[06/03/2012] News toscana

Reati ambientali, Bramerini: Meno illegalità con più impianti di trattamento dei rifiuti

Come da programma oggi a Firenze nella sede dell'Arpat era in programma il convegno oraganizzato da Arrr in collaborazione con la Regione sulla responsabilità da reato degli enti ex D.Lgs. 231/2001 e la relazione con i nuovi reati ambientali.
L'esigenza formativa nasce dall'approvazione nell'agosto dello scorso anno del dlgs 121/2011, decreto attraverso il quale l'Italia ha provveduto a recepire la direttiva 2008/99 che chiedeva agli stati membri di inserire i reati ambientali nei reati "231" riguardanti la responsabilità amministrativa degli enti.

Per la prima volta nel nostro ordinamento, vengono inseriti nei reati oggetto di responsabilità amministrativa, i reati contravvenzionali nascenti dalle infrazioni derivanti dalla mala applicazione del D.Lgs.152/2006.
Sono intervenuti nelle conclulsioni finali, nella tavola rotonda , Daniele Fortini, presidente di Federambiente e Anna Rita Bramerini, Assessore all'ambiente della Regione Toscana, alla quale abbiamo posto alcune domande.

Assessore Bramerini, crede che  introdurre norme sui reati ambientali possa rappresentare una strada utile per risolvere il problema dei rifiuti?

«Il tema dei rifiuti è un argomento molto complesso la cui soluzione richiede una molteplicità di fattori, informazione, sensibilizzazione, adeguatezza impiantistica, norme chiare e controlli efficaci.

Di sicuro però l'introduzione dei reati ambientali può svolgere una funzione oltre che di repressione, soprattutto preventiva a tutela dell'ambiente e dei cittadini, ma anche di tanti imprenditori onesti che operano in questo settore».

L'illegalità in tema dei rifiuti è un problema concreto per la Toscana?

«Non credo che sia un problema specifico della Toscana. Credo piuttosto che sia generale del Paese come hanno più volte dimostrato le Commissioni parlamentari d'inchiesta sul ciclo illegale dei rifiuti che hanno visto anche la nostra regione toccata da questo fenomeno dovuto a vari fattori, primo fra tutti la posizione geografica della Toscana che si presta a fare da crocevia tra Nord e Sud d'Italia.

Aumentare la dotazione impiantistica, potrebbe essere un deterrente al diffondersi dell'illegalità nel settore rifiuti?

Credo di sì, soprattutto nel rispetto del principio di prossimità che vale non solo per i rifiuti urbani ma anche e soprattutto per i rifiuti speciali per i quali non vige l'obbligo dell'autosufficienza. Avere impianti di trattamento vicino ai luoghi di produzione dei rifiuti evita il trasporto di rifiuti in lungo e in largo per l'Italia e facilita i controlli che sono più efficaci. Troppo spesso, a causa anche delle forti contrapposizioni che sui territori ostacolano la realizzazione di questi impianti, si rischia di favorire l'import export tra regioni o tra paesi confinanti aggravando il bilancio ambientale e indirettamente aprendo spazi nei quali poi la criminalità organizzata, in barba alle leggi, al rispetto dell'ambiente e della salute dei cittadini, si "offre" a prezzi che determinano a tutti gli effetti una concorrenza illecita nei confronti di chi invece le regola le rispetta». 

 

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