[14/03/2012] News toscana

"Guadagnare salute" per i cittadini, l'ecosistema e le finanze pubbliche: la Toscana contro l'obesità

«Molti di noi sono giustamente preoccupati riguardo la possibilità del nostro pianeta di sostenere una popolazione umana che ha superato i sette milioni. Ma dobbiamo pensare alla dimensione della popolazione umana non solo in termini di numeri, ma anche in termini di massa. Se attribuiamo valore sia alla salute umana che all'ecosistema del nostro pianeta, il mio peso - e il vostro - è affare di tutti».

La provocazione lanciata su Project Syndicate da Peter Singer, professore di Bioetica all'università di Princeton, è quella di considerare «l'obesità un problema etico, perché un aumento di peso da qualche impone costi sugli altri», e quindi di calibrare il costo di alcuni servizi, come il trasporto aereo, tenendo conto anche del peso dei singoli passeggeri per determinare il prezzo del loro biglietto.

Senza entrare nel merito della provocazione, che in quanto tale risulta un po' estrema, l'obesità è certamente una delle malattie che caratterizzano la nostra società occidentale, a perfetto contraltare dell'inedia e della malnutrizione dell'altra faccia del pianeta; un'opulenza che involontariamente tratteggia fin troppo bene l'opulenza (accompagnata dalla disuguaglianza) che caratterizza questo nostro finanzcapitalismo sponsorizzatore di un acquistismo sfrenato.

L'obesità rimane comunque innanzitutto una malattia che mina sia la salute dell'individuo che la tenuta dei conti pubblici in materia di sanità. Secondo i dati dell'Oms, l'86% dei decessi e il 77% delle spese sanitarie in Europa e in Italia sono causati da alcune patologie (malattie cardiovascolari, tumori, diabete mellito, malattie respiratorie, disturbi muscoloscheletrici e dell'apparato gastrointestinale) che hanno in comune fattori di rischio modificabili, quali fumo, sovrappeso e obesità, alcol, sedentarietà. Oggi sono le malattie croniche, e non più quelle infettive a essere preponderanti: malattie per le quali non esiste una "vaccinazione", ma che si possono prevenire attraverso stili di vita corretti. I fattori di rischio sono responsabili, da soli, del 60% della perdita di anni di vita in buona salute, in Europa e in Italia.

Il miglior modo per porre rimedio a questa che può esser definita ormai un'emergenza prevede una strategia racchiusa nella parola-totem "prevenzione". Proprio in questo senso si muove ormai da tempo la Regione Toscana, sensibile a queste problematiche, e che ha cercato di partire dall'educazione dei suoi cittadini più giovani per invertire il trend, mettendo così a frutto il suo programma "Guadagnare salute": ha deciso infatti di investire mettendo in atto strategie che coinvolgono molti settori (sanità, trasporti, agricoltura, sport, turismo, ecc.) e molti enti: Regione, Asl, comuni, società della salute, scuole.

Al proposito si è svolto oggi nell'auditorium di Sant'Apollonia il convegno "Guadagnare salute in Toscana - Rendere facili le scelte salutari. Il sistema di sorveglianza sugli stili di vita: dai dati alle azioni". Tante le iniziative messe in atto dalla Regione in questi ultimi anni per promuovere, sia tra i bambini che tra gli adulti, un'alimentazione sana e corretta. Dal progetto "E... vai con la frutta", per diffondere il consumo di frutta e verdura tra i ragazzi delle scuole primarie e secondarie, al "Pranzo sano fuori casa", che coinvolge i ristoratori privati nella preparazione di pasti salutari per la pausa pranzo dei lavoratori. Passando dal progetto regionale "Ragazzinsieme" - che da alcuni anni offre ai giovani l'opportunità di vivere esperienze educative sugli stili di vita in luoghi di particolare interesse naturalistico - a progetti come "Stretching in classe" - finalizzato a contrastare gli effetti della sedentarietà e richiamare l'attenzione sull'importanza dell'attività fisica e del movimento per favorire il benessere tra gli studenti - i risultati raccolti dalla Regione sono positivi.

«Dopo 10 anni - osserva l'assessore regionale al diritto alla salute Daniela Scaramuccia (Nella foto) - possiamo registrare una serie di trend epidemiologici positivi, che ci incoraggiano a continuare. Una politica efficace per la promozione di stili di vita salutari non deve accontentarsi di contemplare i successi conseguiti e deve studiare le cause degli insuccessi, mettere a punto nuove strategie e moltiplicare gli sforzi per invertire alcuni andamenti».

Torna all'archivio