[27/01/2012] News

Naufragio Concordia. Legambiente si costituirā parte civile: un grave inquinamento c'č giā

Emergenza rifiuti: urgente piano di smaltimento ed identificare le categorie di rifiuti pericolosi

Legambiente ha annunciato oggi l'intenzione d'intervenire nel procedimento sul disastro della Concordia al Giglio come parte offesa per il danno ambientale, e quindi di costituirsi parte civile.

Angelo Gentili, della segreteria nazionale del Cigno Verde, spiega che «Le responsabilità della Costa Crociere saranno accertate dalla magistratura, ma quello che è certo è che un danno ambientale purtroppo c'è già, e non potrà certo gravare sulla collettività ma essere risarcito dai diretti responsabili. Ci riferiamo non solo al possibile, gravissimo disastro che potrebbe avvenire con lo sversamento del carburante, ma anche alla contaminazione delle acque, della flora e fauna marina, da parte dei rifiuti e delle sostanze tossiche e pericolose che giorno dopo giorno si stanno riversando in mare».

L'associazione ambientalista invita il Comune dell'isola del Giglio, il Parco dell'Arcipelago Toscano e gli enti locali, così come hanno già fatto Regione Toscana e amministrazione provinciale di Grosseto, «Ad attivarsi per richiedere il risarcimento dei danni e per dare più forza alle ragioni delle comunità locali e dell'ambiente».

L'associazione fa notare che, mentre stanno iniziando le operazioni di svuotamento dei serbatoi della Concordia, «E' sempre più complessa e allarmante la situazione che riguarda i rifiuti contenuti all'interno della nave» e Gentili chiede «Che si identifichino al più presto le varie categorie di rifiuti speciali e pericolosi e si prepari un piano per smaltirli in sicurezza. Occorre agire con la massima urgenza e ottenere da parte di Costa Crociere oltre all'elenco dei rifiuti, la loro collocazione all'interno del relitto. Tutto questo per avviare un percorso di smaltimento che dia la priorità ai rifiuti pericolosi e speciali che potrebbero sversarsi, o per i quali la contaminazione è già in atto. Le acque, infatti, cominciano a diventare fortemente maleodoranti ed è sempre più urgente ridurre significativamente la quantità di rifiuti presenti. Apprezziamo lo sforzo del commissario all'emergenza Gabrielli, che si sta impegnando significativamente per fronteggiare gli allarmi ambientali, e anche la nomina di Giampiero Sammuri come responsabile della filiera di rifiuti per la nave è senza dubbio un fattore positivo, e siamo certi che il dirigente della Provincia di Grosseto, nonché presidente nazionale di Federparchi, saprà limitare al massimo i danni al delicato e sensibile ecosistema marino dell'Arcipelago Toscano, ma occorre fare presto».

L'Arpat, nel report di ieri, ha riferito che al momento tutti i parametri monitorati sono inferiori alle soglie di rilevabilità o nella norma. Tuttavia segnala che il completamento delle analisi batteriologiche è previsto nella giornata di oggi. Inoltre è chiaro che sia una lotta contro il tempo, ongi giorno che passa infatti fa aumentare i rischi.

Secondo Umberto Mazzantini, responsabile isole minori di Legambiente, «Il rischio di una grande discarica riversata in mare è a oggi molto alto, con tutte le gravi conseguenze per la fauna e la flora marina, e occorre scongiurarlo al più presto. Occorre, tramite analisi delle acque all'interno e all'esterno della nave, stabilire la presenza di sostanze pericolose come oli, tensioattivi, cloroderivati, e quelle legate alla putrefazione delle derrate alimentari e ai reflui. Occorrerà inoltre predisporre un percorso chiaro per lo stoccaggio provvisorio dei rifiuti sull'isola e poi sulla terra ferma, per poter procedere allo smaltimento dividendoli per tipologia (pericolosi, speciali, ingombranti, ecc.) e assicurando per ogni tipo di rifiuto il percorso da seguire. Tutto questo con estrema urgenza perché alcuni rifiuti, come le acque nere, hanno un forte potenziale inquinante legato alla carica microbica molto elevato, altri come i detersivi, i liquidi degli accumulatori e i lubrificanti sono molto pericolosi per l'inquinamento chimico. Inoltre occorre distinguere tra le sostanze che possono entrare a contatto con le acque marine immediatamente o con tempi relativamente più lunghi».

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