[15/02/2012] News

La tempesta del secolo? Diventerà l’alluvione del triennio o del decennio

Le previsioni di Mit/Princeton University per la regione di New York

In Italia ormai lo stiamo sperimentando da anni sulla nostra pelle: eventi meteorologici "eccezionali" che si pensava si verificassero ogni 200 o 100 anni, si ripetono a di stanza di 10 anni od anche meno, come dimostrano le alluvioni di fine 2011 in Lunigiana, a Genova, alle 5 Terre e all'Isola d'Elba. Ma ora è l'autorevolissimo Massachusetts intitute of thecnology (Mit) a confermarlo con un articolo ("Storm of the Century?" Try "Storm of the Decade" - With climate change, today's ‘100-year floods' may happen every three to 20 years, according to new research").

Su Mit News, Jennifer Chu parte dall'uragano Irene che nell'agosto 2011 ha sconvolto i Caraibi e la costa meridionale degli Usa orientali lasciandosi dietro macerie. Una  tempesta di categoria 3 che ha preso forza sul mare ed ha prodotto onde che hanno travolto dighe e inondato le comunità costiere e l'entroterra. 

Molti esperti di uragani, basandosi sulla vasta estensione delle inondazioni, hanno detto che Irene era un "100-year event", una tempesta eccezionale possibile solo una volta ogni secolo. Ma in uno studio pubblicato su "Nature Climate Change" i ricercatori del Mit e della Princeton University rivelano che, con il cambiamento climatico, queste tempeste eccezionali potrebbero diventare molto più frequenti, con intervalli che vanno da 3 a 20 anni, causando effetti devastanti. Il team ha simulato migliaia di tempeste in condizioni climatiche diverse, scoprendo che gli attuali "500-year floods"  (alluvioni che si verificano ogni 500 anni) potrebbero avvenire una volta ogni 25 - 240 anni.

Il principale autore dello studi, Ning Lin del Mit, spiega che «Conoscere la frequenza delle mareggiate può aiutare i progettisti a la progettare dighe urbane e costiere ed altre strutture di protezione. Quando si progettano edifici o dighe o strutture sulla costa, bisogna sapere quanto la tua diga deve essere alta. Dovete decidere se costruire una diga per evitare di essere inondati ogni 20 anni». 

Con Lin hanno collaborato Kerry Emanuel, Cecil ed Ida Green, del dipartimento Atmospheric Science del MIt, e Michael Oppenheimer ed Erik Vanmarcke della Princeton. Il team ha esaminato l'impatto del cambiamento climatico sulle mareggiate, prendendo come caso di studio New York, per simulare l'attività presente e futura delle tempeste nella regione. I ricercatori Usa hanno combinato 4 modelli climatici con uno specifico modello di  uragano che ha "generato" 45.000 tempeste virtuali all'interno di un raggio di 200 km da Battery Park, sulla punta meridionale di Manhattan. Per ogni modello climatico hanno analizzato due scenari: il "current climate" che rappresenta le condizione climatiche del periodo  1981-2000,  e  il "future climate", che presenta le probabili condizioni che ci saranno nel periodo 2081-2100, una previsione basata sulle proiezioni dell' Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) di un  moderato aumento delle emissioni di CO2. Tra i modelli esiste una certa variabilità, ma il team Mit/Princeton  ha rilevato «Che in generale la frequenza delle tempeste intense aumenterebbe a causa del cambiamento climatico». 

Dopo aver simulato le tempeste nella regione di New York, i ricercatori sono passati alla simulazione delle onde che produrranno e per farlo hanno utilizzato tre diversi modelli, tra cui uno utilizzato dal National hurricane center (Nhc). Jennifer Chu spiega che «Nei giorni o nelle ore prima che un uragano tocchi terra, il Nhc utilizza uno storm-surge model per prevedere il rischio e la portata delle inondazioni della tempesta imminente. Tali modelli, tuttavia, non sono stati utilizzati per valutare le tempeste più simulate all'interno di uno scenario di cambiamento climatico». 

Il Team invece ha confrontato i risultati ottenuti da diversi modelli: uno dell'Nhc che simula le mareggiate velocemente, anche se grossolanamente, altro modello, meno efficiente nell'immediato, ma che produce previsioni più accurate delle mareggiate, e un modello intermedio sviluppato da Lin e dai suoi colleghi, che stima le possibilità di inondazioni in modo preciso ed in tempi relativamente brevi. 

Per "100-year storm"  si intende un aumento del livello dell'acqua in media di circa due metri. La regione di New York circa ogni 500 anni sperimenta inondazioni ancora più imponenti, che arrivano fino a 3 metri di altezza. Secondo Lin in entrambi gli scenari  New York sarebbe facilmente inondata, visto che le dighe che difendono Manhattan sono altre 1,5 metri. Ma lo scenario cambia se si aggiungono gli effetti delle emissioni di gas serra: i modelli rivelano che un alluvione di 2 metri potrebbe verificarsi una volta ogni 3 - 20 anni e che uno di 3 metri si verificherebbe ogni 25 - 240 anni. 

«Il più alto è stato di 3,2 metri e questo è accaduto nel 1821 - dice Lin riferendosi al "diluvio" di New York del XIX secolo - Questo è il livello più alto dell'acqua osservato nella storia di New York City, che è  un evento che si presenterebbe ogni 500 anni».

Secondo Carol Friedland, del dipartimento construction management and industrial engineering della Louisiana State University, «I risultati del team sono uno strumento utile per informare la progettazione costiera» e fa notare che «La maggior parte gli edifici sono progettati con un "usable lifespan." Di 60- 120 anni. I danni e le perdite economiche che derivano dalle tempeste possono essere devastanti per le persone, le imprese, le infrastrutture e le comunità. Con l'attuale programmazione comunitaria costiera ed  i progetti di design, è essenziale che gli effetti del cambiamento climatico siano inclusi nelle previsioni  storm-surge».

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