[18/01/2012] News

Con il naufragio del Concordia è finita un'epoca

Da chi ci governa bisogna attenderci un "prima" del disasastro e un "dopo" il disastro

È difficile parlare in questo momento perchè quello che è successo è un qualcosa di talmente grande che ancora dobbiamo metabolizzare.

Evidenziato l'eroismo dei  miei concittadini che si sono lanciati direttamente sulla Concordia per estrarre le persone, raccoglierle dal mare e accudirle nel miglior modo possibile, e ringraziate tutte le forze intervenute, rimangono ora 2 situazioni contingenti: l' estrazione degli ultimi naufraghi e l' urgenza della rimozione degli idrocarburi con conseguente rimozione del relitto.

Lasciando ad altri l'analisi della sciagura, io penso che con questo naufragio sia finita un'epoca; quella della fiducia incondizionata ad una sopravvalutata tecnologia, di una fiducia incondizionata ai pareri di certi uomini del mare. Se è successo alla Concordia, con quella tecnologia e quel personale, con quella formazione, cioè l' elite della marineria italiana, allora potrebbe succedere a chiunque.

E allora, se potrebbe ancora succedere, cosa impensabile fino a qualche giorno fa, e se ad oggi la legge consente di fare passaggi ravvicinati, perchè non esiste una distanza minima da rispettare, così come dichiarato alla tv dalla CDP, ma tutto dipende solo dalla capacità del comandante, allora dobbiamo pensare di dotarci di nuovi strumenti normativi che creino i presupposti per allontanare le navi in transito dalle coste. Chi dice che non servono leggi in più dovrebbe invece pensare di eliminare quelle inutili.

Dobbiamo rimettere sul piatto l'esigenza di completare l'istituzione della AMP per l' intero arcipelago; arcipelago che a tutti piace inserire, a parole, nel santuario dei cetacei oppure considerarlo una delle aree di maggior pregio ambientale al mondo, vero, ma di fatto è un colabrodo in quanto a capacità di tutela, soprattutto a mare. Solo 5 delle 7 isole sono tutelate a mare con i noti problemi relativi alle diverse competenze. A questo si aggiungano anche i problemi di contrasti locali, sempre per le piccole grandi questioni di quartiere o rione, il risultato è che ancora oggi, se una nave di grossa stazza volesse passare vicina, potrebbe farlo. Così come si può fare pesca industriale e altro. Sempre nel santuario dei cetacei.

Da tutto questo quindi dovrebbe venir fuori una virtù rinnovata, un nuovo progetto, un rinnovato impegno soprattutto del Ministero dell' Ambiente che sia capace di completare l' iter istitutivo delle AMP confrontandosi con i Comuni interessati, essendo disponibile a calare sul territorio un progetto sostenibile. A chi ha già pronta l'accusa secondo cui una AMP non esclude disastri rispondo subito che è vero, ma ne diminuisce sensibilmente la possibilità di verifica; aumenta la coscienza ambientale ed il livello di attenzione posto sul mare. Se realizzato come progetto condiviso e non imposto potrebbe essere qualcosa da arricchire e costruire sempre in modo migliore.

L'alternativa è stare ancora in balia del mare e anche per questa incapacità di analisi oggi ci troviamo "appesi ad un filo". Ci deve essere, a questo punto, un "prima del Costaconcordia" e un "dopo il Costaconcordia". Questo mi attendo da chi ci governa.

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