[16/01/2012] News

Economia "verde": l'Europa (almeno in parte) ci crede

Questione economiche ambientali e sociali sono legate a filo doppio le une alle altre. Per molti questa affermazione non è una novità visto che è dalla fine degli anni ‘80 che si parla di sostenibilità dello sviluppo basata su tre assi portanti (ambientale, economico, sociale). Dalle colonne di questo giornale del resto, per venire a tempi più recenti, ci sforziamo ogni giorni di trovare nelle proposte della politica e in quelle del mondo produttivo in particolare, accenni a percorsi innovativi che mettano al centro la sostenibilità con riferimenti alla green economy o  alla blue economy (per dirla con Gunter Pauli).

Il tema deve diventare centrale per uscire dalla crisi in atto (che non è solo economico-finanziaria) e per trovare la strada verso un nuovo modello di sviluppo non più basato su crescita di materia ed energia, in cui non sia più la finanza a dettare i tempi alla politica e all'impresa.

Della necessità di uno "sviluppo" green per l'Europa a 27 è convinto anche il commissario Ue all'Ambiente, Janez Potocnik (Nella foto), che per il 2012 invita gli Stati membri a superare una prospettiva "amica dell'ambiente" a breve termine e a guardare più lontano. «Durante un periodo di crisi economica  a volte si potrebbe essere tentati dal trascurare l'ambiente, ma sarebbe una prospettiva di una durata molto breve. Nel lungo termine possiamo solo immagazzinare problemi che diventeranno sempre più grandi e che i nostri figli dovranno affrontare».

Secondo il commissario l'unica soluzione è quella di compiere scelte sostenibili per fare fronte alla crisi, anche dal punto di vista ambientale «L'economia verde è l'unica strada sostenibile per il futuro» ha concluso Potocnik. Sulla stessa linea anche la nuova presidenza di turno Ue, che sarà assunta dalla Danimarca, che metterà al centro del suo programma tecnologie verdi e innovazione sostenibile. «Se vogliamo mettere le finanze su una rotta sostenibile - ha sottolineato il ministro dell'Ambiente danese, Ida Auken - dobbiamo sviluppare un nuovo approccio 'verde': usare le tecnologie verdi e l'innovazione sostenibile per rilanciare l'economia. E' importante dire che siamo in un periodo di crisi - ha aggiunto il ministro - e sono tempi duri per l'Europa, ma è anche importante ricordare che non c'é solo la crisi finanziaria ed economica, ma anche una grave crisi ambientale e climatica».

Secondo Auken le due crisi sono interconnesse (aggiungiamo anche quella sociale ndr) e «una delle ragioni di quella economica è che la produzione è condizionata dalle crisi delle risorse con il continuo rialzo dei prezzi delle materie prime». Una nuova strategia trasversale "verde" che riguarda tutti i settori serve anche a centrare gli obiettivi che si è posta l'Ue: sia quelli a lungo termine, con il taglio fra l'80 e il 95% della CO2 per il 2050, sia quelli a breve della nota strategia 20-20-20 (taglio delle emissioni di gas serra del 20%, riduzione del consumo di energia del 20%, 20% del consumo energetico totale europeo generato da fonti rinnovabili) da raggiungere entro il 2020. In questo contesto ha aggiunto Martin Lidegaard, ministro danese per l'Energia «Ogni euro speso per l'efficienza energetica andrà in occupazione e sarà un investimento per il futuro dell'Europa, quelli spesi per importare il petrolio invece andranno fuori dall'Ue».

Il programma della Commissione Ue per il 2012 riparte dalle priorità già emerse l'anno scorso (efficienza nell'uso delle risorse, biodiversità e attuazione della legislazione esistente, incluse le procedure di infrazione per i paesi fuorilegge) con la novità della 'Blueprint' per l'acqua, cioè una strategia per migliorare lo stato di salute delle risorse idriche, dalle falde a laghi e fiumi, entro la fine dell'anno.

Il target di "buona salute" delle acque dell'Ue fissato per il 2015 (stato di qualità "buono") è infatti ancora decisamente lontano (e non verrà raggiunto da molti corpi idrici) e la Blueprint per la salvaguardia dell'oro blu europeo dovrà rispondere alle sfide ancora aperte su questo fronte. La Commissione Ue terrà conto di vari fattori: controllo dello stato di salute delle acque, piani di gestione dei fiumi, revisione dell'azione Ue sulla siccità, valutazione della vulnerabilità delle risorse idriche rispetto ai cambiamenti climatici e altri tipi di pressioni antropiche.

Torna all'archivio