[31/01/2012] News

Fame nel Corno d’Africa: arrivati solo 5 milioni di dollari dei 350 milioni promessi

Un rapporto  presentato dalla Commissione dell'Unione Africana (Ua) al suo XVIII summit di Addis Abeba rivela un fatto tanto sconcertante quanto vergognoso: per contrastare la catastrofe della fame e della siccità, che ha fatto e continua a fare strage di bambini, donne e anziani  nel Corno d'Africa, sono arrivati solo 5 milioni dei 350 milioni di dollari promessi quando le fotografie del terribile esodo dalla Somalia, devastata dalla siccità e dalla guerra arrivarono, presto dimenticate, sui nostri schermi  televisivi.

Per rispondere alla grave situazione umanitaria che oltre allo Stato fantasma somalo colpisce anche il Kenya, Gibuti e l'Etiopia (ma anche lo Yemen in preda alla guerra civile), per evitare altre morti per fame la Commissione Ua nell'agosto 2011 aveva organizzato nella capitale dell'Etiopia una conferenza di donatori di fondi internazionali, ottenendo le promesse di 350 milioni di dollari di aiuti, soprattutto in natura. La denuncia dell'Ua non rivela però chi tra questi "donatori" non abbia rispettato le promesse, né chi le abbia mantenute.

I 14 milioni di persone che vivono in uno stato di estrema povertà che spesso sconfina nell'inedia a Gibuti, in Etiopia, in Kenya e in Somalia aspettano ancora che almeno parte di quegli impegni siano rispettati.

Il rapporto Ua sottolinea che «La situazione di siccità è stata descritta come la peggiore in 60 anni. Inoltre, l'impatto di questa situazione è stato aggravato dai prezzi alimentari molto elevati, dalla riduzione delle capacità di adattamento e degli interventi umanitari».

Secondo il Famine early warning system (Fewsnet) di UsAid, «Se le siccità precedenti sono durate per più tempo, la siccità attuale è particolarmente severa, a causa della riduzione della riduzione delle attività umanitarie, dovute al fatto del proseguimento del conflitto in Somalia». Guerra alla quale ormai partecipa attivamente anche il Kenya e che ha visto l'esercito etiope entrare nuovamente nel Paese più disastrato e disperato  dell'Africa.

Il rapporto dell'Unione Africana evidenzia un altro terribile aspetto di quella che greenreport già nel 2010 definì come l'avvicinarsi di una "tempesta perfetta" umanitaria ed ambientale: «La comparsa di malattie animali legate alla siccità ha ugualmente colpito le comunità pastorali ed ha contribuito alla migrazione transfrontaliera», acuendo così non solo gli scontri etnici e tribali, ma anche quelli per l'acqua e i pascoli

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