[27/01/2012] News

Commercio e sviluppo: dall'Ue sostegno ai Paesi poveri e competizione/collaborazione con quelli emergenti

Oggi la Commissione europea ha presentato la comunicazione "Commercio, crescita e sviluppo", una serie di proposte per «Favorire una riduzione reale della povertà nel mondo mediante un'azione coordinata degli strumenti del commercio e di quelli dello sviluppo» e che «Mirano a rinforzare le capacità commerciali dei Paesi in via di sviluppo, integrando le politiche commerciali nella loro strategia di crescita».

In una nota la Commissione spiega che «Per garantire il conseguimento di questo obiettivo l'Ue sta cercando i modi più efficaci per differenziare i Paesi in via di sviluppo e assicurare che i paesi più poveri del mondo ricevano l'aiuto più consistente. Nella proposta il commercio è considerato uno dei fattori determinanti per sostenere lo sviluppo, stimolare la crescita e emancipare le persone dalla povertà. Oggi l'Ue auspica altresì che il livello di accesso ai mercati che essa offre ai paesi in via di sviluppo venga eguagliato dalle altre economie sviluppate».

L'Ue vanta un ruolo di primo piano nel sostegno commerciale ai Paesi in via di sviluppo: E' il maggior importatore mondiale di beni provenienti dai paesi in via di sviluppo. Costituisce inoltre il più grande mercato per le loro esportazioni agricole: quasi il 70% delle importazioni agricole dell'UE provengono dai paesi in via di sviluppo;

I Paesi in via di sviluppo beneficiano del sistema di preferenze dell'Ue sotto forma di tariffe all'importazione eliminate o ridotte significativamente (nell'ambito del "Sistema delle preferenze generalizzate"); L'iniziativa Tutto tranne le armi accorda ai Paesi meno sviluppati un accesso al mercato europeo libero da dazi e quote per tutti i prodotti fuorché le armi, ed è il regime delle preferenze più generoso al mondo; E' alla testa dello sforzo mondiale per un accordo per i Paesi meno sviluppati nei negoziati commerciali multilaterali; Sostiene nei Paesi meno sviluppati le riforme interne necessarie perché il commercio possa contribuire pienamente allo sviluppo;

L'Ue e gli Stati membri sono i più grandi donatori di aiuto per il commercio, che fornisce assistenza ai partner nello sviluppo di strategie commerciali, nella costruzione di infrastrutture dedicate al commercio e nel miglioramento della capacità produttiva. Nel 2009 l'UE nel suo complesso ha erogato 10,5 miliardi di euro nell'ambito di Aiuto per il commercio, restando al livello record dell'anno precedente; Un incremento sostanziale si è registrato anche per l'assistenza in campo commerciale (una sottocategoria di Aiuto per il commercio che si concentra sugli assi strategici dello sviluppo di politiche, della normativa e dell'integrazione regionale). Questo rende l'importo complessivo prossimo ai tre miliardi di euro, molto al di sopra dell'obiettivo di spesa annuale di due miliardi di euro per l'assistenza in campo commerciale a partire dal 2010. L'Africa sub-sahariana è il beneficiario principale dell'assistenza dell'UE in campo commerciale, con una quota che è cresciuta dal 15% al 28% tra il 2008 e il 2009.

La comunicazione offre «Una prospettiva sui passi più importanti da compiere nel prossimo futuro in un contesto in cui l'UE fornisce già più assistenza del resto del mondo allo sviluppo connesso al commercio. Per esempio, la classificazione come "Paesi in via di sviluppo" è ormai superata a causa dell'ascesa delle economie emergenti. Sono necessarie ormai politiche commerciali e di sviluppo su misura, in grado di andare oltre la riduzione dei dazi doganali (riduzioni tariffarie) e affrontare il problema cruciale del miglioramento del contesto imprenditoriale». La Commissione evidenzia che «Per raggiungere questo obiettivo occorre che la leadership dei Paesi in via di sviluppo faccia fronte alle proprie responsabilità. Sono necessarie riforme interne perché i poveri dei Paesi in via di sviluppo traggano davvero beneficio dai risultati della crescita trainata dal commercio».

La Commissione invita i Paesi emergenti «Ad assumersi più responsabilità per l'apertura dei propri mercati ai paesi meno sviluppati, mediante schemi preferenziali ma anche evitando di discriminare gli altri membri dell'Organizzazione mondiale del commercio, quattro quinti dei quali sono Paesi in via di sviluppo». Allo stesso tempo l'Ue offre alle economie emergenti «Forme di collaborazione più avanzate, tra cui la cooperazione normativa e l'impegno su temi globali essenziali per lo sviluppo come la sicurezza alimentare, l'uso sostenibile delle risorse naturali, la crescita verde e il cambiamento climatico».

Il commissario Ue al Commercio Karel De Gucht, ha sottolineato che «L'ascesa delle economie emergenti come India, Cina e Brasile dimostra la possibilità dello sviluppo trainato dal commercio e come i mercati aperti rivestano un ruolo fondamentale ai fini della crescita. Chi rimane indietro ha tuttavia bisogno di aiuto. Le tariffe doganali mondiali non sono mai state così basse, e l'Ue offre già ai Paesi in via di sviluppo l'accesso al proprio mercato a condizioni molto favorevoli. Ciò che può fare la differenza sono gli aspetti non tariffari, come norme tecniche, servizi, proprietà intellettuale, appalti pubblici, infrastrutture e impianti di imballaggio. Tutto questo non può funzionare senza direzione politica».

La Commissione propone diversi modi di migliorare l'efficacia degli strumenti Ue per il commercio e lo sviluppo, tra i quali: Riformare i regimi commerciali preferenziali per favorire ulteriormente i paesi più poveri; Allargare l'ambito delle trattative sugli accordi di libero scambio con i partner in via di sviluppo, che dovrebbero andare oltre le tariffe doganali per intervenire sui veri ostacoli al commercio; Intensificare il ricorso agli strumenti dell'Ue per incentivare gli investimenti diretti esteri, come le disposizioni degli accordi di libero scambio finalizzate ad aumentare la certezza del diritto, e combinare i finanziamenti dell'Ue con prestiti o capitale di rischio per aumentare la sostenibilità finanziaria degli investimenti strategici; Favorire l'accesso all'Ue degli esportatori dei paesi in via di sviluppo, in particolare i piccoli operatori; Fornire ai Paesi in via di sviluppo assistenza finalizzata al miglioramento del contesto imprenditoriale locale, all'adeguamento alle norme internazionali su qualità, ambiente e occupazione, e ad approfittare al meglio delle opportunità commerciali offerte dai mercati aperti e integrati; Usare i provvedimenti di natura commerciale per mitigare gli effetti dei disastri naturali e delle attività catalizzatrici di conflitti, comprese quelle minerarie.

Secondo Andris Piebalgs, Commissario Ue allo Sviluppo, «L'integrazione dei Paesi in via di sviluppo nel commercio globale è una leva potente per la crescita e la lotta alla povertà. Nell'ultimo decennio ha sottratto alla povertà milioni di persone, e rimarrà centrale nel nostro lavoro per lo sviluppo. Dobbiamo assicurarci oggi più che mai che il nostro aiuto per il commercio si concentri su coloro che hanno più bisogno, offrendo sostegno in particolare ai nostri partner meno sviluppati per aiutarli a rinforzare le loro capacità e adattare la loro economia così da poter partecipare a pieno titolo all'economia regionale e globale».

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