[20/02/2012] News

Gazprom e la Francia: «necessari nuovi gasdotti dalla Russia verso l’Europa»

Valeri Goloubev, vice-presidente di Gazprom, ha detto che nel 2012 la multinazionale statale che monopolizza il gas russo «manterrà la sua produzione al livello dell'anno scorso», cioè  una fornitura di circa 510 miliardi di m3.

Oggi l'amministratore delegato di Gazprom, Alexei Miller, e l'ambasciatore francese a Mosca, Jean de Gliniasty, dopo essersi incontrati hanno detto che «è necessario costruire nuovi gasdotti diretti tra Russia ed Europa» ed un comunicato di Gazprom sottolinea che «le parti sono state unanimi nel sottolineare la necessità di costruire delle nuove capacità di trasporto di gas dalla Russia verso l'Europa, al fine di soddisfare la domanda crescente di gas russo dei consumatori europei».

Miller  e de Gliniasty  hanno elogiato la cooperazione tra Gazprom e le compagnie energetiche francesi, «constatando l'opportunità della messa in opera del progetto Nord Stream che ha inviato agli europei dei volumi supplementari di gas durante l'inverno estremamente freddo».

Le aziende energetiche francesi sono andate in tilt con il loro nucleare "rigido" ed i grossi progetti gasieri congiunti con la Russia fanno sempre più gola. Gdf Suez ha il 9% delle quote di  Nord Stream, Total il 25% del giacimento di Stockman ed Edf il 15% nel discusso progetto South Stream. D'altronde la Francia "nucleare" è il terzo mercato dell'Ue per il gigante petrolifero russo, dopo la Germania e l'Italia. Intanto Gazprom sta pensando anche al mercato interno ed ha detto che entro  il 2020 intende estendere la sua rete di distribuzione all'85% dell'immenso territorio della Russia. Attualmente la rete del gas copre il 63,2% del territorio russo, il 70% delle zone urbane e solo il 46,8% delle regioni rurali.

Nel 2012 Gazprom prevede di aumentare del 30% gli investimenti nello sviluppo della rete di distribuzione, sbloccando 37,66 miliardi di rubli (circa 957 milioni di euro). Tra il 2005 e il 2011 il monopolista del gas russo ha speso nella rete di distribuzione circa 150 miliardi di rubli (più o meno 3,81 miliardi di euro).

Intanto la Guerra fredda del gas tra Russia Ucraina sembra giunta ad un momento di svolta: oggi il presidente ucraino Viktor Ianukovich, incontrando il presidente della Duma russa Sergei Narychkin, ha detto che «il dialogo ad alto livello tra Mosca e Kiev costituirà un fattore di stabilizzazione nei rapporti bilaterali. Crediamo che i contatti di alto livello tra i nostri Paesi saranno efficaci e costituiranno un fattore di stabilizzazione nella nostra regione». L'Ucraina si ritiene penalizzata dal prezzo del gas che le fanno gli ex compagni russi ed ha tentato di farselo ridurre minacciando la chiusura dei gasdotti che la attraversano, ma i russi hanno risposto con  un nuovo attivismo e rilanciando progetti invisi a Kiev, come South Stream, che aggirerebbe l'Ucraina passando sotto il Mar Nero.

 A questo si è aggiunto un altro problema che sa molto di ritorsione di Mosca: quello del formaggio. Il servizio sanitario federale russo (Rospotrebnadzor) ha vietato le importazioni in  Russia del formaggio di tre produttori ucraini perché non rispetta le norme di produzione russe. Kiev dice che non è vero e si è detta disposta a fornire alla Russia campioni per fare le analisi, ma Rospotrebnadzor dovrebbe aver messo il divieto al cacio ucraino proprio dopo aver fatto i controlli...

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