[19/01/2012] News

Obama boccia la Keystone XL Tar Sands Pipeline. Repubblicani inferociti. Sindacati e ambientalisti col presidente

Il presidente Usa Barack Obama ha definitivamente bocciato la Keystone XL tar sands pipeline perché non è di interesse nazionale e ha annunciato che negherà formalmente il permesso federale al gigante petrolifero canadese TransCanada che avrebbe voluto realizzare, con l'entusiasta sostegno del Partito repubblicano, un lungo 1.700 miglia che avrebbe attraversato 6 Stati Usa per portare il petrolio delle sabbie bituminose dalla provincia canadese dell'Alberta alle raffinerie e ai porti del Texas, nel Golfo del Messico.

Esultano naturalmente gli ambientalisti. Il direttore esecutivo di Sierra Club Michael Brune, ha detto a caldo: «Sierra Club ed i nostri 1,4 milioni di soci e sostenitori applaudono il Presidente per aver ottenuto una vittoria decisiva per gli americani che vogliono aria pulita da respirare e acqua pulita da bere. La decisione di oggi rappresenta un ulteriore "acconto" del piano dell'amministrazione di portare il nostro Paese fuori dal petrolio. Per parafrasare il vice presidente Biden, notizia di oggi è un Big... Deal. L'annuncio del presidente Obama è un completo rifiuto del tentativo cinico della speaker Boehner di giocare a football politico con la salute degli americani. Purtropo sappiamo che le Big Oil ed i loro amici al Congressi non abbandoneranno la loro infinita ricerca di profitti a scapito della salute e della prosperità degli americani. Ringraziamo il presidente per aver ascoltato e preoccupazioni degli agricoltori americani, dei proprietari terrieri e le persone che hanno a cuore l'aria pulita, l'acqua pulita e il nostro futuro climatico».

Lo speaker repubblicano alla Camera dei Rappresentanti, John Boehber, non l'ha presa bene ed ha dichiarato scuro in volto, «Il presidente Obama sta distruggendo migliaia di posti di lavoro e sta consegnando la sicurezza energetica americana ai cinesi. Ma non c'è altro modo di metterla: il Presidente ha distrutto posti di lavoro americani per ragioni politiche».

Ma il populismo pro-Big Oil dei repubblicani, che trasuda già dalle pagine dei quotidiani consevatori e da Fox News, trova una risposta proprio tra i lavoratori che dice di voler difendere: dopo il no di Obama alla Keystone XL Tar Sands Pipeline, grossi sindacati come Communications workers of america, Seiu, Transport workers union, United auto workers, United steel workers, hanno firmato un comunicato o congiunto con Sierra Club e Nrdc per difendere la decisione del presidente Usa.

E ricordano che «Con una mossa cinica la leadership repubblicana alla Camera aveva chiesto una rapida decisione sull'oleodotto in cambio dell'accettazione del mantenimento del taglio alle tasse sui salari in atto. Il payroll tax cut emanate l'anno scorso è stata una parte importante degli sforezi per risollevare las nostra economia in difficoltà. Mentre I repubblicani alla Camera ammantano di retorica la creazione di posti di lavoro attorno alle loro richieste di pipelines, hanno respinto numerose opportunità di sostenere i programmi per creare buoni posti di lavoro negli Usa.

Ecco alcune delle iniziative per il lavoro proposte dall'amministrazione Obama che i membri repubblicani del Congresso hanno respinto: La Camera aveva inizialmente di nuovo votato contro l'estensione degli Unemployment Insurance benefits, ed anche contro le misure per continuare il taglio delle payroll taxes. Se l'azione alla Camera avesse vinto, l'economia avrebbe perso 1,5 milioni di posti di lavoro. I repubblicani stanno bloccando ogni discussione sul Restore the American Dream Act che crea/salva 2,3 milioni di posti di lavoro nel 2012 e 3,1 milioni di posti di lavoro nel 2013, senza offrire nessuna alternativa che porti alla creazione diretta di posti di lavoro. I repubblicani si oppongono all'estensione dell'Highway Trust Fund che creerebbe 100,000 posti di lavoro e fornirebbe la riparazione di infrastrutture essenziali.

I repubblicani alla Camera hanno permesso che scadessero I finanziamenti di cruciali progetti di modernizzazione per le infrastrutture delle nostre compagnie aeree, a spese di decine di migliaia di posti di lavoro, per perseguire un'agenda politica per tenere bassi i salari e bloccare le elezioni democratiche nell'industria del trasporto aereo, l'obiettivo dio una corporation. I repubblicani alla Camera hanno respinto le iniziative dell'amministrazione Obama di finanziare posti di lavoro per insegnanti, vigili del fuoco e polizia, nonostante il forte sostegno della comunità per una maggiore risposta.

Progetti di grande respiro come questi meritano di meglio del "politics as usual", della strategia dl non far niente dei repubblicani al Congresso. La loro "job blackmail agenda" è semplicemente un ricatto politico. Affrontare il cambiamento climatico globale, stabilire fonti di energia sostenibili e sicure, creare e mantenere osti di lavoro e sostegni alle famigli, sono le chiavi per un futuro positivo per i nostri figli e nipoti. Il presidente Obama ha agito con saggezza».

Secondo Sarah Hodgdon, direttrice per la conservazione di Sierra Club «Questa è una grande vittoria e la prova che mentre le Big Oil possono avere più soldi, noi abbiamo quello che conta: la voce delle nostre comunità. La nostra vittoria è una vittoria per la foresta boreale, per le Sand Hills, per la falda acquifera di Ogallala e per la tutela del nostro clima. Purtroppo, la lotta non è finita. Nelle prossime settimane dovremo lavorare duramente insieme per difendere la decisione di bocciare la Keystone XL. Le Big Oil companies hanno lanciato una vera e propria aggressione contro il presidente per non aver approvato le loro proposte sulla Keystone XL. Dovremo senza dubbio vedere un fuoco di fila di disinformazione sulla Keystone XL da poarte delle Big Oil, sotto forma di annunci ed attacchi al Presidente».

La Hodgdon rivela un altro "trucco" delle Big Oil che dicono che l'oleodotto avrebbe fatto diminuire il prezzo della benzina alla pompa: «Questa è una battaglia di profitti delle compagnie petrolifere. L'oleodotto farebbe effettivamente aumentare i prezzi della benzina nel Midwest da 10 a 20 centesimi al gallone, danneggiando le famiglie americane e gli agricoltori americani e mettendo un freno alla nostra fragile economia».

Poi ci sono i problemi ambientali e di sicurezza: «Le compagnie petrolifere dicono che il gasdotto non sverserà? Non acquistate a scatola chiusa. L'ultimo oleodotto che è stato costruita in questo modo ha sversato oltre 12 volte nel primo anno di produzione. La lobby del petrolio è il bagarino del boom economico e delle prestazioni di sicurezza nazionale del progetto. La verità è che i numeri sui posti di lavoro sono stati gonfiati e il petrolio delle sabbie bituminose è destinato all'esportazione in Europa ed in America Latina dalle raffinerie della zona di libero scambio del Texas in una zona, cioè senza riscuotere tasse. Ora è il momento di dire la verità al potere, di sostenere le decisioni del presidente di respingere le menzogne delle Big Oil sul Keystone XL».

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