[02/03/2012] News toscana
Asa ha inaugurato oggi presso la centrale di Franciana (Piombino), l'impianto di abbattimento dell'arsenico nelle acque potabili della Val di Cornia e dell'Isola d'Elba. Si tratta del secondo impianto per la riduzione dell'arsenico nelle acque operante nel territorio gestito da Asa, dopo quello di piccole dimensioni in funzione a Suvereto.
L'opera è stata realizzata nel quadro dell'Accordo di Programma per gli interventi urgenti finalizzati al miglioramento della qualità della risorsa idrica del territorio, per riportare le concentrazioni di arsenico entro i limiti di legge previsti dall'Europa (10 microgrammi/litro) e superare quindi il regime di deroga (20 microgrammi/litro fino al 31 dicembre 2012). L'investimento complessivo per gli impianti di arsenico e boro e per le modifiche alle reti è circa 20 milioni di euro.
Greenreport ha chiesto a Michele Caturegli, direttore generale di Asa, di spiegarci le potenzialità dell'impianto definito il più grande d'Europa in base ai volumi di acqua trattati per unità di tempo.
«L'impianto è costituito da 7 filtri e da apparecchiature costruite a Vicenza e Trieste da Zilio. I 7 filtri, del diametro di 4 metri e di 6 metri di altezza, conterranno granulati a base di idrossidi di ferro e saranno in grado di trattare 260 litri/secondo (8.200.000 m3/annui) di acqua, con massimo 3 microgrammi/litro di arsenico in uscita, contro i 10 previsti dalla normativa europea. Un complesso sistema idraulico ed elettronico poi comanderà la distribuzione uniforme nei filtri, il filtraggio e la raccolta dell'acqua, e l'intero sistema sarà inserito nel telecontrollo di Asa SpA».
Quanto tempo occorrerà affinché l'impianto vada a regime con gli abbattimenti previsti?
«Pochissimo. Nel giro di 15-20 giorni il sistema sarà a regime. L'impianto è efficiente da subito ma ci vuole questo periodo di tempo per gli interventi che dobbiamo fare sulle reti».
I filtri sono specifici per l'arsenico o agiscono anche su altri potenziali inquinanti?
«Sono filtri selettivi costituiti da resine specifiche per l'arsenico, frutto tra l'altro di tecnologie innovative piuttosto recenti».
Cosa significa che il materiale filtrante è rigenerabile?
«L'impianto è a ciclo chiuso non si consuma acqua per i controlavaggi evitando di perderla ed avere un prodotto di scarico, mentre l'impianto per il boro che sarà pronto a novembre avrà uno scarico anche se di dimensioni modeste».
Tornando ai filtri per l'arsenico "rigenerabile" forse non è la definizione corretta?
«Si, le resine hanno un ciclo-vita definito, si esauriscono in 7 anni e vanno poi sostituite».