[01/03/2012] News

Parchi, dietro i troppi silenzi covano fregature

E' vero che per i parchi non si registrano novità rassicuranti sul loro futuro. E tuttavia è talmente calata la tela sull'argomento che è in corso un contenzioso  tra i Ministeri dell'Economia e dell'Ambiente sulle spese dei parchi imputate come obbligatorie. Si tratta di un dibattito molto pericoloso per tutto il sistema delle aree protette mai così vicino alla cancellazione definitiva.

Le spese obbligatorie dovrebbero essere quelle necessarie per il perseguimento delle finalità istituzionale che per tutte le aree protette sono sancite dalla 394/91 e dai rispettivi decreti istitutivi, sindacare da parte del Ministero dell'Economia su questi punti fondamentali significa non solo esporre i parchi a corposi tagli ma mettere in dubbio il loro ruolo nel panorama istituzionale. Sarebbe opportuno portare alla luce questo dibattito che ha già prodotto tagli letali per le AMP tanto che, provocatoriamente ma nemmeno tanto, c'è chi propone  di abolirne una decina per mancanza assoluta di fondi anche solo per aprire quotidianamente l'ufficio.  E' un ritorno sia pure sotto altro nome a quando le spese degli enti locali erano ripartite tra obbligatorie e facoltative e le seconde dipendevano dai controlli e autorizzazioni prefettizi.

Oggi - sia pure con altro nome - si ripristinerebbe per i parchi nazionali con conseguenze anche su quelli regionali quel vecchio criterio centralistico-burocratico. Così obbligatorio sarebbe pagare il personale (chi non ne ha come certe aree protette marine può chiudere i battenti) e poco altro. Anche a non saper far di conto è chiaro che qualsiasi parco il cui primo compito e fare il piano dell'ente e gestirlo con il cavolo che potrà farlo e ancor meno attuarlo. E' sorprendente  il ritorno all'antico legato ad un'epoca in cui i ruoli degli enti locali erano fortemente limitati e che cambiarono con l'arrivo delle regioni e la nuove legge sui comuni e  le province con la quale si chiuse appunto anche il capitolo della doppia spesa. Eccola ora ricomparire sia pure sotto altra forma per i parchi con conseguente e robusta diminuzione dei loro ruoli che giustificherebbero appunto quel drastico dei finanziamenti. Pochi soldi per fare poco e non quello che la legge prevede e stabilisce. Sorprende però non solo che si stia resuscitando simili criteri ma che finora nessuno ne abbia fatto e ne faccia parola in nessuna sede. Ci sono senatori che fanno interrogazioni su tutto ma niente su robe simili. Nessuno se n'è accorto neppure tra i parchi e le loro rappresentanze?

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