[20/03/2012] News

Non solo land grabbing: nel Sahel è in corso un water grabbing

Dal Forum mondiale dell’acqua, intervista a Chantal Jacovetti (Cnop)

‹‹Parlare di accaparramento di terre (land grabbing) equivale a parlare di accaparramento di acqua››. E' questa la denuncia di Chantal Jacovetti, rappresentante del Cnop, il più importante sindacato contadino del Mali ed esponente  dell'organizzazione internazionale La Via Campesina . ‹‹E' forse più corretto parlare di water grabbing - continua la Jacovetti  dal Forum Mondiale dell'acqua di Marsiglia, dove si trova in qualità di partner di Copse nel progetto della Regione Toscana "Acqua bene comune" -  perché le terre svendute dai governi e acquistate dalle multinazionali sono quelle più fertili, sono quelle con più acqua a disposizione››. 

Agricoltrice francese, Chantal si è trasferita da molti anni in questo paese  del Sahel e da allora condivide lotte e battaglie dei tanti contadini e piccoli agricoltori che si sono visti negli anni espropriare delle proprie terre e  delle proprie case. ‹‹La situazione è drammatica. Le multinazionali non sono certo interessate alle terre aride dove è difficile produrre - e dove bisognerebbe investire - ma preferiscono i terreni già preparati dai contadini››.

Ma non ci sono solo le multinazionali straniere,  avverte  la Jacovetti: ‹‹a fare scempio della nostra terra è prima di tutto lo Stato che denigra i contadini e che fa credere loro che l'agricoltura familiare non sia più la soluzione  dirottando tutto su investimenti stranieri: sono poi  i dirigenti dello Stato, èlite corrotte,  a trarre forti  vantaggi dai contratti con le aziende private, oltre alle tangenti››. 

Il Mali, dove è fortissimo un retaggio post coloniale, è un territorio al 60% desertico ed è l'area dell'office du Niger, la zona più florida sulle sponde del fiume Niger,  ad essere toccata maggiormente da episodi clamorosi di land e water grabbing,  nonché da numerose violazioni dei diritti umani. In particolare si ricordano gli scandali legati alla multinazionale Tomota e al consorzio libico Malybia.

In questa zona il modello di gestione agroindustriale a opera di questi grandi gruppi ha portato all'abbassamento del livello delle falde, alla scomparsa delle piste, dei punti d'acqua, dei pascoli, e anche aumento dei conflitti tra agricoltori e allevatori. Le sollevazioni delle popolazioni locali  vengono represse dalla polizia di stato e le persone vengono arrestate.

‹‹Anche questo vuol dire fare il gioco delle grandi imprese straniere. Il presidente del Cnop, Ibrahima Coulibaly,  lo definisce  banditismo di Stato - conclude la Jacovetti››.  Cnop ha avviato in alcuni villaggi del Mali diverse azioni legali per denunciare le espropriazioni forzate e per il 17 aprile, giornata mondiale della lotta contadina, sta organizzando una grande manifestazione dopo quella dello scorso 23 febbraio che a Bamako ha visto in piazza centinaia di persone. 

 

Intervista in collaborazione con Cospe, Cooperazione per lo sviluppo dei paesi emergenti

 

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