[22/02/2012] News

Land grabbing in Etiopia. Survival: «Scioccanti abusi dei diritti umani»

Survival International in un comunicato afferma di aver  raccolto «Nuove e scioccanti prove degli abusi dei diritti umani compiuti verso le tribù della valle dell'Omo, dove il governo etiope sta intensificando gli sforzi per sviluppare piantagioni di canna da zucchero. Le ruspe stanno spianando la terra vicino a un sito dichiarato Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, distruggendo villaggi e costringendo le comunità locali ad abbandonare il loro stile di vita pastorale. La paura si sta diffondendo di pari passo con l'intensificarsi degli episodi di violenza, divenuti ormai un fenomeno quotidiano. Le notizie di pestaggi, stupri e arresti tra le tribù vicine al fiume Omo sono sempre più frequenti»

Già a novembre l'organizzazione che difende i diritti dei popoli indigeni aveva denunciato che il progetto del governo di Addis Abeba prevedeva la cessione in affitto delle terre tribali allo Stato centrale ed alle aziende private e la loro conversione in piantagioni destinate alla produzione su larga scala di canna da zucchero, cotone e biocarburanti. . Nella bassa Valle dell'Omo, sono stati destinati alle piantagioni più di 300.000 ettari di terre tribali e parchi nazionali. Ad essersi accaparrate ampi tratti di terra fertile situata nell'area del fiume Omo, nel sud-ovest dell'Etiopia, sono imprese malesi e coreane e anche italiane. Nonostante i 90.000 indigeni che vi abitano dipendano dalla terra per la loro sopravvivenza, i terreni saranno sgombrati per fare spazio alle coltivazioni estensive destinate all'esportazione. Il governo sta pianificando di aumentare la quantità di terra da destinare al progetto ad almeno 245.000 ettari, di cui almeno 150.000 saranno riservati alle piantagioni di canna da zucchero

A gennaio, Survival ha ricevuto la denuncia dell'assassinio di tre uomini della tribù Bodi picchiati a morte nelle prigioni etiopi e denuncia che «Il governo ha anche ordinato alle famiglie di vendere le loro greggi».

L'Ong riporta la testimonianza di un uomo: «Il mio denaro è il mio bestiame" ha raccontato un uomo a Survival. "I miei animali sono il mio conto in banca» ed ha raccolto foto esclusive della strada che il governo sta costruendo attraverso la terra tribale, per facilitare l'accesso ai siti da spianare.

Un rappresentante dei Mursi, un'altra tribù della valle dell'Omo ha denunciato a Survival che «Il governo sta sviluppando delle piantagioni di canna da zucchero nella mia terra. Quando lo vedrete vi metterete a piangere, oggi non c'è più il bush nella Valle dell'Omo». Nella città di Tum sono stati arrestati diversi Suri che si erano opposti a una piantagione gestita da una compagnia malese: la coltivazione ha fagocitato una larga parte della terra indigena utilizzata per il pascolo del bestiame e l'etnia denunciava già nei mesi passati che «Gli investitori malesi e il governo hanno addestrato 130 soldati e li hanno muniti di mitragliatrice. Se i Suri diventeranno aggressivi nei confronti dei coltivatori, i soldati sono pronti a uccidere i nostri uomini e i nostri figli»". Nel novembre 2011 nei carceri etiopi c'erano già più di 200 Bodi, 28 Mursi e 20 Suri

L'Onu a ottobre aveva chiesto all'Etiopia che le tribù fossero state consultate e che i progetti in corso non stessero danneggiando il patrimonio culturale e naturale dell'area. Ma Addis Abeba ha ignorato le sollecitazioni e Survival dice di aver ricevuto «Preoccupanti rapporti secondo cui l'Etiopia ha dato inizio al processo di reinsediamento forzato delle tribù della valle, una tattica nota come "villagizzazione". Alle comunità è stato dato un anno di tempo per trasferirsi, secondo un programma simile a quello denunciato da Humamn Rights Watch per la regione di Gambella, nell'Etiopia occidentale». I Mursi confermano: «Il governo è venuto, ha preso la nostra terra e ci ha detto che vuole spostare tutta le gente della valle dell'Omo in un unico posto, in un campo».

Survival International dice che «Il governo etiope è responsabile di alcuni dei più flagranti e violentemente criminali abusi dei diritti umani che Survival abbia visto in questi anni. Mascherando il furto della terra tribale come "sviluppo", si aspetta di farla franca. Gli unici a trarre profitto dalla svendita della valle dell'Omo saranno gli investitori stranieri e statali, mentre intere tribù autosufficienti andranno incontro alla distruzione».

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