[30/01/2012] News

"Taglia le ali alle armi". Riparte la campagna contro l’acquisto dei cacciabombardieri F35

«Con i 15 miliardi si costruiscono 45mila asili nido, con 200mila posti di lavoro»

Febbraio sarà caratterizzato dall'offensiva delle associazioni pacifiste contro l'acquisto dei cacciabombardieri F35, che culminerà con una manifestazione a Roma di "consegna delle firme" al governo.  Infatti il 7 febbraio associazioni e gruppi locali si attiveranno a sostegno della campagna "Taglia le ali alle armi" promossa da Sbilanciamoci!, Tavola della Pace e Rete Italiana per il Disarmo con il sostegno di Unimondo, GrilloNews e Science for Peace, ed alla quale ha subito aderito anche Legambiente, per chiedere al nostro Governo di non procedere all'acquisto di 131 caccia bombardieri Joint Strike Fighter F-35. Le giornate di sostegno alla campagna (che si annunciano numerose e creative) culmineranno poi nella data del 25 febbraio, scelta come giornata delle "100 piazze d'Italia contro i caccia F-35″. In maniera simbolica l'avvio della mobilitazione è stato dato nel fine settimana a Verona, dal palco che ha ospitato la festa per il 50esimo  anniversario del Movimento Nonviolento.  Mao Valpiana, presidente dell'associazione fondata da Aldo Capitini, sottolinea che «La costruzione di un avvenire di nonviolenza parte anche da scelte concrete di disarmo e riduzione delle spese militari ed è quindi naturale che chi lavora quotidianamente in questa prospettiva di costruzione della pace sia tra i primi a muoversi contro questo mastodontico progetto d'armamento costosissimo, contrario allo spirito della nostra Costituzione e forse anche inutile militarmente».

Gli stessi soldi stanziati per i caccia potrebbero essere impiegati in mille altri modi più utili sia economicamente che socialmente. «Con i 15 miliardi da spendere per gli F-35 potremmo costruire 45mila asili nido pubblici, creando oltre 200mila posti di lavoro - sottolinea Giulio Marcon, portavoce di Sbilanciamoci! - oppure mettere in sicurezza le oltre 13mila scuole italiane che non rispettano le norme antisismiche e quelle antincendio. Anche in questo caso il risultato sarebbe positivo anche sul fronte economico con nuove opportunità per moltissime imprese e decine di migliaia di posti di lavoro creati».

Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Disarmo, spiega che la data di inizio di questa nuova fase della campagna, che è attiva del 2009 e già ha raccolto oltre 45.000 adesioni, non è scelta a caso: «In quello stesso giorno nel 2007 il sottosegretario Forcieri firmava l'accordo per la partecipazione alla seconda fase del programma in cui si mettevano le basi anche per il successivo acquisto. Ma senza prevedere, come recentemente è stato dimostrato, alcuna penale prima della firma di un nuovo contratto: qualcosa che non è mai avvenuto e che ci permetterebbe ancora un dietro-front».

Le associazioni che promuovono la campagna sottolineano gli enormi costi che avrebbe per l'Italia la decisione di spendere almeno 15 miliardi per l'acquisto degli F35 (e circa il triplo considerando anche il successivo mantenimento) in una fase di crisi economica che impone grossi sacrifici a tutti gli italiani.

Massimo Paolicelli della Rete Italiana per il Disarmo attacca il governo: «In un momento di grave crisi per tutto il Paese troviamo fuori luogo che il Ministro-Ammiraglio Di Paola nei suoi monologhi televisivi continui imperterrito a difendere l'F-35, promettendo al massimo qualche sforbiciata - precisa a riguardo. Parlare di un programma di elevato valore operativo, tecnologico e industriale vuol dire non tenere in considerazione i rilievi negativi dello stesso Pentagono ed i ripensamenti di molti paesi partner nel progetto. Sono infatti diverse che denunciano il continuo lievitare dei costi a causa dei tempi di sviluppo e produzione che si allungano per mettere mano ai forti deficit qualitativi dell'aereo. Chi oggi dovesse firmare il contratto per l'acquisto dell'F-35 si assume la forte responsabilità di gettare al vento ingenti somme di denaro pubblico. Che motivo abbiamo per farlo? Per la velleità di alcuni Generali di spacciare l'Italia per media potenza militare industriale, violando palesemente il dettato della nostra Costituzione». .

La campagna "Taglia le ali alle armi" è disponibile in qualunque sede ad un confronto con il Ministro Di Paola e i funzionari del Ministero della Difesa sui dati e sulle prospettive del programma F-35. L'invito a tutti i gruppi locali impegnati su questi temi è quindi quello di organizzare momenti di informazione e raccolta firme, cercando anche di coinvolgere gli Enti Locali nell'approvazione di una mozione di sostegno alla mobilitazione.

Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace ricorda che «Il primo obiettivo di questa nuova mobilitazione è spingere il Parlamento e ogni singolo parlamentare a discutere in modo aperto e trasparente sugli F-35. L'appello lanciato dalla Marcia Perugia-Assisi dello scorso 25 settembre non deve cadere nel vuoto.  Il Parlamento deve impedire innanzitutto che si crei il fatto compiuto. L'Italia non può permettersi oggi di impegnare ulteriori 15 miliardi di euro, oltre ai quasi 3 già spesi, per l'acquisto e il mantenimento di questi bombardieri, senza che ci sia un chiaro e onesto dibattito pubblico sulle esigenze e le priorità a cui dobbiamo rispondere».

Tutte le informazioni sulla campagna su  www.perlapace.it Tavola della Pace, www.sbilanciamoci.org  Campagna Sbilanciamoci!, www.disarmo.org Rete Italiana per il Disarmo.  

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