[09/03/2012] News

Decreto rotte, per Legambiente č «Una legge a metą. Non tutela le isole minori e le altre zone di pregio».

E' stato pubblicato il tanto atteso decreto "rotte" che eviterà gli "inchini" e le intrusioni delle grandi navi nelle Aree marine protette, ma il responsabile Mare di Legambiente, Sebastiano Venneri, ne dà una lettura con chiaroscuri: «Finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il Decreto rotte dei ministri Clini e Passera non garantisce però la sicurezza e la tutela delle coste italiane. E' evidentemente un decreto a metà: firmato da due ministri, ma scritto in realtà da uno solo: quello dell'Ambiente. E' assurdo che questo testo tenga conto solo delle aree protette e dei parchi costieri, trascurando le isole minori e quelle zone di pregio, magari limitrofe ai parchi ma non tutelate, permettendo, teoricamente, passaggi sotto costa e inchini davanti a Capri, alle Isole Eolie o a Portoferraio. Le nostre preoccupazioni sono condivise anche dai primi cittadini delle isole minori, a cominciare da Massimo Loschiavo, sindaco di Santa Marina Salina e coordinatore dell'Ancim Sicilia. Chiediamo quindi al ministro Passera di estendere al più presto il provvedimento di tutela al resto delle isole minori e a tutte le aree sensibili».

Era stata molto più entusiasta Greenpeace che in una nota inviata a iscritti e simpatizzanti diceva: «L'abbiamo chiesto e l'abbiamo ottenuto. Grazie alle mail di 34.571 cyberattivisti come te, il decreto sulle rotte a rischio è stato emanato dal ministro dei trasporti, Passera, in collaborazione con il ministro dell'Ambiente, Clini. Il decreto garantirà che disastri come quello della Costa Concordia non minaccino più aree protette. Dal 1 marzo 2012 navigazione, ancoraggio e sosta per tutte le navi merci e passeggeri di stazza superiore alle 500 mila tonnellate saranno vietati in una fascia di mare che si estende per due miglia marine dai limiti esterni di parchi e aree protette a livello nazionale, sia marine che costiere».

Non è tutto. Tra le norme ce n'è anche una che riguarda il Santuario dei Cetacei, dove il triste naufragio della Concordia è accaduto: l'obbligo di specifici sistemi di ritenuta di carichi pericolosi per tutte le navi in transito nell'area, ricca di balene e delfini. «È in assoluto la prima importante misura di tutela per un Santuario che da anni chiediamo venga seriamente protetto. Ha vinto la difesa del Mediterraneo. La vittoria è di tutti voi che avete partecipato attivamente a questa campagna, aiutandoci a fare pressione sul Ministro. Grazie! Il nostro lavoro naturalmente non finisce qui. È ora di pensare a come proteggere il Santuario al 100% e a come rimuovere il relitto della Concordia ancora lì, di fronte all'isola del Giglio, a minacciarne il fragile ecosistema marino».

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