[21/03/2012] News

Agricoltura, Aiab: spostare le risorse della ricerca dall'agroindustria all'agroecologia

La Giornata Mondiale dell'Acqua che si celebrerà domani, porrà l'attenzione in modo particolare sui rapporti tra acqua ed alimentazione. Il legame tra acqua e cibo, si intuisce, è a doppio filo. Dal punto di vista quantitativo una popolazione in aumento richiederà sempre più cibo per ottenere il quale, lungo la filiera produttiva, sarà necessaria moltissima acqua.

Acqua che è sempre più scarsa. Quella disponibile poi è degradata da varie forme di inquinamento derivanti anche da agricoltura e zootecnia, settori dedicati principalmente alla produzione di cibo. Del resto con acqua di peggiore qualità si producono alimenti più scadenti. Lavorare per prelievi accettabili di risorsa idrica e per migliorare la qualità dell'acqua significa in parallelo lavorare per ottenere un'agricoltura sostenibile cioè poco inquinante, che garantisce un uso efficiente delle risorse, maggiore biodiversità e che ha necessità a monte di attività di ricerca ed innovazione che deve essere adeguatamente sostenuta.

In tal senso notizie di qualche conforto arrivano dall'Europa. La ricerca pubblica europea per il periodo 2014-2020 sarà finanziata con il programma quadro Horizon 2020, che investe 86 miliardi di euro su diversi settori e priorità, tra cui alcune linee di finanziamento interessano specificamente l'agricoltura sostenibile.

Infatti nella categoria "Le sfide della società", il programma quadro prevede le priorità di ricerca su "Uso efficiente delle risorse e mutamento climatico" e "Sicurezza alimentare e agricoltura sostenibile", priorità che interessano entrambe i sistemi agroecologici come il biologico. 

«I finanziamenti pubblici per la ricerca in agricoltura dovrebbero essere spesi per rispondere alle sfide di interesse collettivo - ha dichiarato la vicepresidente dell'Aiab Cristina Micheloni e membro di TP organics (piattaforma tecnologica europea per il settore biologico)- L'agricoltura biologica è il modello agricolo che meglio può rispondere a esigenze quali l'uso efficiente delle risorse naturali, l'equilibrio agroecologico e l'adattamento ai mutamenti climatici. Sarebbe pertanto opportuno che il raggiungimento della sicurezza alimentare attraverso modelli produttivi sostenibili goda di peculiare attenzione della ricerca pubblica, privilegiando proprio il biologico e i sistemi agroecologici, anziché l'agroindustria come avviene oggi. Vista la scarsità delle risorse naturali, il degrado dei suoli e dei sistemi agroecologici in corso - ha continuato Micheloni -, l'agricoltura del futuro deve essere in grado di produrre cibo sano in quantità sufficiente per tutti, ma in modo rigorosamente sostenibile, utilizzando in modo efficiente le risorse, riducendo i propri input di carbonio, preservando i servizi ecosistemici di natura e beni comuni e combinando l'obiettivo della sicurezza alimentare con quello della tutela della biodiversità vegetale e animale».

Queste sono le tesi, assolutamente condivisibili, che Micheloni ha portato in audizione di fronte alla Commissione per l'Industria, la Ricerca e l'Energia del Parlamento europeo, presentando le richieste e le proposte del mondo bio circa l'uso dei fondi per la ricerca e l'innovazione in agricoltura. La discussione infatti sui criteri per orientare i finanziamenti nell'ambito dei singoli settori e delle singole priorità, è ancora aperta. «Prioritario anche che la ricerca si traduca in innovazione sostenibile e accessibile, se non partecipata, ovvero di essere applicata nei campi e nelle aziende. Horizon 2020 deve quindi includere misure e metodi per portare i risultati delle indagini scientifiche nei campi, a beneficio della collettività» ha concluso la vicepresidente dell'Aiab.

 

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