[14/02/2012] News toscana

Costa Concordia: Greenpeace, dubbi sull’elenco delle sostanze e dei materiali pericolosi presenti sulla nave

Mentre proseguono le operazioni di defueling dalla Costa Concordia (è terminato lo svuotamento del secondo serbatoio situato a prua, che conteneva 410 metri cubi di carburante, e sono iniziate le operazioni di svuotamento del terzo serbatoio), a Greenpeace sorgono dei dubbi sull'elenco (pubblicato lo scorso 27 gennaio) delle sostanze e dei materiali pericolosi presenti sulla nave, fornito dall'armatore al Commissario delegato per l'emergenza naufragio della Costa Concordia, elenco ritenuto incompleto e troppo generico.

«A parte essere in attesa di sapere quali e quanti detergenti erano a bordo di questa piccola città galleggiante - ha spiegato Vittoria Polidori, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace - sono state veicolate delle informazioni in alcuni casi superficiali. Greenpeace apprezza la trasparenza che ha portato alla pubblicazione dell'inventario, ma l'uso di termini generici come "pitture e smalti" o "insetticida" non permette di effettuare stime apprezzabili dei rischi per l'ambiente». Molte sostanze di cui sono costituiti questi prodotti - spiegano dall'associazione - sono composti organici a base di cloro, noti per la loro persistenza nell'ambiente e la capacità di accumularsi negli organismi viventi.

La loro esposizione nel lungo periodo può comportare serie ripercussioni sulla salute, talora in maniera irreversibile. Inoltre, nell'elenco dell'armatore, non c'è traccia di tutta una serie di "articoli di arredamento" a bordo della Costa Concordia. Si tratta di tappeti, tendaggi, tavoli, elettrodomestici che contengono additivi chimici, molti dei quali pericolosi. «Se la nave si dovesse spezzare o rimanere a lungo adagiata sul fondo, sostanze come ftalati, alchilfenoli (tensioattivi non ionici), composti a base di bromo e paraffine clorurate potrebbero, nel corso degli anni, essere gradualmente rilasciate in mare e contaminare l'ambiente circostante. Quanto al carburante si tratta dell'IFO380 un combustibile particolarmente pericoloso per la sua alta densità e per questo vietato nella navigazione in Antartico. La sua fuoriuscita determinerebbe il maggior impatto sull'ambiente dell'Isola del Giglio, che è parte del Santuario dei Cetacei. Ma anche i detergenti, le vernici, gli insetticidi dovrebbero essere rimossi dalla nave il prima possibile, insieme a tutti i materiali solidi, galleggianti e non, che un disastro come quello della Costa Concordia rilascia in mare».

Per ovviare a quella che Greenpeace ritiene una grave lacuna, l'associazione  ha pubblicato "Toxic Costa", un inventario ragionato delle sostanze e dei materiali pericolosi ancora presenti sulla nave. «La tragedia della Costa poteva essere evitata se in dieci anni di Accordo internazionale sul Santuario dei Cetacei fossero state adottate regole specifiche per limitare il traffico marittimo in aree vulnerabili - ha continuato Polidori. Oltre a un decreto sulle rotte a rischio, adesso c'è un'occasione da non perdere, la convocazione del Tavolo tecnico promesso dalle regioni Liguria e Toscana entro il 29 febbraio per discutere di una gestione seria del Santuario. È ora che tutti, compreso il Governo, si assumano le proprie responsabilità».

Quanto segnalato da Greenpeace è posto all'attenzione della commissione regionale Territorio e ambiente, presieduta da Vincenzo Ceccarelli, che domani si recherà all'Isola del Giglio per acquisire notizie approfondite e aggiornate proprio sullo stato delle operazioni di defueling, di recupero dei rifiuti e di rimozione del relitto della Costa Concordia. Dopo il sopralluogo nei pressi del pontone dove si stanno svolgendo le operazioni di recupero del carburante, la commissione ascolterà in audizione il sindaco del Giglio Sergio Ortelli, l'ingegner Ennio Aquilino dei Vigili del Fuoco, direttore tecnico di tutte le operazioni, la Protezione Civile Nazionale, la Capitaneria di Porto, Giovanni Barca e Marcello Mossa Verre di Arpat, il presidente del Parco dell'Arcipelago, Angelo Banfi, Sandro Moretti e Riccardo Fanti del Dipartimento di Scienze della Terra, centro di competenza del Dipartimento della Protezione Civile.

Intanto, sul fronte giudiziario oggi a Grosseto è stato interrogato l'Ad di Costa Crociere Pierluigi Foschi, sentito come persona informata sui fatti. I temi affrontati hanno riguardato in particolare la rotta della Concordia, e tempi e modi previsti dalla compagnia per l'allarme generale.

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