[15/02/2012] News

Grandi dighe e devastazione del territorio: questa volta sul banco degli imputati c'è Enel

L'America Latina ancora protagonista nelle lotte per la tutela dei beni comuni. Dopo il drammatico conflitto di Cochabamba (Bolivia) di 12-13 anni fa, in cui i cittadini insorsero contro la privatizzazione dell'acqua, ora in Colombia si sta consumando un'altra battaglia per la tutela di almeno due beni comuni (acqua e territorio) che speriamo non degeneri in episodi di violenza contro la popolazione, che sta solamente facendo valere i propri diritti.

In questi giorni nel dipartimento di Huila, è in corso l'epilogo di una lotta che va avanti da 4 anni contro la costruzione della grande diga, il Quimbo, un megaprogetto idroelettrico proposto da Enel-Endesa, dal valore di oltre 800 milioni di dollari. La diga inonderà 8.500 ettari di terre agricole, abitate da 3000 persone (6 i comuni coinvolti), situate in una valle riserva di protezione dell'Amazzonia. I comitati locali di cittadini riuniti nell'associazione Assoquimbo, presidiano da tempo il territorio per bloccare i lavori compreso lo scavo di un tunnel di 400 metri (i lavori dovrebbero iniziare il 20 febbraio) che servirà a deviare il fiume Magdalena, il più grande corso d'acqua del paese. 

Il meccanismo si ripete in maniera simile in molte parti del mondo: grandi concessioni idroelettriche, elargite con troppa facilità da governi compiacenti a multinazionali di enorme influenza, territori devastati con messa a rischio della biodiversità, della sicurezza alimentare, delle risorse naturali e perfino culturali. L'energia è certo necessaria e le fonti rinnovabili devono essere incrementate, ma non a scapito della sostenibilità ambientale, sociale ed economica perché dubitiamo che sul territorio sacrificato vi sia qualche ricaduta di tipo monetario per l'interesse generale.

I costi di queste operazioni sono di gran lunga superiori ai benefici se le analizziamo con le lenti della sostenibilità e dispiace che un'impresa italiana sia protagonista di questo tipo di progetti. Anche perché pare che le multinazionali Enel-Endesa si siano già rivolte all'esercito e agli squadroni antisommossa (dai metodi poco ortodossi) per reprimere ogni accenno di dissenso e sgomberare il territorio.

Per appoggiare la lotta dei cittadini colombiani e per informare su questa battaglia per la tutela dei beni comuni che si sta combattendo in un'altra parte del pianeta, è stato convocato per giovedì 16 febbraio a Roma un presidio, dalle ore 14 fino alle 17, davanti la sede nazionale Enel Spa (viale R.Margherita/angolo via Savoia) a cui hanno aderito molti movimenti italiani tra cui il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

Torna all'archivio