[25/01/2012] News

Nuova bozza del decreto attuativo sulle rinnovabili: meno incentivi per (quasi) tutti

Le fonti rinnovabili - anche nel quadro del rilancio economico del paese, la famosa fase due del Governo Monti (che dovrebbe essere in corso) - possono rappresentare un settore determinante per gli investimenti e la creazione di occupazione "green" (negli ultimi 10 anni il settore ha creato 75mila nuovi posti di lavoro).

Se vogliamo poi aggiungere altre motivazioni per le quali appare necessario il sostegno alle Fer le troviamo negli impegni che il nostro paese ha assunto con l'Europa: gli obiettivi comunitari al 2020 e la Roadmap 2050 della Commissione europea, che punta entro il 2030 a raggiungere una quota del 50% dell'energia prodotta da fonti rinnovabili.

In questo quadro le notizie riguardanti l'ultima bozza del decreto attuativo sugli incentivi alle rinnovabili elettriche, escluso il fotovoltaico, previsto dal Dlgs. 28/2011, non sono proprio confortanti. Intanto il tetto di spesa verrebbe ridotto da circa 6-7 miliardi (cifra prevista dal precedente governo) a non più di 5,5 miliardi.

Il nuovo assetto prevede poi che per tutti i nuovi impianti di piccola taglia, dal 2013 si applicheranno tariffe incentivanti fisse o omnicomprensive, mentre per gli altri si passa al sistema delle aste (introdotto però dal decreto Romani) sul quale tra l'altro nell'ultima versione del decreto viene apportata una modifica: la taglia degli impianti che devono partecipare alle aste, è superiore a 6MW (e non più 5).

Le associazioni di categoria delle fonti rinnovabili (Anev, Anie, Aper) su questo punto (come su altri) sono assolutamente contrarie nonostante la piccola modifica. L'obbligo di partecipare alle aste per piccoli impianti, secondo le aziende determina una grave incertezza su investimenti e pianificazione, a danno soprattutto delle imprese piccole e medie. Le associazioni pur essendo contrarie alle aste (per eliminarle è necessario però cambiare legge), propongono che vengano effettuate per i soli impianti di grande taglia, di potenza superiore a 50 MW.

La nuova bozza del decreto, inoltre, pare che preveda variazioni (in negativo) anche in merito alle tariffe incentivanti. Per l'eolico a terra si va da un minimo di 117 Euro/Mwh (base d'asta per gli impianti superiori a 6 MW) ad un massimo di 291 Euro/Mwh per gli impianti di potenza compresa tra 1 e 20 kW. Per l'eolico off-shore sono previsti incentivi che vanno da un minimo di 146 Euro/Mwh ad un massimo di 156 Euro/Mwh.

Per l'energia elettrica geotermica si va da un minimo di 79 Euro/Mwh (era 102 nella bozza precedente) ad un massimo di 135 Euro/Mwh (era 230) per gli impianti di potenza inferiore al Mw. Per quanto riguarda le biomasse, nel caso di impiego di prodotti di origine biologica, gli incentivi vanno da 122 Euro/Mwh a 213 Euro/MWh che diventano da 145 Euro/Mwh ai 227 Euro/MWh, se si utilizzano, invece, sottoprodotti di origine biologica.

Per il biogas derivante dai rifiuti gli incentivi previsti vanno da un minimo di 125 Euro/Mwh (sopra 6 MW) sino a 174 Euro/MWh (da 1 a 6 MW di potenza).

In caso di impianti in cogenerazione che utilizzano biogas, biomasse o altri bioliquidi (definiti "sostenibili") è previsto un bonus all'incentivo che va da un minimo di 10 Euro/Mwh ad un massimo di 40 Euro/Mwh. Secondo Anev, Anie e Aper la riduzione delle tariffe incentivanti cosi come prevista nella bozza fermerebbe lo sviluppo del settore.

Le associazioni di categoria che hanno scritto al governo avanzando ulteriori elementi critici (ad es. mantenimento di penali eccessive per ritardata entrata in esercizio, o l'eliminazione della possibilità, perché antieconomica, di un rinnovo del parco produttivo esistente per migliorarne l'efficienza), chiedono un sistema certo, adeguato ed efficiente di incentivi almeno fino al raggiungimento della grid parity delle singole tecnologie.

I decreti attuativi previsti dal DLgs. 28/2011 su cui stanno lavorando e discutendo gli uffici dei ministeri Sviluppo Economico, Ambiente e Politiche Agricole, dovrebbero essere pronti per fine febbraio (secondo quanto ha dichiarato il ministro Clini), e riguardano anche le rinnovabili termiche e l'efficienza energetica.

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