[15/02/2012] News

L'inquinamento si mangia la salute (e l’economia) della Cina

Nonostante i miglioramenti della qualità dell'aria, l'impatto economico dell'inquinamento è aumentato drammaticamente

Il Joint program on the science and policy of global change del Mit ha pubblicato un impressionante rapporto (Health damages from air pollution in China)  che valuta l'impatto dell'inquinamento sulla salute e l'economia cinesi. Lo studio utilizza un "Emissions prediction and policy analysis model", aggiornato ed ampliato dal quale viene fuori che «L'impatto per l'economia cinese delle concentrazioni di ozono e di particolato al di sopra dei livelli di fondo è aumentato dai 22 miliardi di dollari nel periodo 1975-1997 ai 112 miliardi di dollari nel 2005, nonostante i miglioramenti della qualità dell'aria a livello globale». Secondo i ricercatori del Mit «Questo aumento è il risultato della crescita della popolazione urbana e dell'aumento dei salari, che in tal modo aumentato il valore del lavoro e del tempo libero persi. In termini relativi, tuttavia, le perdite di benessere derivanti dall'inquinamento atmosferico sono diminuite dal 14% sul livello di benessere storico al 5% nello stesso periodo, perché la dimensione totale dell'economia è cresciuta molto più rapidamente dei danni assoluti dell'inquinamento atmosferico».

Inoltre lo studio evidenzia che il solo particolato atmosferico «Ha portato ad una perdita di prodotto interno lordo nel 1997 rispetto ai 64 miliardi di dollari nel 1995». La Banca Mondiale stimava un danno nel 1995 di solo 34 miliardi di dollari, ma secondo i ricercatori ha utilizzato dati "statici" e metodologie superate. Vicki Ekstrom, del Joint program on the science and policy of global change, sottolinea che la rapida crescita senza precedenti della Cina degli ultimi decenni sta richiedendo il pagamento di un prezzo salato altrettanto rapidamente. Lo studio pubblicato da "Global Environmental Change", analizza i costi di ozono e  particolato sulla salute dei cinesi, in particolare per quanto riguarda  le malattie respiratorie e cardiovascolari. E li quantifica sia in giornate di lavoro perse che in spese per le cure.

I 112 miliardi di dollari di danni nel 2005 sono infinitamente più alti dei 22 miliardi di dollari stimati nel 1975. «I risultati indicano chiaramente che l'ozono e il particolato hanno notevolmente influenzato l'economia cinese negli ultimi 30 anni, anche se ci sono stati rilevati miglioramenti significativi nella qualità dell'aria in questo periodo - dice Noelle Selin, assistant professor di sistemi di ingegneria e chimica atmosferica al Mit -  I ricercatori hanno scoperto questa grande impatto economico perché hanno guardato agli effetti sulla salute dell'inquinamento a lungo termine e non solo ai costi immediati. In tal modo, hanno trovato due cause principali per l'aumento dei costi dell'inquinamento: la rapida urbanizzazione che, insieme alla crescita della popolazione, ha aumentato il numero di persone esposte all'inquinamento, e redditi più elevati che hanno alzato i costi associati alla perdita di produttività. Questo studio rappresenta un quadro più accurato rispetto a quelli precedenti». Uno degli autori dello studio, Kyung Min Nam, sottolinea che «Questo suggerisce che i metodi statistici convenzionali statici, che trascurano l'impatto cumulativo dell'inquinamento che causa un danno al benessere o altre distorsioni del mercato, sostanzialmente tendono a sottostimare i costi sanitari dell'inquinamento, in particolare nelle economie in rapida crescita come la Cina».

Kelly Sims Gallagher, che insegna politica energetica ed ambientale alla Fletcher School della Tufts University  è d'accordo: «Questo importante studio conferma le precedenti stime di gravi danni  per l'economia cinese per l'inquinamento atmosferico e, di fatto, ritiene che i danni sono ancora maggiori di quanto si pensasse».

Il team di ricerca del Mit ha calcolato l'impatto dell'inquinamento a lungo termine con strumenti di modellazione atmosferica ed una modellazione economica globale e scrive che «Questi modelli si dimostrano particolarmente importanti quando si tratta di valutare l'impatto cumulativo dell'ozono che la Cina ha iniziato a monitorare solo di recente». I ricercatori del Mit sono stati così in grado di simulare i livelli di ozono storici, stabilendo che la Cina è diventata il più grande emettitore mondiale di mercurio, anidride carbonica e altri inquinanti. Già negli anni '80 in Cina le concentrazioni di particolato atmosferico erano almeno da 10 a 16 volte superiore agli orientamenti annuali dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e, anche dopo miglioramenti significativi avvenuti fino al 2005, le concentrazioni erano ancora 5 volte superiore a quelle considerate sicure. Secondo le stime dell'Oms, a partire dal 2007 «Questi livelli elevati di inquinamento hanno portato ogni anno a 656.000 morti premature in Cina per disturbi causati dall'inquinamento dell'aria interna ed esterna». 

Lo studio è la prova che in Cina sono necessarie più rigorose misure di controllo dell'inquinamento dell'aria  - dice Gallagher - perché non ci sono solo gli effetti sulla salute dell'inquinamento, ma anche gli effetti economici». La Cina sta adottando misure per rispondere a queste preoccupazioni sanitarie ed economiche: a gennaio ha fissato l'obiettivo di diminuire la sua intensità di carbonio (la quantità di CO2 emessa per unità di Pil) del 17%  entro il 2015, rispetto ai livelli del 2010 e le preoccupazioni per il particolato aumentano in tutte le metropoli, a cominciare dalla capitale Pechino.. 

La studio del Mit esamina i benefici sulla salute in Cina delle misure di controllo dell'inquinamento ma non calcola i costi dell'attuazione di tali politiche, un lavoro che il Joint program on the science and policy of global change spera di realizzare: «Siamo solo all'inizio di un interessante programma di lavoro che coinvolgerà la modellazione dell'energia e gli impatti ambientali ed economici delle politiche sul clima e la qualità dell'aria in Cina - conclude Valerie Karplus, direttore del China energy and climate project  -  Lo studio attuali ci ha fornito le intuizioni iniziali ed una solida base per andare avanti».

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