[13/01/2012] News

I piani dei parchi per unificare la tutela paesaggistica e naturalistica

Il sito Eddyburg pur così autorevole e attento alle vicende ambientali non lo è sempre in ugual misura sulle vicende dei parchi. Neppure il ventennale della legge quadro sembra averlo stimolato più di tanto in questo senso. Anche per questo ho trovato particolarmente interessante anche per la sua attualità l'intervento di Vezio De Lucia (nella foto) che prendendo spunto da quanto sta accadendo in un parco storico come quello dell'Appia Antica ma più in generale purtroppo un pò in tutti i parchi del Lazio ( e non solo), si è posto alcuni interrogativi di fondo sulla legge quadro di cui appunto abbiamo da poco ricordato il ventennale.

De Lucia accenna ad un bilancio in cui luci e ombre non mancano e si chiede soprattutto se alla concreta gestione dei parchi è bene che partecipino in maniera diretta con le loro rappresentanze le associazioni ambientaliste specialmente in una fase in cui la politica sembra dare il peggio di se a partire dalle nomine dei presidenti e degli enti e dei troppi commissari.

Ma il punto su cui De Lucia si sofferma con maggiore competenza e esperienza riguarda il rapporto parchi gestione del paesaggio ossia una competenza esclusiva dello stato che proprio per questo il recente nuovo Codice dei beni culturali ha sottratto al piano dei parchi pur previsto dalla legge 394. Qui non vorrei tornare sul rapporto tra le competenze ancorchè esclusive dello stato e le altre concorrenti o meno delle regioni e degli enti locali che comunque in base al titolo V della Costituzione devono essere gestite in ‘leale collaborazione' tenendo conto cioè di quella ‘trasversalità' tante volte richiamata dalla Corte costituzionale.

De Lucia, infatti, che ben conosce peraltro situazioni come quella del parco di San Rossore che con Cervellati e il suo piano del parco inaugurò una stagione in cui per la prima volta tutela della natura e del paesaggio superarono quella separatezza che non giova a nessuno e non premia alcuna esclusività di competenze come ormai dovrebbe essere chiaro, giustamente ripropone di tornare a partire proprio dai parchi e dalle aree protette a unificare questa gestione.

A 20 anni dalla entrata in vigore della legge quadro è però opportuno riconsiderare come abbiamo fatto in un recente volume della Collana dell'ETS dedicato alla pianificazione dei parchi e in un precedente volume sul paesaggio Toscano curato da Rossano Pazzagli a cui non mancò il contributo di De Lucia, se ha senso e non solo per esigenze di semplificazione mantenere due piani cioè quello ambientale e quello socio-economico. La crisi che stiamo vivendo credo che consigli più che mai questa unificazione. Anche per questo e guardando alla situazione toscana sarebbe opportuno rimettere finalmente mano alla nuova legge regionale sulle aree protette dove aspetti così delicati dovrebbero e potrebbero trovare le risposte giuste.

Renzo Moschini, responsabile Parchi ed Aree protette per Legautonomie

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