[30/01/2012] News toscana

Eradicazione dei ratti a Montecristo: il Pdl è contrario, ma l'ha approvata il governo Berlusconi

Dopo l'abbastanza sconcertante attacco portato dalla Lav al progetto di eradicazione dei ratti a Montecristo, nell'Arcipelago Toscano, che faceva seguito alla polemica di una piccola associazione anti-parco elbana che accusava l'Ente Parco di voler avvelenare terra e mare della protettissima isola con decine di tonnellate di veleno (poi rivelatesi 1,6 kg di principio attivo) e dopo che la questione è finita dalla stampa locale fino ad un interpellanza del Pdl in Parlamento, cominciano a chiarirsi i contorni scientifici della vicenda... ed anche quelli politici, visto che il parco, preso di mira da anti-parco e Pdl con il  conforto degli animalisti ed i "dubbi" dell'amministrazione comunale Pd-Sel di Portoferraio (Comune sotto cui ricade l'isola del Giglio), nella vicenda gioca un ruolo abbastanza defilato, anche se di convinto sostegno.

Il progetto di eradicazione fa parte del "Life Montecristo 2010", del quale sono beneficiari Ministero delle politiche agricole e Corpo forestale dello Stato.  Il progetto è stato approvato dalla Commissione europea nel 2009, è in corso  di realizzazione, ha come obiettivo quello del ripristino di habitat e specie nella Riserva naturale statale dell'Isola di Montecristo ed a Pianosa ed è svolto  insieme al Parco Nazionale, all'Ispra ed alla Nemo srl. L'iniziativa è finanziata anche da Regione Toscana e provincia di Livorno.

Tra gli interventi di ripristino ambientale c'è anche l'radicazione del ratto da Montecristo, responsabile del crollo riproduttivo di specie di uccelli marini  rari e tutelati a livello europeo e nazionale, come le berte.

Gli interventi sono stati promossi e sollecitati dall'International union for conservation of nature (Iucn), che raggruppa a livello internazionale il mondo dei parchi e della salvaguardia della natura,  e, nel caso dell'Arcipelago Toscano, sono stati approvati e finanziati da Commissione europea e dai ministeri dell'ambiente e della salute al tempo del governo Berlusconi, quindi è molto strano che il Pdl faccia un'interrogazione contro un progetto approvato da suoi ministri.

Per consentire gli interventi nelle aree protette destinati alla salvaguardia di specie selvatiche, oggetto di misure di salvaguardia internazionali, dove sono particolarmente minacciate dai ratti, il ministero della salute ha addirittura modificato la sua ordinanza del 14 gennaio 2010, articolo 1 comma 6, riguardante le norme sul divieto di utilizzo e detenzione di esche e bocconi avvelenati. L'aggiornamento normativo venne adottato proprio per consentire l'eradicazione dei ratti da Montecristo.

Il ministero dell'agricoltura è molto diplomatico, visto che chi critica il progetto fa parte delle  stesse forze politiche che lo hanno approvato quando governavano, e dice che un'azione così innovativa per l'Iatlia (ma non certo per il resto del mondo) potrebbe aver ingenerato confusione tra politici, anti-parco ed animalisti. Ma le critiche locali, come dicono fonti dello stesso ministero, non  hanno ragione di essere perché si tratta di un intervento che viene attuato in una Riserva naturale statale (quale è Montecristo dal 1971) per salvaguardare specie selvatiche che sono protette a livello internazionale, particolarmente minacciate dai ratti che hanno invaso l'isola per colpa dell'uomo. Anche le richieste di coinvolgimento da parte degli enti locali sembrano fuori luogo, visto che in una Riserva dello Stato questo tipo di interventi è disciplinato dall'ordinanza del 14 gennaio 2010 del ministero della salute.

Sul sito del progetto http://www.montecristo2010.it si può leggere: «L'eradicazione del ratto sarà svolta mediante l'utilizzo di esche rodenticide, pertanto sono stati effettuati dei test per verificare se vi fossero rischi legati al consumo delle esche a carico di: - Specie endemiche di Molluschi terrestri (Oxychilus oglasicola, Ciliellopsis oglasae). I test hanno messo in evidenza l'assenza di mortalità nonostante tutti i soggetti si siano abbondantemente nutriti delle esche. - Anfibi di elevato interesse conservazionistico (Discoglossus sardus). Anche in questo caso, non sono stati registrati casi di mortalità. Pesci marini. Salpe e donzelle sono attratte dal pellet, tuttavia questi animali sono molto frequenti e abbondanti pertanto si prevede una bassa interferenza con la composizione e struttura delle comunità ittiche. Vipera e biacco. Tenuto conto delle dimensioni modeste di questi animali, il ratto dovrebbe essere poco predato. Inoltre, il Biacco, risulta oggi numericamente abbondante nell'isola di Giannutri dopo le operazioni di eradicazione del ratto nero. Sauri e Gekonidi (lucertole e gechi). Numerosissime evidenze emerse nelle eradicazioni di roditori in ambito insulare effettuate a livello globale, e confermate nell'Arcipelago Toscano (es. Giannutri), indicano che non sussistono rischi a loro carico, e che al contrario le eradicazioni dei ratti sono generalmente seguite da un aumento numerico di lucertole e gechi. Artropodi. Non vengono segnalati casi di mortalità riferibili ad avvelenamento a carico di questi animali. Infine, si segnala che il principio attivo (brodifacoum) non è assorbito dalle piante, non è solubile in acqua, pertanto non determina  impatti sulla componente chimico-fisica del suolo e dell'acqua. Riassumendo, rischi significativi a carico di specie non target sono ipotizzabili in primo luogo per la popolazione di capra, per la cui tutela sono state previste una serie di misure ad hoc finalizzate sia a garantirne la sopravvivenza, sia ad avviare un diverso tipo di gestione che permetta di ridurne l'impatto sull'ecosistema dell'isola (esclusione delle capre da aree di estensione significativa). Per le altre specie si possono solo ipotizzare casi di mortalità infrequenti o sporadici. L'unica possibile eccezione riguarda il barbagianni, che qualora si fosse insediato come nidificante correrebbe seri rischi di estinzione a causa di possibili eventi di intossicazione acuta e dell'eradicazione di quella che dovrebbe essere certamente la sua preda principale, il ratto nero. Si tratterebbe comunque di una popolazione di recentissimo insediamento (assente fino ai primi anni '90), forse non ancora stabilizzata e, con ogni probabilità, di ridottissima consistenza numerica. Queste azioni preliminari sono avanzate nei tempi previsti e hanno permesso di sviluppare correttamente il piano operativo per l'eradicazione del ratto.

Il progetto di Montecristo ha solidissime basi scientifiche, visto che operazioni simili, anche con lancio di esche avvelenate con gli elicotteri, sono state svolte con successo in molte isole del pianeta. Greenreport.it  l'11 agosto 2011 pubblicò l'articolo  "Eradicare i ratti dal Paradiso. Ripristinare la biodiversità delle isole del Pacifico"  nel quale l'Iucn spiegava : «Si tratta di un primo passo verso il recupero della biodiversità delle isole. I ratti sono stati rimossi dall'atollo di Palmyra e da due isole dichiarate siti del patrimonio mondiale:  Enderbury e Birnie e dalla neo-iscritta Phoenix Islands Protected Area a Kiribati e da Henderson Island del gruppo di Pitcairn, un territorio britannico d'oltremare». L'eche per i ratti sono state diffuese sia a mano che con gli elicotteri. Dopo aver completato il progetto su Palmyra, le due grandi associazioni ambientaliste/conservazionistiche Royal society for protection of birds (Rspb) e Nature Conservancy, sono andate nella Kiribati World Heritage Site-Phoenix Islands Protected Area per eradicare i ratti introdotti ad Enderbury e Birnie, due delle otto isole che formano l'Area marina protetta insulare più grande del mondo, un Patrimonio mondiale dell'Unesco  che ospita più di 200 specie di coralli, 500 di pesci, 18 di mammiferi marini  44 di uccelli tra cui decine di migliaia di uccelli marini nidificanti che sono a rischio per l'invasione dei ratti. Poi è toccato alle Samoa ed alla destinazione finale, Henderson Island, un sito patrimonio mondiale del gruppo delle isole Pitcairn.

Nel novembre 20011 la Convention on  biological diversity dell'Onu ed il Biodiversity conservation group dell'Iucn (che ha come simbolo proprio un ratto) , hanno firmato un accordo aggiuntivo per la messa in opera dello Strategic Plan for Biodiversity 2011-2020 riguardante le specie aliene  invasive. L'accordo riconosce che le  specie alloctone invasive  come «Una minaccia importante che pesa sulla biodiversità ed i servizi ecosistemici» e sottolinea che «L'aumento del commercio e dei viaggi significa probabilmente un aumento di questa minaccia, a meno che non vengano prese delle misure. I dati sulle invasioni biologiche e la capacità di gestire e di migliorare il controllo alle frontiere e le quarantene per le specie esotiche di diversi Paesi non sono ancora sufficienti per realizzare l'Obiettivo 9 di Aichi per la  biodiversità: "Entro il  2020, le specie aliene invasive e le vie di introduzione sono identificate e  classificate per priorità, le specie prioritarie sono controllate o eradicate e sono in atto misure per gestire le vie di penetrazione, al fine di impedire l'introduzione e l'installazione di queste specie"». L'eradicazione delle specie alloctone viene consigliata soprattutto nelle isole, dove le  specie invasive fanno i danni più grandi alla fauna e  flora autoctone, costituita in gran parte da endemismi,  in tempi brevissimi.

Recentemente l'Iucn ha pubblicato la monumentale guida "Island invasives: eradication and management" frutto dell'International Conference on Island Invasives, che riassume tutte le operazioni di eradicazione delle specie invasive, in gran parte ratti ed altri roditori, dalle isole.

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