[19/03/2012] News

Medvedev e gli ambientalisti

L'elenco delle esigenze ecologiche russe... aspettando Putin

Ieri a Mosca ci sono stati altri arresti di manifestanti che protestavano contro Putin, ma il 15 marzo il presidente uscente russo, Dmitry Medvedev, ha convocato il Consiglio per lo sviluppo della società civile e dei diritti umani a Novokuybyshevsk, nella regione di Samara, dedicando la riunione alle tematiche ambientali e invitando diversi esponenti della associazioni ambientaliste russe (ma non i giornalisti). All'incontro hanno partecipato anche Sergei Tsiplyonkov, Ivan Blokov e Vladimir Chuprov, di Greenpeace Russia, e Nikolay Rybakov, direttore dell'Environmental rights center Bellona di San Pietroburgo.

Rybakov e gli esponenti di Greenpeace si sono presentati con una serie di scottanti dossier sulla problematiche ambientali e casi di singoli ambientalisti che sono stati arrestati o che sono perseguitati da gruppi ed imprese che hanno stretti legami col governo di Vladimir Putin, che si appresta a ridiventare presidente della Federazione Russa. 

Rybakov ha sparto a zero sul governatore della regione di Krasnodar, Alexander Tkachyov, accusandolo di aver raso al suolo nella Trans-Caucasia decine, se non centinaia, di km2 di aree forestali protette che si affacciano sul Mar Nero, per costruire residenze estive di lusso per sé e per i suoi amici. Tkachyov è anche sospettato di aver  autorizzato numerosi abusi ambientali in vista delle Olimpiadi invernali che si terranno nel  2014 a Sochi, dove decine di famiglie sono state sfrattate dalle loro case per fare alle strutture sportive. Rybakov ha chiesto a Medvedev di far rilasciare Suren Gazaryan e Yevgeny Vitishkov, dell'Environmental Watch of the Northern Caucasus bientale, che stati arrestati e condannati a 10 giorni di detenzione,  proprio il giorno prima del summit di Samara ,perché protestavano contro la deforestazione organizzata da Tkachyov. Greenpeace Russia ha avviato una forte campagna per la loro liberazione.

Rybakov  ha chiesto a Medvedev di non prorogare il mandato di governatore di Krasnodar  a Tkachyov, che termina ad aprile. Nel 2009, Medvedev aveva firmato un emendamento che consente ai presidenti della Russia di scegliere i governatori regionali da una rosa di candidati, abolendo la loro elezione diretta. L'esponente di Bellona ha mostrato al presidente sul suo iPad una mappa delle zone dove Tkachyov ha illegalmente costruito le case di vacanza e Medvedev ha promesso di segnalare i presunti abusi al Procuratore generale per le indagini. 

Greenpeace e Bellona hanno anche denunciato casi di violenza contro gli ambientalisti, come le persecuzioni ed il pestaggio subiti da Alexander Senotrusov, un rappresentante di Lebyazhe, un villaggio a  circa 50 km  a ovest di San Pietroburgo, che ha rivelato su NTV Russia lo scandalo delle concessioni illegali date dalle  autorità della Regione di Leningrado per costruire case vacanza sul mare all'interno di aree protette. Verso la fine del 2011 Sentrusov è stato aggredito a Lebyazhe da un uomo con il volto coperto che lo ha colpito una decina di volte con una mazza da baseball, ma la polizia si è rifiutata di  prendere in esame la denuncia degli ambientalisti derubricando  la questione ad un atto isolato di "teppismo".

Rybakov ha invitato Medvedev a riunire il plenum della Corte suprema russa per analizzare le procedure sui casi di diritto ambientale nel sistema giudiziario russo. «Tale valutazione non è stata effettuata da molti anni - spiega Bellona - e Medvedev ha promesso che avrebbe fatto accordi per avviare questa analisi giuridica».

Medvedev si è profuso in lodi per la società civile russa (che continua a protestare contro la rielezione di Putin) ed ha preso impegni generici per facilitare i rapporti tra industria e ambientalisti, che sono da sempre tesi, soprattutto dai primi due mandati presidenziali, dal 2000 al 2008, del il presidente rieletto e attuale premier, Vladimir  Putin  «Tale periodo, che è stato caratterizzato da un boom nel settore industriale russo e sostenuto dai prezzi elevati del petrolio, ha frantumato le considerazioni di carattere ambientale a favore di una massiccia produzione industriale, in particolare del petrolio e del gas, che sono stati presi sotto l'ala del Cremlino - dicono gli ambientalisti -. Le industrie inquinanti sono state anche distribuite tra i compari di Putin, i cosiddetti  oligarchi addomesticati, lasciando pochi incentivi per il miglioramento ambientale».

«Medvedev ha inizialmente appoggiato tale approccio, come aveva fatto in precedenti occasioni - dice Rybakov -  Ma ci rimane qualche speranza che Medvedev riemerga dal soffocante approccio del "potere verticale" di Putin». In effetti Medvedev ha detto a Samara: «E'evidente che l'approccio repressivo in campo ambientale non è sempre efficace. Tutti i discorsi che abbiamo fatto sulla necessità di aumentare le ammende per reati contro l'ambiente sono fuorvianti, E' ovvio che ci sia la necessità di incentivi per le imprese per creare programmi e tecnologie moderne e della conversione a produzioni ecocompatibili. Le nostre aziende sono in grado di capire questi argomenti. Non possiamo dire che la situazione non sia cambiata, soprattutto quando si tratta di grandi aziende di successo. Tuttavia,  non sono troppo ansiose di assumersi questi problemi. Il diritto ad un ambiente pulito è un diritto umano fondamentale, e la creazione di tale ambiente è il nostro compito comune». 

Poi Medvedev ha fatto un cenno al rapporto con le Ong russe: «Lo Stato non può affrontare i problemi ambientali senza il sostegno della società civile, quindi è indispensabile avviare un dialogo su questo tema complicato tra il Governo da un lato e la comunità imprenditoriale e le organizzazioni pubbliche, dall'altro». Per questo Medvedev ha promesso che la Duma (la Camera russa) potrebbe presto affrontare il tema della ratifica dell'Espoo convention on environmental impact assessment in a transboundary context  e l'Aarhus convention on access to nformation, public participation in decision-making and access to justice in environmental matters, firmate dalla Russia negli anni '90 ma mai ratificate.

Il problema è che Medvedev sarà presidente fino al 7 maggio ed è improbabile che il suo predecessore e successore, Putin, sarà così disponibile verso le richieste degli ambientalisti. Eppure era stato lo stesso Putin ad istituire nel 2004 il Consiglio per lo sviluppo della società civile e dei diritti umani per facilitare i rapporti molto tesi tra il Cremlino e le Ong, ma è rimasta praticamene una buona intenzione finché Putin non si è scocciato e lo sciolse nel 2008. Quando Medvedev è diventato presidente ha lasciato il  Consiglio in sospeso per 9 mesi prima di riconvocarlo nel febbraio del 2009. Le speranze delle Ong dopo la ricostituzione del Consiglio sono rapidamente scemate sulla scia dei pestaggi e degli omicidi di diversi giornalisti e attivisti ambientali. Poi è arrivata la crisi finanziaria nazionale e sono aumentate le proteste contro il governo alle quali le associazioni ambientaliste danno un grosso contributo.

Greenpeace e Bellona sperano che le nuove aperture di Medvedev questa volta portino a qualcosa di concreto, ma se il Consiglio verrà di nuovo sciolto da Putin il dialogo sarà interrotto. «E' molto difficile dire cosa succederà alle parole di Medvedev sotto il nuovo regime - ha detto Rybakov  - Tali questioni possono ancora avere successo, mentre Medvedev è presidente, ed ha promesso di presentarle mentre è ancora in carica». Ma tutto dipende sia da Putin che dalle industrie, molte delle quali sono statali e/o controllate dall'oligarchia putiniana, e molto dipenderà dalla composizione del nuovo governo che dovrebbe vedere Medvedev premier ma che probabilmente sarà dominato da fedelissimi di Putin.

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