[20/03/2012] News

Un fantasma omicida si aggira per l'Europa

Il neonazismo razzista e la fortezza europea identitaria

Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha dichiarato il massimo livello di allerta terrorismo dopo l'orrenda strage davanti alla scuola ebraica di Tolosa, e Claude Guéant, il ministro degli interni, ha detto oggi su Europe 1 che gli inquirenti non  hanno ancora identificato l'assassino in scooter che probabilmente ha massacrato i bambini ebrei e i militari magrebini a Montauban. Rendendo, in due gesti di odio estremi, "uguali" i nemici islamici e giudei, riducendoli ad un pregiudizio disumanizzato che sputa pallottole, bastonate fuoco omicida un po' in tutta Europa, dalla civile Norvegia alle periferie tedesche, dai licei italiani alle strade insanguinate del Midì francese. 

Quello che probabilmente è un ex militare neonazista avrebbe addirittura filmato la strage di bambini colpevoli solo di avere genitori che professano una religione diversa. Questi terribili fantasmi riemergono dalla storia dimenticata, dal revisionismo comprensivo, dalla destra sempre più populista,  incarnandone la faccia più feroce, quella che trasforma vaneggiamenti in pallottole, sia a Firenze che a Tolosa, come nell'isoletta norvegese dove i giovani socialdemocratici hanno perso la loro innocenza. Come per  Al Qaeda, nel mirino del neo-nazismo e dell'estrema destra che vaneggia di Patrie ed Europa cristiana ci sono i veri simboli dell'occidente: la tolleranza religiosa,  il multiculturalismo, l'integrazione degli immigrati, il rifiuto del razzismo.    

Guéant resta prudente:  «Effettivamente delle inchieste sono in  atto su dei militari cacciati dall'esercito e che potrebbero avere uno spirito di vendetta (...) che hanno potuto esprimere delle opinioni neo-naziste è vero  (,...) questa è una pista, ma tra le altre, non è specialmente privilegiata», ma la pista del "pazzo" islamico integralista sembra essere ormai solo una flebile ipotesi. L'ipotesi più concreta sembra essere quella del 17esimo  RGP di Montauban, al quale appartenevano i militari assassinati il 15 marzo, e che, come ha rivelato Le Canard enchaîné, avevano denunciato ai loro superiori manifestazioni neo-nazista all'interno della caserma. 

Oggi  tutte le scuole francesi hanno osservato un minuto di silenzio per le vittime e nelle aule è aleggiato il nero fantasma dell'uomo tatuato, alto 1 metro e 75, con casco e vestiti neri, che ha seminato la morte e poi si è dileguato sul suo potente  scooter Yamaha T-Max.

Le pallottole che hanno spezzato le vite dei bimbi ebrei e del rabbino di Tolosa sono le  stesse che hanno ucciso i paracadutisti di origine maghrebina il 15 marzo. La polizia giudiziaria francese descrive l'assassino come «Metodico e determinato» e dice che ha agito da solo. La polizia privilegia ormai la pista dell'estrema destra e sembra convinta che non si tratti dell'opera di un pazzo, ma di un estremista vomitato dall'inferno di ideologie che hanno rischiato di distruggere il mondo, tollerate ed a volte in modo complice appoggiate da uomini della "destra di governo" che ne hanno sdoganato il populismo razzista, creando un brodo di cultura che ha reso "legittime" idee e parole che erano state gettate nella pattumiera della storia dalla resistenza anti-fascista e dalla sconfitta del nazismo. 

Non è un caso che in Francia siano state rafforzate le misure di sorveglianza sia davanti alle sinagoghe che alle moschee, ma anche nei luoghi istituzionali e pubblici, temendo un ulteriore "salto di qualità" neo-nazista che mirerebbe alle istituzioni democratiche o ai partiti, come avvenuto in  Norvegia con la strage dei ragazzi socialdemocratici.

François Seet scrive su Liberation, listata a lutto con una prima pagina nera dedicata a tutte le vittime, «Che si tratti di esequie militari che onorano i parà morti o di un kaddish per i bambini uccisi ed il loro professore, la Francia è in lutto. E' azzardato dare dei giudizi sui motivi del killer che ha apparentemente usato la stessa arma in tre serie di omicidi. Quale legame possiamo stabilire tra un crimine antisemita davanti ad una scuola ebraica e l'assassinio di militari francesi due dei quali sono musulmani? Niente permette di confermare la tesi  di crimini razzisti o di scartare la pista di  uno  psicopatico. Allo stato dell'inchiesta, nel fuoco della campagna elettorale, i candidati, e il candidato-presidente in particolare, devono guardarsi da ogni strumentalizzazione, interpretazione abusiva o sfruttamento politico di questi crimini. Abbiamo visto in passato come un voto possa essere inquinato da un fatto di slealtà o da operazioni militari debitamente programmate a fini elettorali. Tra la giusta solidarietà e la compassione con la comunità ebraica nuovamente colpita  e la "récupération", il cammino è stretto. Finora, i candidate hanno evitato ogni incidente. Limitando anche per un giorno le loro apparizioni e dichiarazioni pubbliche. Di fronte a questi drammi, l'unione nazionale, concetto spesso abusato, è la sola risposta degna. Questo sarà l'omaggio più giusto da rendere ai tre soldati, ai tre bambini ed al loro professore assassinati. Gli elettori dovranno ritenere responsabili quei candidati che si discostino da questo movimento repubblicano».

Ma, nonostante la pausa annunciata della campagna elettorale le accuse non mancano:  il candidato del  Front de gauche, Jean-Luc Mélenchon, ha «Invitato nel proseguo della campagna a misurare meglio il peso di alcune parole e la scelta delle citazioni. Intanto, i nostri curi sanguinano». Mélenchon, accreditato di oltre il 10% dei voti, si riferisce a Jean-Marie Le Pen, del Front National, che ha suscitato l'indignazione di molti citando Robert Brasillach, uno scrittore antisemita e collaboratore dei nazisti fucilato dopo la liberazione della Francia. Secondo François Bayrou, presidente del partito centrista MoDem, «C'è un grado di  violenza e di stigmatizzazione nella società francese che sta crescendo. E' inaccettabile».  

Le stragi e lo squadrismo neo-nazista dimostrano il fallimento della politica della "sicurezza" della destra europea e di quella francese che rincorrono Le Pen o esponenti dichiaratamente xenofobi come il leghista Borghezio in Italia. Una politica della paura che ha finito per trasformare i "diversi" di ogni religione e sesso  in bersagli e gli avversari politici in nemici, facendo riemergere l'eterno fascismo identitario che vuole costruire, anche attraverso il terrore, un'Europa del sangue trasformata in una spietata fortezza "cristiana" che ha molte affinità con il califfato islamico predicato dal fascismo islamico incarnato nelle stragi di Al Qaeda, nei rapimenti di innocenti, nelle esecuzioni senza pietà di Boko Haram in Nigeria.

Il massacro dei poveri bambini ebrei e dei militari maghrebini che volevano difendere l'integrità repubblicana della loro divisa dai rigurgiti neofascisti, che inquinano troppo spesso le forze armate europee, sono il nuovo terribile segnale che nel mirino della lucida follia neo-nazista ci sono le basi stesse dell'umanesimo occidentale che i ragazzi delle primavere arabe invocavano anche per loro.

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