[18/01/2012] News

Costa Concordia: un disastro ecologico? Il parere di Bbc Science & Environment

Il naufragio della Costa Concordia è sulle pagine di giornali e sugli schermi televisivi di tutto il mondo, chi è stato al Giglio sa che sull'isola c'è un vero e proprio circo mediatico di guardia all'enorme relitto e che è affamato della minima notizia e novità sui lavori.  Del disastro gigliese se ne è occupata anche la prestigiosa Bbc, affidando al suo corrispondente ambientale Richard Black una analisi di quanto è successo, e potrebbe succedere, che è stata pubblicata nella rubrica "News Science & Environment"  con il titolo "Costa Concordia: An ecological disaster?"

Black scrive: «Anche se continua la ricerca di ogni possibile sopravvissuto dell'incidente della Costa Concordia, sorgono interrogativi circa il potenziale impatto ambientale. Abbiamo una grande nave con i serbatoi pieni di carburante, arenata su un'isola in un mare circondato di aree naturali protette. Quindi il peggiore scenario è abbastanza brutto».

La Bbc ricorda che l'sola del Giglio fa parte del Parco  Nazionale dell'Arcipelago Toscano «La più grande area marina protetta in Italia. Tra i suoi abitanti ci sono importanti piante e uccelli e alcune rane rare, mentre i mari ospitano corallo, cetacei e occasionalmente la foca monaca, una specie in pericolo critico. Tuttavia, c'è anche una presenza umana piuttosto forte in tutto l'arcipelago. Nello stesso Giglio solo circa la metà della superficie è protetta e niente del mare che circonda la sua costa. Altre isole più a nord e ovest, Elba, Pianosa, Montecristo, ospitano ancora più ricchezza naturale. A est, sulla terraferma, si trova la Laguna di Orbetello, una importante riserva per gli uccelli. Poco più a nord c'è il Parco naturale della maremma, l'unico habitat italiano per le piante che dimorano nelle dune, un punto di sosta per gli uccelli migratori, e dove è in corso una reintroduzione di successo del falco pescatore».

Bbc News ha intervistato Elena Moutier, una consulente scientifica del Parco della maremma, che ha detto che una fuoriuscita di petrolio «Sarebbe un disastro. Il Parco della Maremma è uno dei più importanti parchi regionali in Italia, per il paesaggio, l'ecosistema e la ricchezza di specie endemiche di piante e animali».

Ma secondo Black «Tuttavia, tutto questo è nel regno del potenziale, non dell'attualità». L'articolo cita fonti concordanti della salvage company Smit e del Wwf che confermano che fino a ieri non c'è stata alcuna fuoriuscita di carburante. Il giornalista britannico sottolinea che «C'è stata una buona dose di confusione su cosa sia il materiale a bordo, con alcuni rapporti che dicono che la Concordia naviga con oli combustibili pesanti e altri che citano il diesel. Questo è un punto cruciale se c'è una fuoriuscita. Mentre il diesel relativamente leggero si disperderebbe abbastanza rapidamente nel mare mosso, l'olio combustibile pesante è grumoso e appiccicoso, come abbiamo visto nel disastro della Deepwater Hoirizon del 2010. La risposta è che la nave li contiene entrambi». 

I dati forniti dalla Smit parlano di 2.400 tonnellate di olio combustibile pesante e di 200 tonnellate di diesel, il costruttore dei motori della nave ha detto a Bbc News che  sono «fuel flexible».

Simon Boxall, del National oceanography center, ha spiegato  che l'olio combustibile contenuto nei serbatoi della Costa Concordia equivale a «circa la metà della produzione di un giorno» del disastro della Deepwater Horizon, «Quando eruttava greggio al più alto livello. Ma la vicinanza della nave alla costa significa che una fuoriuscita sarebbe dannosa».

Fortunatamente gli esperti della Smit e le attrezzature per intervenire sono già nell'area del naufragio e sono pronti all'estrazione del "gasolio" pesante, con una complicata procedura che prevede di forare lo scafo della nave, riscaldare il carburante vischioso con vapore e prelevarlo dai  serbatoi utilizzando valvole adattabili di sicurezza. Il processo potrebbe richiedere 2 - 4 settimane.

Anche Black sottolinea che il grosso rischio è che la nave cominci a cedere, nella conferenza stampa di ieri i contractors si sono mostrati  ottimisti, ma stamattina i lavori di ricerca sono stati nuovamente sospesi perché la Concordia si è nuovamente mossa e per domani è in arrivo maltempo, anche se la Smit ritiene ancora improbabile che precipiti nel vicino fondale di 70-80 metri: l'operations manager Kees van Essen ha detto che «Sulla base delle prime immagini subacquee, ci sono un certo numero di penetrazioni  [nello scafo] sul lato di dritta. Si comportano come ancore, così, anche se non abbiamo mai sottovalutato il pericolo, la possibilità che la nave scivoli in acque più profonde è minima».

Intanto la concordia è circondata da barriere galleggianti, anche se questi dispositivi, come hanno già dimostrato i casi della Deepwater Horizon e della Rena in certe condizioni di mare possono  essere molto meno efficaci di quanto previsto.

Anche la Bbc fa l'esempio della Rena, la portacontainer battente bandiera liberiana e con armatore greco che ha ottobre è naufragata sulla barriera corallina dell'Astrolabe Reef in Nuova Zelanda: «Anche in questo caso, il sito era in una zona di straordinaria importanza ecologica. E il mare martellante alla fine ha spezzato la nave in due». L'incidente in Nuova Zelanda non si è trasformato in un disastro ambientale ancora più grave proprio perché  gli operatori che sono intervenuti nel recupero sono stati in grado di pompare via dal cargo la maggioranza del carburante. «Finora, le indicazioni sono che la Concordia potrebbe rivelarsi addirittura meno dannosa, almeno dal punto di vista ambientale - scrive Black riferendo quanto dicono alla Smit - In entrambi i casi, c'è una questione più ampia. Entrambe le navi, per motivi diversi, non erano nella loro rotta stabilita. Ma parti del governo italiano e i gruppi ambientalisti si chiedono se tali navi di grandi dimensioni possano viaggiare attraverso, o anche vicino, ad aree che dovrebbero essere protetti».

La Bbc ricorda che il ministro dell'ambiente Corrado Clini, riferendosi alle grandi navi passeggeri che entrano nella laguna di Venezia, ha detto «Basta, dobbiamo smettere di trattare queste navi come se fossero semplici vaporetti», ma sottolinea anche che «Le navi cargo e le navi da crociera hanno imperativi commerciali di andare dove vanno. Vedremo se vinceranno le argomentazioni di mister Clini e se riuscirà sul serio  a frenarle».

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