[05/01/2012] News toscana

Imballaggi che segnalino la corretta tenuta della catena del freddo: innovazione made in Pisa

Il dipartimento di Chimica e Chimica industriale dell'Università di Pisa sta sviluppando parte della sue ricerche nel settore degli imballaggi alimentari. I risultati di alcuni esperimenti condotti su film polimerici sono stati presentati durante una trasmissione televisiva nazionale, dal ricercatore Andrea Pucci.

E' stato evidenziato come i materiali hanno la proprietà di cambiare colore a seguito di stimoli esterni di varia natura. Ad esempio una serie di pellicole sottoposte a deformazione, cambia colore in emissione da verde a blu a causa della rottura degli aggregati di colorante in esso dispersi.

In un secondo esperimento il ricercatore ha mostrato il fenomeno opposto, cioè la formazione di aggregati di colorante, una volta che il film viene posto per pochi istanti sopra una piastra alla temperatura controllata superiore a 60°C. La ricerca (che fa parte di un progetto denominato "Poloptel", finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa), non è fine a se stessa.

Infatti se i risultati venissero confermati, questi studi potrebbero avere importanti ricadute nella vita di tutti i giorni portando allo sviluppo di pellicole per "imballaggio intelligente", capaci cioè di rilevare attraverso un cambiamento delle proprietà ottiche del materiale, se vi è stata una sollecitazione esterna (contaminazione), attraverso uno stress meccanico (deformazione, strappo del materiale), o di natura termica (sbalzo di temperatura). Quindi, ad esempio, questi nuovi imballaggi potrebbero essere utilizzati per tutti gli alimenti che necessitano il mantenimento della catena del freddo, essendo in grado di segnalare preventivamente qualunque alterazione.

Dalla ricerca, che sia pubblica condotta negli atenei universitari o svolta direttamente dai settori produttivi, improntata all'innovazione di prodotto (ma anche di processo) che garantisca (per citare Ford) vantaggi tecnologici per tutti, si può "realizzare" il progresso. Tradotto con parole più attuali si può ottenere quella crescita qualitativa, unica strada a nostro avviso, per garantire lo sostenibilità dello sviluppo.

Dal settore della ricerca e dell'innovazione collegato al mondo produttivo, possono arrivare risposte anche a quelle emergenze che segnala la Cgil Toscana (10.000 posti a rischio nella nostra regione) o che evidenzia oggi l'Istat (tasso di disoccupazione nazionale a novembre, 8,6%, con tasso disoccupazione giovanile al 30,1%, il più alto da gennaio 2004, vedi apertura dell'edizione nazionale).

Le molte vertenze aperte in Toscana (la Cgil ne ha contate 32), che rappresentano ognuna situazioni di crisi sociale e personale, hanno bisogno di risposte concrete ma non di scorciatoie su vecchie strade che mettano in contrapposizione ambiente e lavoro, lavoro e ambiente.

Proprio il periodo di crisi rende necessario uno sforzo pubblico (che significa soprattutto iniziativa politica) che intercetti, fornendo opportunità, anche le risorse private disponibili a sostegno della qualità, dalla formazione alla produzione, perché con le sole apprezzabilissime operazioni filantropiche non si forniscono risposte esaustive, considerata la dimensione del problema.

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