[13/01/2012] News toscana

Firenze: il punto sulle politiche ambientali nel passaggio di consegne Meucci-Biti

Il passaggio di consegne della delega all'Ambiente tra gli assessori Elisabetta Meucci e Caterina Biti, effettuato oggi in Palazzo Vecchio, è stata l'occasione per fare il punto sulle politiche ambientali dell'amministrazione comunale nel triennio 2009-2011.

«I risultati che abbiamo ottenuto sono la base di lavoro che, soprattutto nei settori dell'energetica e della lotta agli inquinanti, andrà avanti anche in prospettiva futura- hanno dichiarato i due assessori-. Attraverso i Piani d'azione (in primis il Patto dei sindaci), che stabiliscono obiettivi e scadenze temporali precise, i trend già positivi potranno trovare una buona accelerazione. E lo stesso riassetto della macchina comunale, che ha creato elementi di forte sinergia, ha consentito e consentirà una maggiore efficacia nel conseguimento degli obiettivi e degli impegni. Le parole d'ordine per il lavoro dell'amministrazione rimangono ‘Qualità dell'ambiente per la Qualità della vita».

Come è ovvio nell'analisi sono stati rimarcati progressi e aspetti positivi che comunque ci sono anche se molto rimane da fare per poter inserire Firenze tra le città sostenibili. La parte del bicchiere mezzo pieno riguarda alcuni impegni come l'adesione al Patto dei sindaci per il clima che impongono in prospettiva interventi in vari settori.

Del resto gli effetti del global warm si risentono anche a scala locale: a Firenze dal 1970 al 2000 si è registrato un aumento della temperatura media di circa 1 grado (da 14,5 a 15,2), mentre dal 2000 al 2010 l'aumento è stato di circa 1,5 gradi (da 15,2 a 16,5), con una differenza tra contesto urbano ed extraurbano di 3,6 °: temperature più alte nelle aree fortemente edificate rispetto a quelle con maggior presenza di verde, che svolgono un ruolo fondamentale nella mitigazione del fenomeno isola di calore, soprattutto di notte.

«Con l'adesione al Patto dei sindaci e l'approvazione del Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile (Paes), la città di Firenze si è impegnata a ridurre entro il 2020 di almeno il 20% le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera, passando dalla produzione di due milioni e mezzo di tonnellate annue medie a due milioni- hanno spiegato dall'amministrazione- Un obiettivo da raggiungere tramite la realizzazione di 28 azioni suddivise su interventi sulla mobilità, sul settore pubblico (servizi, edifici, illuminazione, energia rinnovabile) e gestione del territorio (compreso il settore del turismo); molte sono già in fase di attuazione o inserite nella pianificazione a breve termine».

Sulla mobilità spiccano in positivo i successi della linea 1 della tramvia, ma purtroppo non sono serviti come volano per accelerare e rendere più fluido l'inizio dei lavori delle altre linee. Ribadiamo che quella dell'ottenimento di una rete di trasporto pubblico a basso impatto (con una "spina dorsale" improntata sul ferro), efficiente e competitivo è la priorità delle priorità. Bene le politiche di pedonalizzazione, rimane invece molto da fare per quanto riguarda la mobilità ciclabile come ricordano spesso le associazioni specializzate. Per quanto riguarda le politiche energetiche sugli edifici pubblici molti interventi virtuosi sono stati attivati anche da precedenti amministrazioni quindi sono da sottolineare gli impegni per il prossimo futuro come l'impianto solare al Parco della Musica, e le metanizzazioni di diversi edifici scolastici. 

Il nuovo Piano strutturale architrave di tutte queste politiche, al di la dei volumi zero (o quasi zero), ha il limite di essere troppo concentrato sui confini comunali mentre le politiche di sostenibilità si sviluppano su territori più ampi, su cui è necessario trovare convergenze con altre amministrazioni (per ora siamo lontani) specialmente andando verso nuovi assetti istituzionali. Sugli aspetti strettamente ambientali si riscontrano luci e ombre. Il verde pubblico cresce in superficie, dal 2009 al 2011, di oltre 1 milione di mq, grazie all'acquisizione di opere di urbanizzazione eseguite da privati, ma parlando di verde viene in mente il più grande parco urbano, quello delle Cascine, su cui occorre ancora lavorare per portarlo a livello dei più importanti parchi urbani europei.

Il sindaco su questo ha lanciato una scommessa di legislatura. Sui rifiuti il discorso sarebbe lungo: cala la produzione (complice la crisi), bene l'introduzione delle isole ecologiche interrate, con un piano per tutto il centro storico realizzato con Quadrifoglio, ma manca ancora l'autosufficienza nello smaltimento come avviene per tutto l'Ato Toscana Centro.

Sulla qualità dell'aria guardando molto indietro si può anche essere ottimisti, ma rimangono grandi criticità con il vero problema da risolvere che è rappresentato dalla presenza eccessiva delle polveri sottili. Nel 2011 nel cosiddetto ‘agglomerato di Firenze', la centralina di Scandicci-Buozzi ha superato per 38 volte il valore limite giornaliero di Pm10 (ammesso per 35 volte all'anno); a questo si deve aggiungere un altro superamento alla centralina di FI-Bassi.

«Considerando questi dati, non si può certo essere completamente tranquilli ma si può notare che, grazie anche alle misure adottate, Firenze presenta una situazione migliore di tante altre città d'Italia, come risulta anche dal database dell'OMS» hanno dichiarato dall'amministrazione.

Magra consolazione. Intanto dal primo di gennaio ad oggi sono stati registrati 7 giorni di superamento del limite di concentrazione del Pm10 di 50 µg/m3 dei quali 5 consecutivi. Ricordiamo che a partire dal 15° giorno di superamento del limite scatteranno le limitazione inerenti al primo modulo (come lo scorso anno), in base a quanto stabilito dal protocollo firmato con le altre amministrazioni dell'area fiorentina, a cui Firenze ha dimostrato di credere parzialmente. Infine l'acqua. La riduzione delle disponibilità sarà la vera criticità per i prossimi anni anche a causa dei cambiamenti climatici.

Quali sono le strategie dell'amministrazione? «Primo: la promozione del risparmio idrico (cambiando le abitudini quotidiane) e politiche tariffarie penalizzanti per i consumi più elevati e premianti per quelli contenuti (tenendo conto dei nuclei familiari).

Secondo: promuovere il recupero delle acque piovane con serbatoi individuali o condominiali per l'annaffiatura di giardini e piante; si sta pensando a prescrizioni specifiche nel regolamento urbanistico (anche per gli impianti di condizionamento che utilizzano acque dal sottosuolo).

Terzo, considerando che il comune di Firenze ha la metà della superficie non urbanizzata e collinare: si dovrà preferire e mantenere sistemazioni agrarie che consentono di trattenere il più possibile le acque di pioggia e di farle infiltrare nel terreno per alimentare le falde (anche in questo caso con prescrizioni nel regolamento urbanistico).

Quarto: la riduzione delle perdite nella rete dell'acquedotto, proseguendo con l'attuazione del programma che Publiacqua sta realizzando. Ci vorrebbero forti investimenti, che oggi sono però destinati alla depurazione (per colmare i ritardi e per evitare le sanzioni europee ndr); quindi per ora si sta puntando ad una lieve riduzione delle perdite con interventi ad elevato contenuto tecnologico e minor costo (distrettualizzazione delle reti, tele lettura, migliore interconnessione dei sistemi)».

 

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