del clima, e dice che 200 milioni di  americani subiranno il cambiamento climatico: le tempeste costiere e l'innalzamento del livello dei mari interesseranno la metà degli statunitensi  che vivono vicino alle coste, mentre il  70% di quelli che vivono in città avranno a che fare con le ondate di calore. Le alluvioni interesseranno le principali città Usa e prolungate siccità causeranno sofferenze agli agricoltori ed alle loro famiglie: «Alcune malattie mentali possono diventare croniche, perché con il tempo non si sa mai cosa stia per accadere».

Gli Usa spendono ogni anno 300 miliardi di dollari per i servizi di salute mentale e per le conseguenti perdite di ore di lavoro e con il tempo probabilmente questa cifra aumenterà. Van Susteren e Coyle, sottolineano: «Attualmente non possiamo sapere quanto pesante sarà il pedaggio per la nostra psiche, ma, in breve tempo, lo sapremo fin troppo bene. Il riscaldamento causerà ferite profonde a molte persone, a decine di milioni».

Il team di ricercatori che ha collaborato allo studio prevede un aumento di depressione, ansia, disturbo post traumatico da stress, abuso di sostanze, suicidio e violenza. Il peso ricadrà come sempre soprattutto sui più deboli: i bambini, gli anziani e coloro che già hanno problemi mentali, così come sui più poveri e svantaggiati che sono, per esempio, meno in grado di pagare l'aria condizionata durante un'ondata di caldo. Ma «le vittime possono comprendere anche membri delle forze armate, che saranno inviati all'estero per aiutare nelle catastrofi straniere che ne porteranno le cicatrici psicologiche al loro ritorno a  casa».  

Il rapporto fa riferimento allo stato mentale di "solastalgia", un termine coniato dal filosofo australiano Glenn Albrecht nel 2003, mentre rifletteva sugli effetti di una fortissima siccità nel New South Wales. «Non è la nostalgia, che è la malinconia causata dalla mancanza di una casa ormai lontana - spiega lo studio -  Invece è l'angoscia causata dall'alterazione dell'ambiente della propria casa in una nuova inquietante normalità». E il sistema sanitario statunitense non sembra per niente preparato  ad affrontare tutto questo. 

«La nostra speranza  - concludono Van Susteren e Coyle -  è che questo messaggio aiuterà ad affrontare il problema del global warming,  mentre i professionisti si preparano agli inevitabili problemi di salute mentale che senza dubbio vedremo.  I professionisti della salute mentale avranno bisogno di una nuova attenzione e di nuova energia per aiutare coloro che saranno più gravemente ammalati a causa del global warming».

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