[10/01/2012] News

Orrore in Brasile: i taglialegna abusivi bruciano un bambino Awą

Secondo quanto riporta il Conselho indigenista misionàrio del Brasile (Cimi) «I leader indigeni del popolo Guajajara (o Tenetheara) del villaggio di Zutiwa, Terra Indígena Araribóia, nel Maranhão, hanno denunciato l'uccisione di un bambino Awá-Guajá ache appartiene ad un gruppo in situazione di isolamento».

Il corpo carbonizzato del bambino è stato trovato ad ottobre del 2011 in un accampamento di Awà incontattati, a circa 20 km dal villaggio Patizal dell'etnia Tenetehara, nel municipio di Wire. Il Cimi sottolinea che «La Fundação nacional do indio (Funai), è stata informata dell'incidente a novembre ma nessuna indagine è in corso».

Lo scenario trovato sul posto fa pensare con tutta evidenza ad un attacco, avvenuto tra settembre e ottobre, contro l'accampamento degli indios incottattati. Clovis Tenetehara ha spiegato al Cimi che vedeva spesso gli Awà-Guajá isolati nella foresta durante le battute di accia, ma che non è più riuscito a trovarli non appena ha individuato le tracce dell'accampamento incendiato ed i resti di un bambino carbonizzati.

Luís Carlos Tenetehara, del villaggio indigeno di Patizal sottolinea che «Dopo di questo non è stato visto il gruppo isolato. Durante questo periodo ci sono stati i taglialegna. Ce ne sono stati molti. Ora sono scomparsi. Non ci sono più. Quindi per noi è pericoloso andarci, immaginatevi per gli in contattati».

Nel 2011 gli Awá-Guajá sono stati attaccati da taglialegna mentre raccoglievano il miele nella Terra Indígena Araribóia e i Tenetehara hanno segnalato la costante presenza dei taglialegna illegali, oltre alle minacce ed agli attacchi: «Non pssiamo camminare liberamente nel bosco che ci appartiene, perché sono lì, abbattendo gli alberi e minacciandoci», dice Luís Carlos.

Gli indios credono che la tribù isolata si sia dispersa in altre aree della Terra Indígena Araribóia perché teme nuovi attacchi da parte dei taglialegna abusivi. Secondo i Tenetehara, mentre negli ultimi anni aumentava la deforestazione illegale nella regione, gli Awà isolati sono migrati dal centro del territorio indiano verso i suoi confini, esponendosi sempre più al contatto con una società violenta che non conoscevanoi.

Inoltre la deforestazione mette in pericolo la loro stessa sopravvivenza, visto che vivono essenzialmente della raccolta di prodiotti forestali. Si pensa che rimanano solo 3 gruppi di indios incottattati ad Araribóia, per un totale di 60 indigeni. I Tenetehara mantengono relazioni amichevoli con le loro tribù isolate e e remote e spesso condividono lo stesso territorio. Secondo Survival International oltre «Oltre il 30 % del territorio della tribù è già andato distrutto » e Luis Carlos Guajajara ha spiegato all'Ong che difende i popoli tribali: «In quest'area ci sono degli Awá in contattati e i disboscatori stanno facendo molta pressione su di loro. La presenza dei taglialegna è molto pericolosa. Gli Indiani sono terrorizzati».

Nella terra degli Awá si sono insediati illegalmente anche coloni e allevatori di bestiame, che contribuiscono a distruggere ulteriormente la foresta.

Nel settembre 2011 Survival denunciò che un Awá era stato brutalmente attaccato dai taglialegna che hanno invaso la sua terra: «Stando ai racconti, l'uomo stava cacciando nella foresta quando i taglialegna lo hanno legato e bendato, picchiato con violenza e poi hanno tentato di decapitarlo. Quando la moglie è accorsa per portargli aiuto, le hanno sparato, fortunatamente senza colpirla».

All'inizio di settembre c'è stata una vera e propria offensiva di due settimane contro gli Awá, con una serie di minacce da parte dei taglialegna, che intimano agli indiani di non entrare nella loro foresta dse non volevano essere uccisi. I taglialegna sono addirittura arrivati ad assaltare e saccheggiare la sede del Cimi. Le violenze sono iniziate come ritorsione contro l'intervento del governo, che aveva chiuso le segherie dove viene lavorato il legno tagliato nella terra degli Awá, arrestando anche due taglialegna.

Rosimeire Diniz, coordinatrice del Conselho indigenista missionário del Maranhão,è molto preoccupata: «La situazione è denunciata da molto tempo. La presenza di questi gruppi di taglialegna è diventata frequente e mette in pericolo le popolazioni indigene isolate. Nessuna misura concreta è stata adottate per proteggere questi popoli». Secondo la missionaria «l Confermare la presenza di isolati implica misure di protezione adottate dalle autorità competenti. La situazione è estremamente grave e non si può continuare ad assistere a situazioni di violenza riportate dagli indigeni».

Per gli Awá sta diventando sempre più difficile trovare selvaggina da cacciare. «Presto soffriremo tutti la fame - disse a settembre a Survival Pirei Ma'a Awá. - I bambini avranno fame, mia figlia avrà fame e avrò fame anch'io. Non ci sarà più nulla nella foresta... I taglialegna arrivano con i loro camion e portano via tutti gli alberi>. Survival aveva scritto alle autorità brasiliane, evidenziando «Il pericolo di attacchi violenti» e ribadendo «La necessità urgente di allontanare gli invasori e di proteggere la terra della tribù, senza cui gli Awá non potranno sopravvivere». Il ritrovamento del cadavere bruciato del bambino segna un ulteriore terribile escalation di questa brutale invasione.

Torna all'archivio