[02/03/2012] News

Ripensare la gestione della pesca

Iucn: «Solo il prelievo equilibrato puņ salvare pescatori e pesci»

L'Iucn ha presentato su "Science" lo studio "Selective fishing and balanced harvest in relation to fisheries and ecosystem sustainability" che propone di «Ripensare la gestione della pesca in modo da migliorare la sicurezza alimentare e ridurre gli effetti negativi della pesca sull'ambiente». Il nuovo approccio è stato presentato da un team di specialisti di ambiente e pesca che fanno parte della  Commission on ecosystem management (Cem) dell'Iucn. Il principale consigliere dell'Iucn per la pesca, François Simard,  spiega che «Per secoli  abbiamo creduto che una pesca selettiva che eviti i pesci giovani e le specie rare e simboliche e preferisca  gli individui più anziani e di grande taglia permetta di accrescere le catture e di ridurre gli impatti sull'ambiente. Ma, in realtà, gli individui più anziani hanno un forte potenziale di riproduzione e la loro cattura altera la struttura ed il funzionamento dell'ambiente. Può così avere degli effetti secondari gravi sul piano dell'evoluzione e dell'ecologia». Lo studio fa l'esempio del Eastern Scotian Shelf, dove la pesca selettiva classica ha modificato la struttura della catena alimentare dell'ambiente marino nel Mare del Nord e dove si osserva una crescente o percentuale delle specie di dimensioni più piccole.

L'Iucn chiama il nuovo approccio che propone per la pesca "Prelievo equilibrato", «Mirato a tutte le componenti commestibili dell'ambiente marino, in modo proporzionale alla loro produttività. In effetti, quando la pesca ha come target una  maggiore diversità di specie e di taglie, la capacità di produzione dell'ecosistema è pienamente utilizzata. Questo approccio migliora la sicurezza alimentare preservando il potenziale  delle risorse marine, minimizzando allo stesso tempo gli effetti negativi della pesca sull'ambiente. Necessitando una riduzione dello sfruttamento degli stock di pesci, cambia radicalmente il nostro modo attuale di gestione della pesca, che punta al pieno sfruttamento delle popolazioni catturate individualmente e comporta spesso il sovra sfruttamento». Il rapporto si basa su uno studio comparativo di diversi tipi di pesca selettiva ed utilizza 36 modelli di ecosistemi diversi. Alcuni tipi di pesca che si avvicinano al prelievo equilibrato sono stati riscontrati in Africa, soprattutto fra le comunità di piccoli pescatori delle acque interne del continente.

Serge M. Garcia, presidente del Fisheries expert group della Cem/Iucn, è convinto che «Il prelievo equilibrato è un modo di pesca selettivo ma, conformemente  all'approccio basato sull'ecosistema adottato  dalla Convention on biological diversity e dalla Fao, si tratta di una selettività estesa in una prospettiva ben più larga che quella utilizzata fino ad oggi. Invece di guardare esclusivamente all'ottimizzazione delle catture di un certo numero di specie mirate e di taglie selezionate, ha per obiettivo quello di preservare la struttura e la produttività dell'insieme dell'ecosistema».

Jeppe Kolding, anche lui del Fisheries expert group della Cem/Iucn, conclude: «Questa nuova ipotesi in materia di pesca può apparire utopica, perché la capacità umana di gestione degli ecosistemi è limitata. Ma si tratta di un'utopia che permette di mobilitare le energie nella giusta direzione. Noi abbiamo attualmente sufficienti elementi che dimostrano che questo nuovo approccio può accrescere considerevolmente la sostenibilità della pesca, ridurre il suo impatto  sugli ecosistemi e migliorare l'ambiente marino così come  la sicurezza alimentare».

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