[28/03/2012] News toscana

Disastri ecologici e diritti umani: il ruolo dei community organizer

Firenze teatro dell'incontro organizzato dal  Robert F. Kennedy Foundation of Europe e dal Caffè Letterario dedicato al "Manifesto per la Felicità: il ruolo dei community organizer dopo i disastri ecologici". All'evento, inserito nell'ambito dell'iniziativa "Human Rights Tuesday Night", condotto da Domenico Guarino e andato in diretta su Controradio, hanno partecipato Stephen Bradberry Community organizer americano, Stefano Bartolini, docente di Economia politica ed Economia sociale presso l'Università di Siena ed autore del libro "Manifesto per la felicità".

Come passare dalla società del ben-avere a quella del ben-essere", Federico Gasperini, biologo, responsabile Commissione Acque e difesa del suolo di Legambiente Toscana e collaboratore storico di greenreport.it. Bradberry, che per il suo lavoro in favore dei diritti economici e sociali dei residenti di New Orleans e dei sopravvissuti all'uragano Katrina sulla Costa del Golfo, ha ricevuto il Robert F. Kennedy Human Rights Award nel 2005, ha spiegato in cosa è consistito il suo lavoro: «abbiamo organizzato le famiglie a basso reddito e senza casa per assicurare la loro partecipazione nel processo di recupero. Il nostro lavoro è stato a sostegno del diritto dei profughi di tornare nelle loro città e di essere trattati con equità e dignità, e abbiamo aiutato ad assicurare che le comunità marginalizzate negli Stati Uniti avessero una voce nel processo di recupero».

Insieme al RFK Center, Bradberry ha co-fondato il Gulf Coast Civic Works Campaign, una partnership tra le comunità, organizzazioni studentesche, di lavoro e dei diritti umani della Costa del Golfo e dei loro alleati a livello nazionale che patrocinano leggi federali per creare posti di lavoro con stipendi che consentano alle famiglie di tornare a casa, ricostruire i loro quartieri e reintegrare l'ambiente in comunità ancora in fase di recupero dopo gli uragani Katrina e Rita, e più recentemente Gustav e Ike. Bradberry insieme al RFK ha lavorato anche alla riorganizzazione del tessuto sociale della comunità del Golfo dopo la fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma BP, in cui si è palesata, oltre al disastro ambientale, anche una grave crisi dei diritti umani che colpisce la salute e il sostentamento di migliaia di persone in tutta la Costa del Golfo.

Bartolini ha preso come riferimento, tra gli altri, per il suo "Manifesto per la felicità" proprio il caso americano del post Katrina partendo da qualche secolo prima. «Tocqueville alla fine dl Settecento rimase colpito dalla grande socialità degli americani. L'uguaglianza delle condizioni, la coesione, la facilità dei contatti la solidarietà gli parvero più elevati rispetto a quelli del Vecchio continente.

Dopo Katrina nel 2005 gli europei e il mondo rimasero impressionati dal clima sociale creatosi nei giorni successivi al disastro. A New Orleans a contrario di quanto avviene di solito in Europa non c è stata solidarietà ma nelle strade ci furono sparatorie, saccheggi, l'esercito invitato a sparare e rispondere con la forza».

La tesi di Bartolini è che il modello di sviluppo, trainante negli Usa, quello del capitalismo sfrenato abbia messo in crisi le relazioni sociali (questo è avvenuto non solo in America ma anche in altri paesi del nord del mondo). «La domanda che ci dobbiamo porre è che prezzo siamo disposti a pagare per la prosperità economica. Il caso americano mette in evidenza che se tale prezzo è quello dei beni che per noi sono veramente importanti, come le relazioni, allora il gioco della crescita economica non vale la candela del benessere: non è tanto lo sviluppo che conta per il benessere quanto la sua qualità sociale». Gasperini ha evidenziato come professionalità tipo quella di Bradberry purtroppo siano sempre più necessarie perché gli eventi climatici estremi si stanno ripetendo con maggiore frequenza. «A parte quello che pensano gli eco-scettici ci sono ormai evidenze scientifiche acclarate che confermano questi disastri come effetti dei cambiamenti climatici dovuti ai gas serra prodotti dalle attività antropiche. E' necessario trovare strade di mitigazione e di adattamento a questi fenomeni sapendo che è impossibile raggiungere il rischio zero. Strade che devono passare per investimenti in attività di prevenzione e di rispetto del territorio che non può continuare ad essere cementificato.  Dobbiamo chiederci perché l'acqua che viene da cielo, anche quando è molta e cade in tempi ristretti come è successo ad esempio recentemente in Lunigiana, debba causare disastri simili con perdita di vite umane. La concausa è lo sviluppo urbanistico senza attenzione per l'ambiente, si è costruito dentro gli alvei dei fiumi per poi andare a dire che la colpa è dei vincoli imposti dalle autorità di bacino».

Gasperini che si è soffermato anche sull'altra faccia della medaglia rappresentata dall'emergenza siccità che sta colpendo la Toscana, ha concluso con  quella che ha suo modo di vedere è la strada da seguire. «Crescita culturale, ricambio della classe dirigente meno sensibile a livello globale e locale alle potenti lobby economiche, partecipazione dal basso e sviluppo improntato alla sostenibilità ambientale ed economica l'unico che può garantire equità sociale e mantenere le risorse per le generazioni future».

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