[17/01/2012] News toscana

Agricoltura, con i Pif venti milioni per far crescere la cultura dell'aggregazione

Altri 20 milioni per i Progetti Integrati di Filiera. Lo ha deciso la Regione approvando oggi le linee guida del nuovo bando. La Toscana, quindi, scommette sempre di più sull'agricoltura e lo fa attraverso i Pif, i progetti integrati di filiera per i quali stanzia appunto 20 milioni per il 2012. Quella dei Pif, il nuovo strumento attraverso il quale la concessione del finanziamento pubblico al mondo agricolo e agroindustriale è subordinata alla firma di un "accordo di filiera" fra i partecipanti, era stata la grande novità del 2011.

«Il primo bando sui "progetti integrati di filiera"  lanciato nella primavera scorsa  - ricorda l'assessore all'agricoltura della Regione Toscana, Gianni Salvadori - aveva fatto "strike" con una pioggia di progetti presentati. Dopo un'attenta valutazione, da parte di una apposita commissione di esperti, i progetti integrati di filiera che sono stati finanziati con  i 25 milioni della prima tranche sono stati 15,  per un investimento complessivo di 57 milioni. I progetti hanno riguardato l'intero territorio toscano, hanno coinvolto 1250 imprenditori e hanno interessato complessivamente 7000 addetti. Le filiera coinvolte sono state: quella dei cereali con 5 progetti finanziati per  oltre 26 milioni di investimenti, la zootecnia ancora con 5 progetti e oltre 16 milioni di investimenti, l'olio, il vino e il vivaismo, ancora con 5 progetti complessivamente e 14 milioni di investimento».

Ieri la giunta regionale ha approvato le nuove "linee guida" per il futuro bando sui nuovi Pif, che dovrà uscire a breve e che avrà una dotazione di 20 milioni di euro.

«Rispetto al bando precedente - fa sapere l'assessore - sono state apportate alcune modifiche. Le principali novità riguardano l'introduzione della "filiera corta" e della castanicoltura e i piccoli frutti all'interno delle attività finanziabili con i nuovi Pif. Naturalmente restano anche le precedenti filiere: cerealicola, zootecnica, olio, vino e vivaismo. L'altra novità riguarda un accorciamento sensibile dei tempi per l'istruttoria e la concessione dei finanziamenti».

Le parole d'ordine, oltre all'integrazione, sono innovazione, salvaguardia ambientale, recupero di risorse e filiera corta.

«Gli accordi di filiera - sottolinea Salvadori - hanno  lo scopo di incentivare le aziende a "fare sistema"  aggregando i soggetti della produzione con quelli della trasformazione e superando così la frammentazione e la dimensione eccessivamente modesta che caratterizza la gran parte delle aziende toscane. Gli accordi sottoscritti grazie ai Pif garantiscono inoltre prezzi certi per tutti i protagonisti, contribuendo a metterli al riparo dalle eccessive oscillazioni dei mercati, che sopratutto nell'ultimo anno,  hanno rischiato di mettere in ginocchio i produttori ma anche molte aziende dell'agroalimentare. Infine, ma non per importanza, i Progetti integrati di filiera garantiscono più competitività, più sicurezza sul lavoro e più qualità dei prodotti.  L'esempio offerto dal primo bando  ha infatti dimostrato - conclude l'assessore - che i progetti presentati hanno rivelato  importanti idee innovative i cui principali obiettivi riguardano la riduzione dei costi sia nella fase colturale che nella fase di trasformazione, l'aumento della competitività delle aziende agricole, il miglioramento quali-quantitativo dei prodotti da immettere sul mercato, l'aumento della sicurezza sui luoghi di lavoro e  la riduzione dell'impatto ambientale».

Soddisfatta la Cia Toscana che spiega in una nota: «Più reddito e aggregazione per le imprese agricole toscane, più integrazione di filiera e valorizzazione del prodotto. I Progetti integrati di filiera (Pif) sono una concreta possibilità di rilancio per l'agricoltura toscana, un'occasione - come ha reso noto la Regione Toscana sulle risorse messe a disposizione nella seconda edizione dei Pif- da venti milioni di euro, di cui circa un terzo destinati alla valorizzazione della filiera corta.

«In Toscana - sottolinea il presidente di Cia Toscana, Giordano Pascucci - sta crescendo la cultura dell'aggregazione; si fa strada la consapevolezza che per uscire dalla crisi drammatica in corso, la via dell'integrazione di filiera è obbligata. Per questo - prosegue Pascucci - i Pif rappresentano per noi una grande opportunità ed una sfida per il futuro. Una sfida - conclude Pascucci - rispetto alla quale ci sentiamo impegnati come Cia, a costruire relazioni e progetti in grado di dare risposte agli agricoltori in termini di reddito e valorizzazione delle proprie produzioni».

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