[27/03/2012] News

Nuova direttiva Ue sull’efficienza energetica: il mese di aprile sarà decisivo

Ci stiamo avviando verso la fase finale per il "varo" della nuova direttiva sull'efficienza energetica (in base al calendario dell'Europarlamento dovrebbe essere adottata in plenaria a giugno), ma ci sono ancora nodi da sciogliere nonostante i palesi vantaggi per l'interesse generale (quelli ambientali, e non solo) e specifici per alcuni settori produttivi.

Secondo le stime della Commissione europea, la nuova direttiva sull'efficienza energetica porterà ad un aumento del Pil dell'Ue di 34 miliardi di euro l'anno e alla creazione di 400mila posti di lavoro entro il 2020. «Applicando la proposta della nuova direttiva sull'efficienza energetica - ha spiegato Paul Hodson, capo unità della DG energia della Commissione Ue - ci sono diverse opportunità per l'industria, ma il potenziale principale dei risparmi non è in questo settore. Il 90% di potenziale per risparmi efficaci dal punto di vista dei costi è già stato realizzato dall'industria, rispetto invece al 70%-75% da parte dei fornitori di energia e al 75%-80% dei consumatori. Inoltre la direttiva comporta nuovi diritti per le imprese: se sei un'azienda che produce calore ed energia combinati per i tuoi consumi interni, puoi vendere l'energia che non serve, con un accesso prioritario alla rete».

Uno dei nodi principali da sciogliere, prima di arrivare al vario della direttiva, resta quello della tipologia e della percentuale annuale del totale di edifici pubblici da sottoporre a riqualificazione energetica. «E' un tema su cui i negoziati con Stati membri e Parlamento europeo ad aprile andranno avanti - ha continuato Hodson - il motivo è che gli Stati si riferiscono solo agli edifici del governo centrale. In Stati federali come Germania o Belgio includerebbero anche quelli del governo regionale, ma non ad esempio le regioni italiane. Invece il Parlamento europeo ha un'altra idea, che prevede di limitare il rinnovamento degli edifici pubblici dal 3% al 2,5% l'anno, ma che includa tutto il settore pubblico».

Comunque tra pochi giorni (l'11 aprile) inizieranno le trattative tra commissione e Stati membri al Parlamento europeo dove, informa l'eurodeputato del Pdl Antonio Cancian, «è stato raggiunto un delicatissimo equilibrio fra i gruppi politici. Non è un momento questo per aggravi economici, ma nella proposta del Parlamento europeo è stato raggiunto un equilibrio, che prevede obiettivi vincolanti», cioè l'obiettivo complessivo di risparmio energetico primario che è stato fissato a 360 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (di cui 49 milioni di tonnellate per l'Italia).

«Se gli Stati non si accordano su questi obiettivi vincolanti - ha continuato Cancian - allora si applicheranno le misure vincolanti, cioè il rinnovo obbligatorio del 2,5% degli edifici pubblici ogni anno e un risparmio energetico dell'1,5% l'anno da parte dei distributori di energia. Dobbiamo assolutamente mettere dei paletti fissi per la riduzione del 20% del consumo energetico entro il 2020» ha concluso l'eurodeputato Pdl.

 

Torna all'archivio