[07/03/2012] News

L'Abruzzo diventerà la "Regione degli ex-Parchi"?

Associazioni ambientaliste: «No al protocollo Letta»

Il Consiglio regionale dell'Abruzzo entro domani (8 marzo) discuterà due progetti di legge che potrebbero segnare un cambio di rotta nella politica di salvaguardia del territorio, in quella che, secondo le associazioni ambientaliste, «Rischia di diventare la "Regione degli ex-Parchi"». Angelo di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo, e Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette del Cigno Verde, sono intervenuti duramente nel tentativo di bloccare le proposte «Che vorrebbero trasformare la "Regione dei Parchi" in un Luna Park di improbabili stazioni sciistiche». Nicoletti e Di Matteo chiedono alle Regione di «Non rincorrere progetti di nuove e inutili infrastrutture sciistiche che mettono a rischio l'integrità del Parco regionale del Sirente Velino, e dica un chiaro no alla proposta del consigliere regionale Luca Ricciuti che chiede di tagliare dal perimetro dell'area protetta i Piani di Pezza».

Secondo Legambiente «La proposta di rivedere il perimetro del parco regionale non ha nessun effetto pratico sul regime vincolistico dell'area in questione, poiché si tratta di aree della Rete Natura 2000, una zona di protezione speciale sottoposta a rigide regole di tutela previste da direttive europee, e quindi con tutele che si possono modificare solo attraverso un'intesa con la Commissione Europea: una cosa improbabile e con un iter lunghissimo e dannoso per la Regione. Mentre l'unico effetto pratico che ottiene chi fa queste proposte, oltre a compiacere a qualche padrino politico, è quello di mettere in cattiva luce le tante buone azioni di conservazione della natura che in altre parti della regione vengono effettuate».

In una nota Wwf, Italia Nostra, Mountain Wilderness, Lipu, Altura e  Comitato Riserva del Borsacchio definiscono «Un colpo al cuore dei parchi» le due proposte in discussione al Consiglio regionale abruzzese.  Le associazioni spiegano  che «Il Parco Regionale Sirente-Velino potrebbe vedersi escludere dai confini migliaia di ettari di preziosa natura. Verrebbero tagliate addirittura alcune tra le aree più note a livello nazionale come gran parte dei Piani di Pezza, ammirati anche da Papa Giovanni Paolo II, Campo Felice e, incredibile a dirsi, anche lo stesso Altipiano delle Rocche, cuore del parco. Il livello "scientifico" della proposta è tale che i Piani di Pezza, altopiano carsico immacolato che costituisce un'unità paesaggistica unica, sarebbero per metà dentro e per metà fuori dal Parco! In realtà forse l'emendamento alla legge istitutiva del parco, avanzato dal presidente della II Commissione e membro della maggioranza Ricciuti, di scientifico ha solo la capacità di ritagliare proprio quelle aree dove da tempo vengono avanzate nuove proposte per la cementificazione e per la realizzazione di infrastrutture. E' interessante notare che all'interno dei confini del Parco rimarrebbero i centri abitati di Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo: quindi è la natura (o, sarebbe forse meglio dire i terreni ancora non occupati da cemento) a dover rimanere fuori dall'area protetta. In realtà questa proposta rende palese cosa intendeva per "sviluppo sostenibile" il cosiddetto Protocollo Letta: abbandonare le politiche di conservazione per favorire un futuro "grigio-cemento" per alcune delle aree più belle dell'Appennino regno di orsi, lupi e aquile reali».

Al Consiglio regionale abruzzese sono state presentate diverse proposte di legge per ridurre o eliminare completamente la Riserva naturale regionale del Borsacchio,  «Uno dei pochi tratti costieri non cementificati dell'intera regione Abruzzo - dicono le associazioni - Anche in questo caso si tratta di favorire ipotesi di cementificazione dei terreni che avrebbero spazio in caso di riduzione dell'area protetta. Le associazioni e diversi consiglieri di minoranza di Idv e Rifondazione Comunista hanno dimostrato che alcune problematiche esistenti, come quella del Contratto di Quartiere di Giulianova, sono facilmente risolvibili. Invece si stanno strumentalizzando per ottenere tagli del perimetro che hanno ben altri obiettivi».

Rappresentanti delle associazioni e dei comitati hanno chiesto una marcia indietro su entrambi i provvedimenti. Wwf, Italia Nostra, Mountain Wilderness, Lipu, Altura e  Comitato Riserva del Borsacchio annunciano battaglia «Contro quello che si prospetta come un vero e proprio attacco al territorio per favorire cemento e degrado della preziosa Natura abruzzese.  Stupisce che sulle proposte per tagliare i parchi abruzzesi vi sia un silenzio (e sul Borsacchio addirittura un appoggio) da parte del Partito Democratico, principale d'opposizione che a suo tempo fu tra i fautori della costituzione della rete dei parchi abruzzesi».

Di Matteo e Nicoletti incalzano: «Compito della Regione è quello di tutelare e non disgregare questi patrimoni naturali insostituibili le aree protette sono uno strumento su cui puntare per il rilancio dell'intera economia territoriale e non qualcosa da sacrificare con leggerezza. È necessario che il consiglio regionale faccia di tutto per salvaguardarne l'integrità: la politica abruzzese, in un sussulto di orgoglio, ricordi di essere stata protagonista di politiche di tutela oramai nella storia del nostro Paese».

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