[21/03/2012] News toscana

Riapertura dei carceri a Pianosa e all'Asinara. No bipartisan di Pd e Pdl

L'ipotesi del ministro della giustizia Paola Severino di riaprire i carceri di massima sicurezza a Pianosa e all'Asinara, dopo essere stata immediatamente stroncata da Legambiente, non sembra convincere molti, sia per i costi economici e ambientali che per i tempi che richiederebbe per risolvere quella che viene presentata come urgenza.

I no arrivano da entrambi gli schieramenti.
Sandro Favi, responsabile nazionale carceri del Pd non ha dubbi: «Il Pd è decisamente contrario a qualsiasi ipotesi di riapertura degli istituti penitenziari di Pianosa e Asinara. Negli anni passati, dopo una lunga e travagliata disputa, si è riusciti a restituire le due isole ospitanti le carceri alla loro più appropriata destinazione di parchi naturali. "Siamo convinti che le esigenze penitenziarie, anche quelle più sensibili ai problemi della sicurezza, possono trovare soluzione su altri istituti presenti e futuri, senza rimettere in discussione scelte già prese».

Sulla questione è intervenuto anche l'ex delle infrastrutture del Pdl Altero Matteoli che la situazione di Pianosa la conosce bene come ex ministro dell'ambiente che condusse un lunghissimo braccio di ferro con la Regione Toscana sul commissariamento del Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano. «Appena il ministro della Giustizia, Paola Severino avrà tutte le informazioni necessarie - ha detto Matteoli - ritengo che accantonerà l'idea di riaprire il carcere a Pianosa. Le attuali condizioni della struttura di pena, i costi eccessivi per riattivarla, per raggiungerla e per gestirla sconsigliano una riapertura del carcere».

Tra le poche voci a favore quella del senatore del Pd Giuseppe Lumia, che quando era presidente della Commissione antimafia di cui fa parte propose la riapertura dei carceri speciali nelle isole: «L'audizione del ministro Severino è stata molto positiva. Sulla lotta alla mafia il governo apre un'interlocuzione con la Commissione antimafia vera e operativa. Ci sono state diverse proposte che hanno trovato una convergenza: introduzione del rating antimafia per le imprese e del reato di auto riciclaggio, potenziamento dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati con l'istituzione di sedi periferiche. Il 41 bis è un ottimo strumento ma la sua applicazione va sempre migliorata. Ho molto apprezzato la disponibilità del governo ad applicare la legge sul 41 bis nella parte in cui prevede la riapertura delle carceri di massima sicurezza nelle zone insulari, come nelle isole di Pianosa e dell'Asinara. È possibile farlo nel pieno rispetto dell'ambiente, anzi promuovendo la tutela ambientale. Così la lotta alla mafia farebbe un notevole salto di qualità».

Gli rispondono i senatori del Partito democratico Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, «Riaprire le isole-carceri di Pianosa e dell'Asinara significherebbe far calare nuovamente una cortina di ferro su territori che negli ultimi anni sono stati riconvertiti e valorizzati sotto l'aspetto turistico-ambientale. Inoltre i costi di una simile operazione, tra riapertura e gestione, sono tali da renderla decisamente sconsigliabile. La riapertura delle "supercarceri" di Pianosa e dell´Asinara impedirebbe di fatto tanto la tutela di aree preziose dal punto di vista ambientale quanto la loro fruibilità. Non si tratta di mettere in dubbio l' applicazione delle norme sui detenuti in regime ristretto, e il rispetto dei diritti alla socialità, ma l'esperienza di Pianosa e dell'Asinara è stata archiviata con cognizione di causa anni fa, e non c'è nessun nuovo elemento che possa giustificare questo ritorno al passato».
Il presidente di centro-destra della Sardegna, Ugo Cappellacci, è ancora più tranciante del suo collega di Partito: «La proposta di riutilizzare l'Isola dell'Asinara per ospitare detenuti è irricevibile. La Sardegna sta andando in tutt'altra direzione: quella di uno sviluppo turistico dell'isola basato su progetti sostenibili e compatibili con l'ambiente. Abbiamo attivato dei percorsi per realizzare l'albergo diffuso, un centro diving, un centro velico, un ristorante a chilometri zero, ittiturismo e altre attività legate al chartering nautico. Vogliamo che l'Asinara diventi l'emblema di uno sviluppo che porti non solo benessere economico ma anche un miglioramento della qualità della vita nel rispetto dei valori della società sarda. Non accetteremo che tali attività siano messe in discussione in nome di proposte anacronistiche».

Ancora più duro il deputato del Pdl Mauro Pili: «Le esternazioni del ministro Severino sulla possibile riapertura del carcere dell'Asinara sono fantasie che appartengono più alle provocazioni che alle cose serie. Si occupasse il ministro dei vuoti in organico delle carceri sarde piuttosto che riproporre temi e argomenti che non appartengono più alla disponibilità del suo dicastero. Mi sembra di rileggere affermazioni d'altri tempi di chi pensava di vedere la Sardegna come la Cayenna d'Italia. Una visione che pensavamo definitivamente decaduta proprio con la chiusura dell'Asinara. Forse non sa il Ministro che quell'isola ora è un'area destinata a parco naturale e che i progetti di sviluppo non riguardano carceri, ma turismo e valorizzazione ambientale. Questi Ministri che parlano senza cognizione di causa farebbero bene a studiare i problemi prima di parlare a vanvera».
Il deputato Pd Guido Melis, membro della Commissione giustizia dice che «Il Ministro Severino sbaglia. Non si può ricacciare l'Asinara nel tunnel del carcere speciale. L'isola, il comune di Porto Torres e la Sardegna hanno pagato pesantemente sia in termini di vincoli allo sviluppo sia per i riflessi sulla criminalità locale. Sull'Asinara esistono progetti importanti legati al parco e al rilancio turistico. Non è tollerabile che, sia pure per esigenze che capiamo, si prescinda dalla comunità locale e dagli interessi di una regione già tanto penalizzata dalla crisi. Chiederemo l'immediata mobilitazione di tutti e garantiamo il nostro impegno per scongiurare questo disastroso salto all'indietro».

Torna all'archivio