[04/01/2012] News toscana

La Cia senese avverte: con un'agricoltura depotenziata danni anche al territorio

Il settore agricolo toscano (come quello nazionale) si sente particolarmente danneggiato dalla manovra "Salva-Italia" del governo Monti. Per la Cia (Confederazione italiana agricoltura) senese, che ha lanciato un appello al governo, serve una correzione degli squilibri e delle iniquità, attraverso modifiche sostanziali su Imu, contributi previdenziali, aree svantaggiate e accise sui carburanti.

E poi l'inserimento nel pacchetto di misure per la crescita, con interventi di sostegno specifico per il settore agricolo, attraverso interventi di promozione delle filiere agro-alimentari, investimenti in infrastrutture essenziali per le aree rurali, misure di semplificazione ed altri interventi a costo zero.

«Sappiamo che il momento è drammatico per tutti - ha dichiarato Luca Marcucci, presidente della Cia Siena - ma ribadiamo la nostra contrarietà alle misure adottate dal Governo; l'agricoltura rappresenta un fattore chiave dello sviluppo, la cui importanza va ben oltre la percentuale del Pil: in termini di approvvigionamento alimentare, di presidio del territorio e difesa del suolo, di immagine produttiva e paesaggistica del nostro paese nel mondo. Chiediamo al Governo Monti l'attivazione immediata di un tavolo per correggere, con il decreto Milleproroghe o con gli interventi per lo sviluppo, gli aspetti più critici e devastanti della manovra, esprimendo in particolare un giudizio di scarsa equità e l'allarme per il potenziale effetto dirompente di alcune misure».

A spaventare il settore sono i conti fatti in seguito ai provvedimenti approvati già approvati dal Parlamento. Un'azienda agricola senese di venti ettari, spiegano dalla Cia, solo con l'Imu (Imposta municipale unica), nel 2012 dovrà pagare oltre 3mila euro in più rispetto all'anno precedente. Ci sono poi gli aumenti della accise sul gasolio (aggravio di oltre 400 euro) e dei contributi previdenziali (almeno 500 euro in più), per un totale di oltre 4mila euro per azienda. Un aumento del genere, secondo l'organizzazione agricola, non farà altro che diminuire la competitività, aumentare i costi di produzione e quindi di diminuire il reddito degli agricoltori. Particolari disagi saranno sofferti nelle aree svantaggiate (ad es. aree montane) vista l'eliminazione di alcune agevolazioni a loro riservate come quelle relative all'aliquota dei contributi previdenziali.

«La redditività delle attività agricole nelle aree marginali è nettamente inferiore a quella della pianura - ha spiegato il direttore della Cia senese Roberto Bartolini - il mantenimento delle attività agricole, zootecniche e forestali in tali aree rappresenta un servizio alla collettività, l'elemento basilare per la manutenzione del territorio, un fattore essenziale di coesione sociale. Le conseguenze tragiche dell'abbandono della montagna, in Lunigiana come in Liguria, sono davanti ai nostri occhi».

La Cia chiede misure specifiche di sostegno alle imprese agricole e si rivolge a Regione ed Enti locali: «chiediamo alla Regione Toscana di sostenere, nel confronto istituzionale con il Governo, le ragioni e le proposte del mondo agricolo- ha aggiunto Marcucci- ed un impegno a dare priorità, nelle proprie strategie di intervento per le aree rurali, ai settori ed alle aree che rischiano di essere maggiormente penalizzate dalla manovra. Mentre al sistema degli Enti locali chiediamo di agire, concertando l'applicazione di tali provvedimenti con le organizzazioni agricole a livello territoriale, affinché le misure della manovra, partendo dall'Imu, non penalizzino ulteriormente le aziende agricole». Nei prossimi giorni la Cia senese incontrerà le amministrazioni comunali a partire da quelle che hanno sottoscritto la Carta di Matera.

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