[09/01/2012] News

La "maledizione delle risorse naturali" o il "paradosso dell’abbondanza"

Le 7 menzogne dell'industria mineraria in America Latina

L'industria mineraria è una delle fonti più intense di conflitto sociale in America latina. Per questo non è male ricordare che le menzogne sono menzogne, che con le miniere arrivano fenomeni molto differenti dal  "progresso". Questi sono 7 miti sull'estrazione mineraria che si stanno divulgando in  Ecuador, ma che sono applicabili a tutta la regione.

1. Potenziale minerario.  Il potenziale minerario presentato dal governo e dalle imprese minerarie è una finzione. La grande maggioranza dei giacimenti di oro e rame, inclusi i progetti in corso, non sono stati esplorati adeguatamente per poter stabilire davvero e con un  minimo di affidabilità quel che realmente contengono. L'ottimismo delle cifre fornite allegramente dal governo provengono della imprese minerarie che gonfiano le loro stime per ovvi interessi economici e politici. Questa gestione allegra delle cifre ha prodotto alcune delle maggiori truffe finanziarie della storia, quando imprese minerarie, canadesi in particolare, hanno gonfiato il valore dei loro giacimenti per realizzare enormi guadagni nelle borse valori. L'Ecuador, come formazione geologica, è molto diverso da Perù e Cile. I giacimenti di cui dispone sono meno ricchi e concentrati, il che fa della sua industria mineraria un'attività di maggior impatto ambientale, perché deve processare una maggior  quantità di suolo e sottosuolo per ottenere una produzione redditizia.

2. Industria mineraria e sviluppo.  Che l'industria mineraria impoverisca i Paesi in via di sviluppo  è  una realtà certa. Gli economisti, per spiegare questo fenomeno, lo analizzano come la "Maledizione delle risorse naturali" o il "Paradosso dell'abbondanza". Basta studiare l'Indice di sviluppo umano dei Paesi altamente dipendenti dalle miniere come Zambia, Sierra Leone, Papua Nuova Guinea, Bolivia, Ghana o la Repubblica democrática del Congo, per sapere che l'industria mineraria non equivale allo sviluppo. Paragonata ad altre attività economiche, l'industria mineraria su grande scala produce molti pochi posti di lavoro. In Paesi come Cile e Perù, impiega approssimativamente l'1% della popolazione economicamente attiva e la maggioranza dei posti di lavoro sono a carico della manodopera qualificata. Nel caso del progetto di rame Mirador, ubicato nella Cordillera del Cóndor, provincia di Zamora Chinchipe, si prevede che la miniera creerà circa 600 posti di lavoro fissi. Lo stesso Plan de Desarrollo para el Sector Minero 2011-2015, dell'attuale governo aspira a che il settore minerario su grande scala crei "almeno 10.000 posti di lavoro" a livello nazionale, una cifra magra se si paragona con i posti di lavoro che producono l'agricoltura, l'allevamento ed il turismo.

3. Contributo economico dell'estrazione mineraria. Dire che i benefici delle maga-miniere rimangono nei Paesi dove si estraggono i minerali e che le imprese contribuiscono, con il pagamento di diverse imposte, allo sviluppo dei Paesi, è ben poco aderente alla realtà. Molti problemi nascono sul lato tributario. Le grandi imprese minerarie sono campioni nell'eludere il pagamento dei tributi. Alcune imprese multinazionali utilizzano filiali registrate in paradisi fiscali, il che permette loro di evitare il pagamento delle imposte. Queste imprese normalmente non garantiscono la trasparenza per poter giungere a capo della valutazione delle loro attività. Le multinazionali ed i governi complici si occupano esclusivamente degli enormi ammontare delle potenziali entrate, a partire dalle riserve minerarie esistenti. Con queste cifre, in genere altamente esagerate, si vuole sensibilizzare l'opinione pubblica a favore delle miniere. Ma questa visione risulta incompleta. Bisogna aggiungere i cosiddetti costi occulti, ambientali e sociali, incorporando per esempio il valore economico dell'inquinamento. Queste sono perdite economiche che normalmente non compaiono nei progetti e che sono trasferite alla società: ricordatevi la devastazione petrolifera nel nord-est dell'Amazzonia  ecuadoriana. Dovrebbero anche entrare nella lista dei costi i cosiddetti "sussidi perversi", che si esprimono attraverso l'erogazione di energia a prezzi minori, acqua senza costi o con costi ridotti ed anche le infrastrutture di  trasporto.

4. Minacce ecologiche delle miniere. A causa delle singole condizioni climatiche, geologiche e biologiche dei Paesi, alla loro mega-biodiversità, le miniere di metalli su grande scala nella metà del mondo saranno un mega-disastro. I giacimenti chiamati strategici si trovano in siti ecologici e climaticamente molto sensibili, con molta pioggia, in mezzo ad ecosistemi unici, boschi e praterie, che ospitano fonti di acqua e decine di specie vegetali ed animali in pericolo di estinzione. Questi ecosistemi unici, savane e boschi, svolgono un ruolo indispensabile nella produzione e protezione delle risorse idriche che riforniscono le popolazioni di campagne e città. Sono milioni di cittadini che beneficiano dei corsi di acqua pulita. Pertanto, paragonare l'estrazione mineraria in Ecuador con  l'industria mineraria nel deserto del Cile o nell'altipiano arido del Perù, o con paesi-continenti come il Canada o l'Australia, non ha nessun senso, perché non esiste nel mondo un solo progetto minerario su grande scala in siti simili alle nostre cordigliere, foreste pluviali e brughiere che non abbia devastato l'ambiente. Per questo, i cosiddetti Studi di impatto ambientale delle mega-miniere, finanziati dalle stesse imprese minerarie, senza eccezione  alcune, costituiscono senza eccezione una presa in giro. Oltre ad essere parziali ed inaffidabili sono carenti come studi e opachi come strumento legale.

5. Rifiuti su grande scala.  L'estrazione mineraria di metalli su grande scala è la più grande produttrice di rifiuti del mondo. In media, vengono processate approssimativamente 79 tonnellate di terra per produrre un'oncia di oro (questa cifra sale a 250 tonnellate in certe miniere). Nel caso del rame, la proporzione di una tonnellata di  rame per 500 tonnellate di terra rimossa. In Canada l'industria mineraria su grande scala produce 50 volte più rifiuti e negli Stati Uniti 9 volte di più, che tutte le città e le industrie dei rispettivi Paesi. Solo il progetto Panantza-San Carlos, nella provincia di Morona Santiago, prevede  di processare 90.000 tonnellate di suolo, sottosuolo e roccia mineralizzata, giornalmente e per decenni. Vuol dire che durante la vita utile della miniera si prevede di produrre intorno a 1.400 milioni di tonnellate di rifiuti, questo equivale almeno a 12 cumuli grandi come la città di Quito. Solamente per un piccolo progetto di rame, comprendendo il 6% del suddetto giacimento  di Panantza-San Carlos, nella zona de Intag, provincia di Imbabura, i ricercatori hanno calcolato che sono necessari 600 ettari esclusivamente per stoccare i rifiuti solidi. Bisogna sapere che l'oro ed il rame non sono allo stato puro, sono spesso mischiati con altri minerali o metalli pesanti come zolfo, arsenico, piombo, mercurio, molibdeno ed altre sostanze altamente tossiche che contaminano suoli, fiumi, praterie e foreste pluviali. Alcuni giacimenti di rame contengono materiali radioattivi.

6. Acqua e miniere.  Per quanto le imprese ed i loro difensori nel governo  dicano che l'acqua sarà riciclata, il processamento dei minerali su grande scala richiede delle ingenti quantità di acqua, molta della quale si perde nel processo di separazione della terra dagli altri metalli. Lo studio di fattibilità del progetto  Mirador, adiacente al Panantza-San Carlos, prevede di utilizzare 12 milioni di litri di acqua al giorno. A causa del procedimento conosciuto come drenaggio acido minerario, l'acqua di fiumi e sorgenti, in combinazione con l'aria e l'acqua della pioggia e/o le acque sotterranee, avvelenerà le risorse idriche per decenni e probabilmente per centinaia di anni. Questo drenaggio acido è un processo mediante il quale l'aria o l'acqua ossidano automaticamente, al momento del contatto con minerali solforosi, il che provoca un'acidificazione anormale dei rifiuti minerari, dei suoli e delle acque superficiali e sotterranee. Va sottolineato che i grandi giacimenti ecuadoregni identificati sono altamente solforosi, perciò il rischio di questo gravissimo tipo di c contaminazione è molto alto  nel nostro Paese.

7. Conflitti sociali e miniere. Non c'è attività industriale in America latina che abbia sconvolto o violato così tanto i diritti umani come le mega-miniere. In Colombia, l'80% delle violazioni dei diritti umani avvenuti negli ultimi 10 anni sono stati commessi in regioni minerarie. In Perù, più del  60% dei conflitti socio-ambientali si devono alle miniere. Nella misura in cui le imprese estendono la loro presenza, la  lista di morti, feriti e perseguitati aumenta ogni giorno. In Ecuador, la maggioranza dei socialmente criminalizzati lo sono per la loro posizione dei resistenza alle mega-miniere o miniere su grande scala.

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