[24/02/2012] News

Gli “Amici della Siria” vogliono un embargo di tipo “iraniano”. Kofi Annan inviato dell’Onu per fermare la strage

I partecipanti alla conferenza degli  "Amici  della Siria", in corso a Tunisi e fortemente voluta dal presidente francese Nicolas Sarkozy, starebbero prospettando sanzioni più forti contro il regime nazional-socialista di Bashir al Assad. Le sanzioni potrebbero essere del tipo di quelle che stanno già colpendo l'Iran, il principale alleato della Siria in Medio oriente, e dovrebbero colpire il settore petrolifero limitando le esportazioni, anche se la Siria non è un grande produttore/esportatore di greggio. Inoltre, da Tunisi viene una richiesta che si è rivelata molto pericolosa per la popolazione in altri conflitti (vedi Iraq  ed Afghanistan): sospendere gli investimenti nello sviluppo e nelle infrastrutture siriane e limitare la prestazione dei servizi finanziari.

Le nuove sanzioni, che si applicherebbero di fatto ad un Paese che è già trincerato ed isolato dietro la muraglia di sangue costruita dalla dittatura baathista, potrebbero anche comportare la rottura delle relazioni diplomatiche con Damasco; infatti, gli "Amis de la Syrie" propongono il blocco di ogni cooperazione con i diplomatici siriani, il che però renderebbe impossibile qualsiasi trattativa con un regime che non sembra voler mollare la presa sul suo povero popolo. Alle conferenza di Tunisi partecipano una sessantina di Paesi, una decina di organizzazioni ed i rappresentanti dalla frantumata opposizione siriana.

Cina e Russia, che hanno messo il veto al Consiglio di sicurezza dell'Onu alle sanzioni contro la Siria, non partecipano perché accusano gli "Amici della Siria" di aver nascosto l'intento reale della conferenza di Tunisi: l'abbattimento del regime di Assad.

Un non meglio identificato diplomatico arabo che partecipa alla conferenza tunisina ha detto all'agenzia araba Mena (subito ripresa dalla russa Ria Novosti) che «una decisione del Consiglio di sicurezza dell'Onu è il solo modo legittimo di regolare la crisi siriana. Il forum degli "Amis de la Syrie" non può aggiungere niente di nuovo alle proposte ed alle raccomandazioni formulate dalla Lega Araba. La sola cosa che la conferenza di Tunisi è in grado di fare è di riconoscere il Consiglio nazionale siriano come l'unica autorità legittima in Siria. Ma questa questione non ha l'unanimità tra i partecipanti all'incontro di Tunisi. Quanto al sostegno all'Esercito siriano libero, a spedire carichi umanitari verso la Siria o a realizzare "corridoi di sicurezza", queste iniziative richiederebbero degli sforzi di coordinamento sostanziali da parte di tutta la comunità internazionale. Ci vorrà molto tempo per realizzare dei meccanismi che permettano di realizzare questi progetti».

Intanto in  Siria la rivolta si fa sempre più disperata, i giornalisti stranieri vengono uccisi e l'esercito continua a bombardare i civili. Ieri  il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, e il segretario d generale della Lega Araba, Nabil Elaraby, hanno annunciato la nomina dell'ex capo dell'Onu Kofi Annan ad inviato speciale comune per la crisi siriana. In un comunicato congiunto Ban ed Elaraby spiegano che «l'inviato speciale offrirà i suoi buoni uffici miranti a mettere fine a tutte le violenze e le violazioni dei diritti umani ed a promuovere una soluzione pacifica della crisi siriana. Avrà ampie consultazioni in Siria e fuori dal Paese con tutti gli interlocutori interessati, per mettere fine alla violenza ed alla crisi umanitaria. Opererà anche per una soluzione politica pacifica ed inclusiva condotta dagli stessi siriani e che risponda alle aspirazioni democratiche del popolo siriano, attraverso un dialogo politico globale tra il governo siriano e l'opposizione nel suo insieme». E proprio l'opposizione, pur eroica nel contrastare e subire la mattanza della dittatura, è un problema, visto che è divisa in tre spezzoni: opposizione all'estero, opposizione interna ed opposizione armata.

Il principale organismo dell'opposizione all'estero è il Consiglio nazionale siriano (Cns) formatosi il 2 ottobre 2011 ad Istanbul e presieduto da Burhan Ghalioun, e che riunirebbe il 60% dei movimenti di opposizione al regime di Assad. Ghalioun punta a diventare l'unico interlocutore dei governi occidentali in vista di dirigere un governo provvisorio sul modello del Cnt libico, ma recentemente un noto attivista dei diritti umani siriano, Ammar al Kourbi, ha annunciato la nascita di un nuovo gruppo di opposizione indipendente dal Cns: il Movimento democratico per la riforma. L'opposizione all'estero respinge ogni dialogo con il regime ed esige le immediate dimissioni di Bashi al Assad ed il trasferimento dei poteri presidenziali al vice-presidente Faruk Charaa.

L'opposizione armata e più intransigente si è notevolmente rafforzata con la creazione dell'Esercito libero siriano (Asl), comandato dal colonnello Riyad al Asaad, rifugiatosi in Turchia, e che conterebbe su circa 30.000 soldati ed ufficiali che hanno disertato dall'esercito del regime dopo i massacri nelle città ribelli. Lo scorso dicembre l'Esercito libero siriano e il Cns si sono accordati per coordinare le loro attività.

La principale struttura dell'opposizione interna, quella più esposta alle brutalità della polizia e dell'esercito, è il Comitato  di coordinamento per il cambiamento democratico in Siria, creato nel giugno 2011. Il suo presidente è Hassan Abdel Azim e tra le sue fila ci sono molti dei più celebri e perseguitati oppositori del regime dinastico degli Assad, come Haitham Manaa, Aref Dalilae, Michel Kilo. Il Comitato riunisce movimenti nazionalisti e di sinistra, partiti della minoranza Kurda e personalità indipendenti. Le posizioni dell'opposizione interna sono molto simili a quelle del Cns ma tra le due fazioni non esistono accordi formali.

 

Tra gli altri gruppi dell'opposizione siriana, che spesso rappresentano gruppi tribali o confessioni religiose, figurano anche il  Movimento per la costruzione dello Stato siriano, diretto dal giornalista Louay Hussein e il Fronte popolare per il cambiamento e la liberazione  dell'ex comunista  Jamil, che chiede negoziati con la dittatura ed è contrario ad ogni ingerenza esterna nella crisi siriana.

Intanto, mentre la politica e la diplomazia sembrano incapaci di sbrogliare l'insanguinata matassa siriana, a Ginevra si è tenuta una riunione per coordinare l'aiuto umanitario. Il dipartimento federale degli esteri svizzero sottolinea che «tale incontro s'iscrive nella continuazione della riunione informale di Berlino del 17 febbraio 2012, che ha permesso uno scambio sostanziale di punti di vista sulla situazione in Siria e sulle opzioni per il futuro.

A Ginevra si sono riuniti i rappresentanti dei governi chiave, compresi quelli dei Paesi vicini, dell'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite (Ocha), dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnu) e del Programma alimentare mondiale (Pam), nonché altri attori umanitari particolarmente coinvolti in tale contesto. La riunione ha sottolineato l'urgente necessità di migliorare le condizioni di accesso agli aiuti umanitari per la popolazione civile siriana, a fronte della crescente emergenza umanitaria. A tale riguardo, i partecipanti si sono accordati in merito al ruolo dell'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite. In questo contesto, la visita annunciata da Valérie Amos, sottosegretario generale per gli affari umanitari a Damasco è stata accolta con favore da tutti i partecipanti. L'occasione è servita infine a ricordare l'importanza dell'indipendenza, dell'imparzialità e della neutralità dell'aiuto umanitario».

La decisione di Ban ki-moon di inviare Valery Amos in Siria piace anche al più fedele (e munifico in armamenti) alleato di Damasco: la Russia. Il ministero degli esteri di Mosca in un comunicato  ha ricordato che aveva già chiesto al Consiglio di sicurezza dell'Onu di inviare un rappresentante per valutare la situazione umanitaria in Siria: «la politicizzazione in questo settore sensibile è inaccettabile. La fornitura dell'aiuto deve essere effettuata senza scorta militare. Esortiamo Amos ad agire in maniera imparziale, obiettiva e non-politica»

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