[29/03/2012] News

Tav: la Val di Susa risponde al governo e Legambiente appoggia le osservazioni

Stamani La Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone ha presentato 24 pagine di osservazioni al documento del Governo italiano "Tav Torino-Lione, domande e risposte" e il presidente Sandro Piano ha detto che «Le risposte presentate sono improprie, imprecise e non risultano soddisfacenti a chiarire con il rigore e la qualità auspicabili le motivazioni di un'opera così costosa e impattante. In attesa di poter avviare un serio confronto basato su dati oggettivi e su criteri di valutazione verificabili con metodo scientifico, si propone nel file allegato una lettura critica dei contenuti del documento governativo.

L'analisi è frutto dell'impegno collettivo degli Autori afferenti alla Commissione Tecnica «Torino-Lione» della Comunità Montana Val Susa e Val Sangone e del contributo di esperti esterni in varie materie. Ha comportato alcune centinaia di ore di lavoro prestate a titolo personale e non retribuite».

Fabio Dovana, presidente Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta dice che «Il documento presentato dal Governo il 9 marzo scorso non convince e non risponde ai dubbi sull'utilità dell'opera e sulla sua realizzazione. I concetti riassunti nelle risposte del Governo non sono supportati da dati verificabili e paiono uno spot più che un documento tecnico. Inoltre la vera questione aperta rimane l'utilità dell'opera e non le modalità della sua realizzazione; i flussi di traffico ipotizzati sulla direttrice interessata dal progetto non giustificano la realizzazione di un'opera così costosa e impattante che sarebbero invece soddisfatti da un ammodernamento della linea ferroviaria storica ad oggi ampiamente sottoutilizzata»

Il documento della Comunità Montana affronta anche un'altra questione calda: Qual è la dimensione reale del dissenso delle amministrazioni locali? Nel documento governativo si legge che: «I Comuni italiani contrari sono circa una dozzina, se si considerano quelli direttamente interessati dalla realizzazione di tratte in superficie e/o cantieri sono solo due le amministrazioni contrarie, Chiusa S. Michele e S. Ambrogio».

Ma la Comunità Montana ribatte: «Anche questo non corrisponde al vero. I Comuni che hanno votato delibere ufficiali contrarie all'opera sono 25: Oulx, Giaglione, Gravere, Venaus, Novalesa, Mompantero, Moncenisio, Bussoleno, Mattie, San Giorio, Chianocco, Bruzolo, San Didero, Villarfocchiardo, S.Antonino, Vaie, Chiusa San Michele, S.Ambrogio, Caprie, Villardora, Almese, Caselette, Avigliana e Alpignano e Rivalta di Torino. Inoltre, anche i Comuni considerati "favorevoli" non hanno mai deliberato ufficialmente di approvare incondizionatamente l'opera, esprimendo anzi pareri dubitativi in numerosi casi» (...) Inoltre l'unica Comunità Montana territorialmente competente, quella della Val Susa e della Val Sangone, è sempre stata contraria ed ha continuamente presentato osservazioni ai progetti e ricorsi legali. Non è corretto comunque considerare solo la popolazione residente nei comuni coinvolti dal tracciato della linea, perché gli impatti di un'opera così grande sono distribuiti su un territorio ben più vasto».

Secondo Legambiente anche l'ennesima bozza bi-partisan del progetto presentata ieri da Regione Piemonte, Provincia e Comune di Torino, «Oltre a non coincidere con quella presentata al Cipe, si concentra unicamente sulla costruzione del tunnel di base non affrontando affatto il problema delle strozzature ai due estremi (tra Avigliana e Torino in Italia e a Chambéry in Francia). A cosa servirebbe quindi un tunnel con una grande capacità se non vengono prese in considerazione le strozzature? Tutta questa attenzione solamente alla costruzione del tunnel, proprio dove si concentra la voce di spesa maggiore, potrebbe indurre a pensare che gli interessi in gioco siano tutt'altro che trasportistici. Meglio sarebbe concentrarci invece sull'obiettivo apparentemente comune tra i fautori dell'opera e gli ambientalisti, cioè lo spostamento delle merci da gomma a rotaia».

Il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, sottolinea che «La mancata volontà da parte del Governo italiano di andare nella direzione del passaggio dal ferro alla rotaia è confermata anche dal mancato recepimento del Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi. Inoltre, un segnale fin troppo chiaro viene dalla società autostradale della Val Susa che sta investendo nel raddoppio del tunnel autostradale e come se non bastasse un altro paradosso è che si sono investiti milioni di euro per l'ammodernamento del tunnel ferroviario del Frejus, ma per un errore di progettazione la galleria modificata non consente il passaggio dei container».

Per Dovana «Il passaggio da gomma a ferrovia è un obiettivo nazionale da porsi seriamente ed è doveroso cercare le risposte guardando alla radice delle questioni. Il freno allo sviluppo del trasporto merci su rotaia in Italia non è posto dalla mancanza di infrastrutture ma dalla carenza di una politica trasportistica che privilegi il ferro a svantaggio del trasporto su gomma. Fin quando converrà trasportare le merci sui tir, grazie anche agli incentivi statali mai negati agli autotrasportatori e alle nuove autostrade e tangenziali in fase di costruzione o progettazione sul nostro territorio, non vedremo risultati».

Per leggere il documento integrale della Comunità Montana:
http://www.cmvss.it/writable/6baa35f5-cabe-102f-8a02-ec4fc5f16529.pdf

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