[28/03/2012] News toscana

Padule di Fucecchio, Legambiente (ri)scrive alle istituzioni

Ennesima lettera di Legambiente alle province di Pistoia e Firenze ed ai sindaci per sollecitare una maggiore attenzione ed interventi per il Padule di Fucecchio. Questa volta però c'è anche la firma di Legambiente Toscana insieme a quella dei circoli del Cigno Verde della Valdelsa e della Valdinievole. Gli ambientalisti si  rivolgono nuovamente alle istituzioni perché sono «sempre più convinti che il Padule di Fucecchio sia un'area di prioritaria importanza ai fini della conservazione della natura, con potenzialità turistiche notevoli, delle quali sarebbe opportuno avvalersi un periodo di crisi economica come quello attuale. Molti soggetti, anche pubblici, parlano di fruibilità del Padule, ma deve essere chiaro che l'area palustre è molto fragile (oltreché caratterizzata una notevole frammentazione delle proprietà, in gran parte private) e occorre stare molto attenti a non danneggiare l'importante patrimonio naturale presente».

Legambiente Toscana ed i suoi circoli locali  sono convinti che «le aree protette non debbano essere santuari inaccessibili, ma certo almeno essere attrezzate e di dimensioni sufficienti per sostenere un importante flusso turistico», e ricordano che per questo nel 2011 i nostri Circoli Valdelsa e Valdinievole  «hanno presentato all'assessore Bramerini ed alle province di Pistoia e Firenze un piano di fruibilità del Padule di Fucecchio  che certo non ha la presunzione di essere esaustivo, ma che può essere una buona base di lavoro per dare un futuro di turismo importante, ma sostenibile, a questa importante area».

La superficie protetta del sito Padule di Fucecchio riguarda solo circa il 10% dell'area perimetrata come Sic e Zps e, «inoltre solo la Riserva naturale istituita dalla Provincia di Pistoia risulta gestita correttamente - dice Legambiente. La limitatezza delle aree protette è stata sottolineata più volte come una delle criticità maggiori ai fini della conservazione della biodiversità del sito, sia da istituzioni scientifiche come l'Ispra (ex Infs), che dalla stessa Regione Toscana. Quest'ultima, nell'ambito della propria attività di pianificazione ha prescritto reiteratamente alle Province di Firenze e Pistoia di ampliare, su basi tecnico-scientifiche,  la superficie protetta del sito e di attuare una gestione coordinata ed omogenea».

Secondo il Cigno Verde «le modeste dimensioni delle riserve naturali e delle aree di proprietà pubblica rappresentano un forte limite anche per le attività di fruizione dell'area e di conseguenza per lo sviluppo di un turismo naturalistico-culturale che potrebbe avere, integrato col turismo termale, un ruolo di primaria importanza per l'economia della Valdinievole».

Gli ambientalisti pensano da tempo che questa grande area palustre «potrebbe rappresentare una straordinaria opportunità per far decollare l'ecoturismo sul nostro territorio, ma la fruizione turistica del Padule di Fucecchio non dovrà né potrà prescindere dalla conservazione della biodiversità che esso ospita, non fosse altro perché essa rappresenta il principale elemento di attrazione», e ricordano che «secondo l'Onu (2012) il giro d'affari in zone palustri, lagunari, fiumi, laghi, ammonterebbe a circa 925 miliardi di dollari l'anno

Sempre secondo il Consiglio delle Nazioni Unite, poi, "un turismo incontrollato può danneggiare habitat, animali, e piante ed anche avere un impatto negativo sulle comunità locali, viceversa un turismo responsabile può promuovere e dare una mano alle zone umide. Il turismo "green" può contribuire a proteggere l'ambiente e aiutare a conservare la biodiversità, rispettare le comunità locali, i loro valori e le loro culture e fornire benefici socio-economici a tutti gli operatori, assicurando posti di lavoro e servizi per le popolazioni residenti".

Tra l'altro, venendo ai dati che riguardano il nostro paese, il turismo "natura" è tra quelli che ha sofferto meno la crisi economico-finanziaria: secondo l'ultimo rapporto elaborato dall'Osservatorio Ecotur, nel 2010 ha fatturato 10,75 miliardi di euro. Parchi e aree protette catturano il 34% del turismo "verde", seguiti da montagna (20%), turismo rurale (12%), mare-riserve marine (10%) e "borghi più belli d'Italia" (9%). Secondo l'indagine condotta da Fondazione Univerde e Ipr Marketing, il principale motivo di attrazione nella scelta di una meta turistica per gli italiani è principalmente la natura incontaminata e le bellezze paesaggistiche».

La lettera si conclude sottolineando come «la quasi totalità delle proposte da noi formulate circa l'allargamento delle aree protette del Padule di Fucecchio riflettano il contenuto di documenti approvati dalle varie amministrazioni pubbliche competenti (principalmente Regione Toscana e Province di Pistoia e Firenze) e costituiscano quindi impegni fino ad ora disattesi.

Progettare la fruibilità del Padule senza prima avere affrontato il problema dell'adeguamento delle aree protette (cioè senza aver creato le premesse per inserire le attività di visita in un quadro di compatibilità con la conservazione) e senza puntare sulla maggiore attrattiva turistica di quest'area, che risiede nella grande ricchezza e nel fascino della biodiversità della palude, rischia di rivelarsi un'operazione fallimentare sotto il profilo del risultato e pericolosa per la conservazione dell'importante flora e fauna del Padule»

 

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