[01/03/2012] News

Rispunta l’oleodotto Keystone XL Canada-Usa per sfruttare le sabbie bituminose. E Obama balla

Il trucco sporco del frazionamento dell’oleodotto

TransCanada, la compagnia che vuole realizzare la Keystone XL tar sands pipeline ha inviato una lettera al Dipartimento di Stato Usa nella quale annuncia l'intenzione di eludere la revisione ambientale statunitense che aveva bloccato il progetto e di costruire la parte meridionale dell'oleodotto da Cushing, in Oklaoma, a Port Arthur, in Texas. Il presidente Usa Barack Obama a gennaio aveva negato l'autorizzazione e la TransCanada ha subito intrapreso una attività di lobby senza precedenti per ottenere l'approvazione dell'oleodotto da parte del Congresso.

La compagnia dice di non aver bisogno dell'approvazione del Dipartimento di Stato per costruire la metà meridionale del Keystone XL, ma l'amministrazione Obama non sembra sposare la netta contrarietà delle associazioni ambientaliste e delle comunità indigene e locali. L'addetto stampa della Casa Bianca, Jay Carney, ha detto che «il passaggio di petrolio dal Midwest alla raffinerie di livello mondiale sulla costa del Golfo permetterà di modernizzare le nostre infrastrutture, di  creare posti di lavoro e di incoraggiare la produzione di energia americana. Siamo ansiosi di lavorare con TransCanada per assicurarci che sia ostruita in modo sicuro, responsabile e tempestivo e ci impegniamo a fare tutto il possibile per accelerare le necessarie autorizzazioni federali».

Una nuova coltellata alla schiena agli attivisti che avevano accolto con favore la decisione di Obama di bloccare la Keystone XL Pipeline. Nell'agosto 2011, 1.253 persone sono state arrestate durante le azioni di disobbedienza civile contro l'oleodotto e, a novembre, circa 12.000 persone hanno circondato  la Casa Bianca con una massiccia manifestazione di protesta contro la Keystone XL. Le ragioni contro l'oleodotto sono molte e fondate: dai continui sversamenti di petrolio di strutture simili, al l'opposizione delle tribù indiane che vivono nei territori attraversati dalla pipeline, ma la più grossa è il contributo che le sabbie bituminose danno al cambiamento climatico. S

econdo il climatologo James Hansen, «se tutta l'estensione delle sabbie bituminose fosse sfruttate insieme alle riserve mondiali di carbone ci sarebbe un sostanziale "game over" per il clima. Questo perché le sabbie bituminose hanno una maggiore  intensità di carbonio rispetto alle fonti più convenzionali di petrolio. Cambridge energy research associates  ha stimato le emissioni di gas serra delle sabbie bituminose siano del 5-15% più alte delle fonti convenzionali, mentre l' International energy agency ha rilevato che le emissioni siano del 20% più alte. Altri hanno dato numeri ancora più alti».

Michael Brune, direttore esecutivo di Sierra Club, la più grande associazione ambientalista Usa ed anche la più vicina ai democratici, è molto preoccupato: «TransCanada andrebbe fino all'inferno per portare le sabbie bituminose, il petrolio più sporco del mondo, attraverso l'America per raggiungere i mercati esteri. Non possono aspettare per paura della revisione scientifica ambientale, sanno che la loro pipeline fallirebbe. Così abbiamo assistito a sporchi trucchi politici, a sporchi trucchi da PR,  ed ora questo sporco trucco di costruire l'oleodotto a pezzi. Con TransCanada è "Safety Last". La prima US Keystone pipeline ha in media una perdita al mese. Ma la società non vede l'ora di deviare il petrolio delle sabbie bituminose dal Midwest fino al Golfo,con un  aumento dei prezzi del petrolio americano e, probabilmente, anche dei prezzi della benzina. 

Questo segmento Oklahoma Texas dell'oleodotto Keystone XL significa più sabbie bituminose convertite in diesel e disponibili per l'esportazione all'estero. Con questo annuncio TransCanada sta dicendo agli americani che è al di sopra della legge. La compagnia non si aspettava il controllo pubblico su questo progetto, ma il popolo americano ci sta guardando e non siamo disposti a sacrificare gli agricoltori e gli allevatori americani e l'acqua potabile di milioni di americani il cui approvvigionamento idrico si trova al di sotto o a valle di questa pericolosa pipeline».

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