[16/01/2012] News

Naufragio Concordia, ultime dall'Isola del Giglio: a rischio anche l'Argentario

Legambiente: ĞIn caso di sversamento non usate i disperdentiğ

Legambiente sta seguendo la sempre più preoccupante situazione del Giglio minuto per minuto ed è diventata un punto di riferimento per la stampa italiana (e non solo) su questa vicenda. L'ultimo aggiornamento che arriva  dai due circoli del Cigno Verde dell'Arcipelago Toscano e di Festambiente, che dal momento della notizia del naufragio lavorano insieme per seguire il  disastro della "Concordia" sottolinea che «È di fondamentale importanza proseguire nell'opera di soccorso per salvare quante più vite sia possibile. Legambiente apprezza e sottolinea l'instancabile opera svolta dai soccorsi che sta continuando a svolgersi in queste ore. Il recupero della nave Concordia, la sua messa in sicurezza e lo svuotamento dal carburante, rappresentano sicuramente uno dei più grandi e difficili casi di questo tipo nella storia dell'umanità. L'instabilità della nave e le condizioni del mare sono le principali incognite, soprattutto perché le operazioni per togliere le 2380 tonnellate di carburante hanno tempi estremamente lunghi: dai tre ai quattordici giorni. Ma se non ci si muove subito la tragedia rischia di diventare sempre più disastrosa. Infatti la possibilità che la nave possa spostarsi e inabissarsi rispetto alla sua attuale posizione è purtroppo molto elevata: questo comporterebbe una difficoltà ulteriore nella tempestività e nella capacità di effettuare infatti interventi risolutivi: oltre a determinare ulteriori rischi per l'ecosistema marino legati alla dispersione in mare di moltissime sostanze pericolose, le problematiche più gravi sono legate al possibile sversamento del carburante che, essendo molto denso, potrebbe determinare un inquinamento gravissimo dei fondali».

Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente, sottolinea che «La sciagura avvenuta in Nuova Zelanda alla nave cargo Rena, ci dà l'idea dell'immane disastro ambientale che potrebbe verificarsi al Giglio con la fuoriuscita del carburante dalla nave Concordia. In Nuova Zelanda  bastarono 350 tonnellate di carburante per distruggere oltre 30 chilometri di costa e compromettere la relativa area marina con un inquinamento di vaste proporzioni che ha distrutto irrimediabilmente migliaia di specie viventi: una proporzione che fa rabbrividire se si pensa che dentro i serbatoi della nave Concordia ci sono 2380 tonnellate di olio combustibile. Oltretutto questo tipo di carburante, molto fluido e con un potere inquinante elevato, tende a solidificarsi con il freddo. C'è poi da considerare che ci sono anche altri materiali pericolosi come le vernici, i lubrificanti e i composti di cloro. Ma oltre all'Arcipelago Toscano, che sarebbe la prima area a pagare fortemente in termini ambientali, c'è un forte rischio anche per la costa maremmana (l'Argentario dista soltanto 15 chilometri) non solo dal punto di vista ambientale e naturalistico, ma con fortissime conseguenze anche sotto il profilo turistico ed economico: è per questi motivi che lo svuotamento delle cisterne della nave va attuato con la massima tempestività per evitare l'ennesimo grave fenomeno d'inquinamento del mare nostrum».

Umberto Mazzantini, responsabile isole minori di Legambiente, è molto preoccupato per i possibili effetti sull'ambiente: «Se si pensa che un centimetro cubo di petrolio può inquinare fino a un chilometro quadrato di mare, è facile immaginare che la fuoriuscita di carburante potrebbe compromettere l'intero ecosistema. È importante sottolineare a tal proposito che non avrebbe alcun senso utilizzare i disperdenti per le operazioni di bonifica del carburante, perché così facendo si decomporrebbero gli idrocarburi, ma al tempo stesso aumenterebbe in modo inesorabile il danno ambientale, come già successo nella disastrosa marea nera del Golfo del Messico. Ribadiamo con forza, infine, la necessità, per scongiurare gravi sciagure come quella avvenuta al Giglio, di regole chiare per impedire il passaggio alle petroliere e alle grandi navi in aree delicate e sensibili per motivazioni legate alla sicurezza oltre che ovviamente di carattere ambientale, per salvaguardare aree d'incomparabile valore quali il Santuario dei cetacei e il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano».

Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi al termine del vertice con il ministro dell'ambiente Corrado Clini, durato oltre due ore nella sede della Prefettura di Livorno ha detto in serata che «Come avevamo richiesto il governo dichiarerà lo stato d'emergenza e sarà scelto un commissario di nomina nazionale che dovrà presiedere, come figura unica plenipotenziaria, a tutte le operazioni, quale personalità di comprovata esperienza e competenza nella gestione di queste vicende che sono per loro natura complicate. Siamo riusciti a far diventare la tragedia dell'isola del Giglio e della nave da crociera che giace davanti al porto una questione nazionale, e non poteva essere altrimenti. Anche per questo ringrazio il ministro Clini per il buon lavoro svolto».

All'incontro ha partecipato anche l'assessore regionale all'ambiente Anna Rita Bramerini, ed erano presenti oltre al Prefetto, il comandante della capitaneria di Porto di Livorno,  gli enti locali interessati, le autorità sanitarie nazionali e locali.

«Seconda questione importante - ha proseguito Rossi -  avevamo richiesto che ci fosse un approfondimento sulle regole e di navigazione esistenti e un loro miglioramento, se necessario. Su questo abbiamo chiesto che si costituiscano modelli di controllo attraverso l'utilizzo delle tecnologie più avanzate, perché in questo tratta di mare antistante la Toscana si seguano le "autostrade del mare" e non ci si avvicini avventatamente alle isole o comunque in altre zone sensibili. Perchè si evitino anche in futuro svasamenti o perdite che, anche se si verificassero, dovranno essere subito segnalate per permettere interventi rapidi. Il sistema di controllo è fondamentale affinché le regole abbiamo efficacia e venga penalizzato chi non le rispetta».

Foto: BlueShark Alfonso Santoro

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