[02/04/2012] News

Profughi nucleari delle Isole Marshall

Onu: «Dopo pił di 60 anni deve essere ancora trovata una soluzione»

Calin Georgescu, relatore speciale Onu sugli obblighi dei diritti umani legati alla gestione dell'ambiente e smaltimento di sostanze e rifiuti pericolosi, ha avvertito che «Una soluzione durevole deve ancora essere trovato per lo spostamento delle comunità colpite dai test nucleari di più di sessanta anni fa nelle Isole Marshall. Ho ascoltato le preoccupazioni e le storie delle comunità colpite da Bikini, Enewetak, Rongelap e Utrik. Come risultato dei test nucleari, tutte queste comunità hanno sofferto la dislocazione, in un modo o nell'altro, dal loro modo di vita indigena».

Tra il 1946 e il 1958, in questo paradiso insulare allora sotto amministrazione fiduciaria Onu da parte degli Usa, furono effettuati circa 67 test di armi nucleari e la denuncia di Georgescu è ancora più pesante perché viene da un relatore speciali dei diritti umani, cioè di quelle personalità incaricate dall'Onu di riferire sulla situazione di un Paese o un tema specifico dei diritti umani, un incarico onorario di esperti indipendenti, che non fanno parte dello staff dell'Onu, e che non sono pagati per il loro lavoro.

Georgescu, ha appena finito la sua prima missione nelle isole Marshall, oggi indipendenti ma strettamente legate agli Usa, e ha detto che molte comunità «Si considerano "'nomadi" nel proprio Paese e molti stanno soffrendo per gli effetti a lungo termine sulla salute». Poi ha sottolineato «La necessità di misure strategiche e a lungo termine per affrontare le conseguenze del programma di test nucleari e per garantire un progresso sostenibile e far fronte alle sfide specifiche poste dal cambiamento climatico nel Paese».

Durante i quattro giorni della sua missione, Georgescu ha incontrato il presidente delle Isole Marshall Christopher J. Loeak, i rappresentanti del governo di Dalap-Urriga-Darrit, ministri, senatori, alti funzionari, esperti, accademici, esponenti della società civile, comunità locali e giornalisti ed ha esortato il governo delle Marshall, gli Stati Uniti e la comunità internazionale «A trovare modi efficaci per risanare la situazione per le persone colpite. Le comunità colpite sono alla ricerca di soluzioni, ma stanno ancora cercando di ottenere di essere inserite in una zona dove sia possibile svolgere una vita simile a quella che loro e le loro famiglie hanno vissuto prima di essere sfollate. Ognuna delle comunità di questi quattro atolli colpiti ha una storia unica in rapporto al test nucleari e ciascuna ha bisogno di soluzioni appropriate» .

Georgescu ha sottolineato che «L'educazione sarà la chiave per la sopravvivenza a lungo termine del Paese, in quanto vi sarà una crescente esigenza di preservare in modo sostenibile il patrimonio culturale e ambientale del Paese, compreso il Atollo Bikini che è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco».

A settembre Georgescu presenterà il suo rapporto finale sulle conseguenze dei test nucleari nelle Marshall al Consiglio dei diritti umani dell'Onu.

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