[01/02/2012] News

“Sbrigati Ministro il ritardo Costa”: in 24 ore oltre quindicimila cittadini hanno firmato la petizione di Greenpeace

Il ferro va battuto quando è caldo. E cosi ha fatto Greenpeace. Dopo la tragedia della Costa Concordia al Giglio, l'associazione con l'aiuto dei cittadini, sta incalzando il governo affinché definisca regole più precise per il traffico marittimo nelle zone a maggiore rischio ambientale, come il Santuario dei Cetacei, vietando gli avvicinamenti pericolosi alle coste. Sono richieste che l'associazione avanza da tempo, ma in questo momento purtroppo il tema è all'ordine del giorno, il che dovrebbe far riscuotere maggiore attenzione e sensibilità da parte di tutti. Senza dubbio c'è stata da parte dei cittadini che nelle scorse ventiquattro ore, in oltre quindicimila, hanno chiesto al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Corrado Passera, la definizione delle regole suddette attraverso una petizione online attiva sul sito www.greenpeace.it. Nello specifico si chiede di emanare, in accordo con il ministero dell'Ambiente, un decreto interministeriale considerato che la Legge n.51/2001 dà la possibilità al Ministro dei trasporti di "limitare o vietare il transito e la sosta di navi mercantili nel mare territoriale, per motivi di ordine pubblico, di sicurezza della navigazione e, di concerto con il Ministro dell'ambiente, per motivi di protezione dell'ambiente marino, determinando le zone alle quali il divieto si estende". «Vogliamo subito un decreto per tutelare le aree marine a rischio e prevenire disastri come quello della Costa Concordia - ha dichiarato Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace. Mentre il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, si è già espresso a favore di una regolamentazione severa in proposito, il ministro dei Trasporti, Corrado Passera, continua a ignorare il problema». Oltre alla perdita di decine di vite umane, sottolineano da Greenpeace, il naufragio della Concordia rischia di provocare un grave disastro ambientale nel bel mezzo del Santuario dei Cetacei, un'area che dovrebbe essere protetta dal 2001. Se oggi la priorità è la rimozione del carburante, non bisogna dimenticare l'impatto che stanno già avendo le tonnellate di altre sostanze inquinanti presenti nel relitto: centinaia di litri di vernici, smalti, insetticidi, detergenti, circa 1300 metri cubi di acque nere e grigie, oltre a decine di quintali di cibo e bevande. «Da anni Greenpeace denuncia la totale mancanza di tutela del Santuario dei Cetacei. Mentre gli incidenti si ripetono, i rischi e il degrado sono in aumento. Non vogliamo attendere il prossimo disastro. E ora che tutti gli attori politici coinvolti si assumano le proprie responsabilità, a cominciare dal ministro dei Trasporti» ha concluso Monti. Regione Liguria e Toscana si sono impegnate a convocare entro fine mese un tavolo tecnico per la salvaguardia del Santuario e Greenpeace chiede che a questo tavolo partecipino anche i ministri dell'Ambiente e dei Trasporti, per decidere finalmente reali e vincolanti misure di protezione.

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